Le chiese sane evangelizzano, accolgono i bambini e accettano la confusione

Molte chiese cercano l’opinione dei genitori, e questo è giusto. Aiutare i genitori ad avere famiglie nelle quali Dio è al centro e non i figli è uno degli elementi principali del discepolato della famiglia. Ad ogni modo, non trascuriamo il punto di vista dei bambini. Chiediamo loro di parlarci delle loro esperienze, dei loro sentimenti, delle loro opinioni. Quando capisci la chiesa al livello di un bambino, sei in una posizione migliore per condurli a Cristo.

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Dio ci chiama e ci equipaggia

Sapere che Dio ci chiama e ci prepara non significa che tutto filerà liscio. Continueremo a cercare di essere autonomi, a vantarci e a credere di essere autosufficienti. Dobbiamo ricordare costantemente a noi stessi che queste cose non sono vere. Autonomia e autosufficienza sono bugie che ci dicono che possiamo fare ogni cosa da soli. In realtà, siamo creature e abbiamo bisogno che Dio ci preservi e ci dia vita. Tutta la gloria va al Dio che ci ha creati e che ci sostiene.

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Ama la teologia biblica, ma non trascurare la teologia sistematica

La teologia biblica ci fa capire l’estensione della storia della redenzione mentre la teologia sistematica ci fa capire la sua profondità. La teologia biblica si concentra sulla rivelazione progressiva della trama della Parola di Dio. La teologia sistematica raccoglie i testi e le verità che accompagnano questa trama e che sono nascoste in essa, in modo da avere una comprensione più completa e articolata della mente di Dio.

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Come il Salmo 139 mi ha reso una madre (non solo un genitore)

Qui non c’è nessun grande divario tra la mente e il corpo di una persona. Dal momento che Dio conosce me, egli conosce non solo i miei pensieri e le mie parole inespresse, ma anche le mie azioni fisiche. Io non sono solo nel mio corpo—Io sono il mio corpo, così come la mia anima. Secondo la Bibbia, i nostri corpi sono importanti perché essi sono i mezzi che Dio ci ha dato per onorarlo e riflettere la sua immagine nel mondo.

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Quattro ragioni per perseverare nella sofferenza

Possiamo considerare le prove una “grande gioia” perché esse ci insegnano la pietà. Senza il travaglio e il parto, non c’è bambino; se non ci sono prove per testare e formare la nostra fede, non c’è fedeltà e c’è poco frutto. Possiamo perseverare perché la nostra sofferenza non è inutile, e il nostro Dio è all’opera in essa.

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