Cinque domande sui diaconi
Il tema dei diaconi non è esattamente tra i più interessanti. Tuttavia, la sola parola diaconi può scatenare reazioni forti tra i cristiani.
Per alcuni, il termine diaconi è un po’ nostalgico, forse un retaggio della chiesa della loro fanciullezza. Per altri, è un termine splendido che riporta alla mente i volti amati di specifici servitori che si sono affaticati per il bene della chiesa di Cristo. Eppure, per troppe persone questo è un tasto dolente, specie per molti pastori. Quante volte l’opera della chiesa è stata ostacolata e danneggiata da quelli che erano stati chiamati a servirla e a dare l’esempio?
Una delle tragedie della chiesa moderna è la poca attenzione che si dedica a conoscere quale sia il ruolo biblico dei diaconi. Molte chiese sembrano accontentarsi di continuare ad agire in base a usanze e tradizioni su questo argomento, senza cercare di capire che cosa dice la Bibbia a riguardo. Non c’è da stupirsi se i miti al riguardo abbondano!
Queste sono cinque domande (e risposte) importanti sui diaconi.
1. Qual è il compito più sottovalutato di un diacono?
Essere un “ammortizzatore”.
In Atti 6, i sette non sono stati impiegati soltanto per superare un cavillo culinario. Certo, il cibo è stato il pretesto, ma non era il problema più grave. Il problema più grave era la minaccia improvvisa all’unità della chiesa.
Gli apostoli si sono trovati di fronte a una situazione che minacciava di rompere l’unità per la quale Cristo era morto. Del resto, il Vangelo insiste sul fatto che la nostra unità in Cristo supera qualunque differenza terrena. Sia dunque ben chiaro questo: gli apostoli non delegarono la questione ad altri (vv. 3–4) perché non era importante, ma perché lo era. Essi avrebbero potuto imporre una soluzione rapida, superficiale e passare oltre. Invece, prepararono il terreno per una soluzione e un ministero permanenti.
Dato che la radice del problema che i sette dovettero affrontare era la mancanza di unità, possiamo concludere che i diaconi dovrebbero essere persone che attutiscono le onde d’urto, e che non le fanno riverberare ulteriormente. Le persone litigiose sono dei cattivi diaconi, perché non fanno altro che peggiorare le emicranie che i diaconi dovrebbero alleviare.
I diaconi migliori sono pertanto molto più che amministratori o tuttofare. Sono persone con i “radar del conflitto” ben sintonizzati. Essi amano le soluzioni più delle discussioni e intervengono, in modi costruttivi e creativi, per promuovere l’armonia dell’intera chiesa.
2. I diaconi affiancano gli anziani?
No. I diaconi riferiscono agli anziani.
Non va dimenticato che in 1 Timoteo 3, Paolo parla dei diaconi (1 Timoteo 3:8-12) immediatamente dopo degli anziani (1 Timoteo 3:1-7). È come se non volesse farci riprendere fiato affinché cogliamo il legame inseparabile —e anche l’ordine logico—tra i due ministeri. La struttura del brano suggerisce che i diaconi sono sia associati sia subordinati agli anziani che essi assistono. Questa relazione è sottintesa anche nell’altro brano nel quale i diaconi (plurale) sono menzionati:
Paolo e Timoteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono in Filippi, con i vescovi e con i diaconi. (Filippesi 1:1)
La funzione dei diaconi è inseparabilmente legata alla priorità degli anziani.
Tra parentesi, è per questo motivo che è sbagliato quando il ruolo dei diaconi diventa quello di un blocco di potere separato o di seconda camera legislativa dalla quale devono passare le leggi. Mark Dever offre questa utile illustrazione:
Se gli anziani dicono: “Andiamo a Pittsburgh”, non sta ai diaconi controbattere e dire: “No, andiamo invece a Philadelphia”. Essi possono legittimamente tornare dagli anziani e dire: “Il nostro motore non è in grado di portarci a Pittsburgh. Forse dovremmo cambiare idea”. Ciò è molto utile. Ma, in generale, il loro compito è quello di sostenere la destinazione stabilita dagli anziani.
Gli anziani della chiesa non sono infallibili, anzi. Ad ogni modo, nella misura in cui consideriamo la Bibbia la nostra guida per governare la chiesa, i diaconi non sono mai presentati come gli accompagnatori degli anziani che impongono un possibile “controllo” su ogni loro decisione. In una chiesa sana, diaconi devoti attuano la visione e la supervisione di anziani devoti, e non il contrario.
3. Che cosa rende idoneo un diacono (oltre la pietà)?
L’opera dei diaconi nel corso dei secoli si è concentrata principalmente sui bisogni tangibili, in particolare la cura dei poveri e delle persone vulnerabili. La loro opera, infatti, non dovrebbe mai prevedere qualcosa di meno di questi ministeri di misericordia. Il principio più ampio del ruolo dei diaconi include tuttavia tutto quello che rischia di distrarre e deviare gli anziani dalle loro responsabilità principali.
Un diacono dovrebbe essere bravo a individuare i bisogni pratici della chiesa e poi a prendere l’iniziativa per soddisfarli nel modo migliore. Tuttavia, i diaconi migliori non solo rispondono ai problemi presenti; prevedono anche quelli futuri. Essi amano cercare soluzioni creative a tutto ciò che potrebbe potenzialmente ostacolare l’opera degli anziani e la crescita della Parola.
I diaconi biblici sono come gli uomini della linea offensiva di una congregazione, il cui compito è proteggere il quarterback. Raramente attirano l’attenzione, ancor meno si prendono i meriti, ma i loro sforzi sono assolutamente indispensabili sia per proteggere sia per fare avanzare il ministero della Parola. Senza validi diaconi, gli anziani sarebbero sottoposti a distrazioni continue e verrebbero sommersi da richieste di tipo pratico.
Pastore, quando metti gli occhi su futuri diaconi, cerca dunque dei santi devoti che vedono i bisogni e li soddisfano con discrezione (non desiderano né vogliono riconoscimenti), a spese loro (si sacrificano) e senza che nessuno glielo chieda (prendono l’iniziativa per risolvere i problemi). Tra i campanelli d’allarme in un candidato diacono ci sarà non solo la tendenza ad essere litigioso ma anche la tendenza ad essere disorganizzato o inaffidabile. Una persona che sistematicamente dà buca, non risponde mai alle email o ha sempre bisogno che gli si dica cosa fare, non è ancora adatto a questo ministero. Un diacono deve essere affidabile, e non deve né cercare autorità né avere bisogno di una babysitter.
Mostratemi una chiesa con pastori distratti e distolti dalla missione, e vi mostrerò una chiesa senza diaconi validi.
4. Che cosa hanno a che fare i diaconi con la missione della chiesa?
Negli ultimi anni c’è stata molta discussione attorno al ruolo dell’azione sociale nella chiesa. La missione della chiesa consiste nel predicare il Vangelo, prendersi cura dei poveri o una combinazione delle due cose, o è qualcosa di completamente diverso? Queste sono discussioni importanti che dipendono da distinzioni altrettanto importanti. Per esempio, che cosa intendiamo con “chiesa”? L’istituzione o gli individui?
A mio avviso, molta confusione potrebbe essere evitata facendo più attenzione a un’antica funzione-caratteristica del ministero diaconale. La Scrittura è chiara nell’affermare che la missione principale della chiesa non è quella di rimediare alla povertà nel mondo, ma di predicare l’evangelo della grazia; non è quella di trasformare il mondo, ma di fare discepoli che annunciano Colui che lo ha trasformato (Matteo 28:18-20). Questo però non significa affatto che l’opera di una chiesa sia esclusivamente “spirituale”. Questo articolo parla del ministero formale che Dio ha stabilito nella sua chiesa per aiutare in modo pratico chi ne ha più bisogno. Di nuovo, il lavoro di un diacono va oltre un ministero di misericordia, ma non è meno di quello.
A volte percepisco una curiosa somiglianza tra le chiese che vogliono “predicare solo il Vangelo” e quelle che vogliono “trasformare la cultura”. Le prime tendono a opporsi al ministero sociale a favore della proclamazione del Vangelo; le seconde tendono a promuovere il ministero sociale e non la proclamazione del Vangelo. Ma entrambe tendono ad avere una visione impoverita del diaconato. Nelle chiese in cui ci si limita a predicare il Vangelo, i ministeri di misericordia diaconali sono considerati poco importanti; nelle chiese in cui si cerca di trasformare la cultura, essi sono considerati superflui e non necessari—perché c’è già la congregazione che esiste per fare queste cose. Nelle prime, la missione della chiesa porta a sottovalutare il ruolo diaconale; nelle seconde, la chiamata dei diaconi diventa la missione della chiesa.
È pertanto fondamentale che le chiese che sono impegnate a predicare Cristo e fare discepoli non sminuiscano il diaconato, il ministero “sociale” divino per catalizzare la missione spirituale. Certo, è vero che in Atti 6 il Vangelo non si sarebbe diffuso se gli apostoli avessero trascurato la loro chiamata primaria di predicare e pregare. Tuttavia, è altrettanto vero che con tutta probabilità il Vangelo non si sarebbe diffuso se i sette non fossero sorti per soddisfare i bisogni delle vedove.
Le discussioni odierne molto vivaci sulla missione della chiesa farebbero forse dei progressi se queste categorie ecclesiali storiche fossero saldamente al loro posto. Un ministero olistico che sposa questi interessi—la proclamazione del Vangelo e la dimostrazione del Vangelo—non è l’ultima moda; è stata una cosa normale nella storia della chiesa. Il ministero di opere (diaconale) è sempre stato al servizio del ministero della Parola (pastorale). Quello che Dio ha unito, la chiesa non separi.
5. Che cosa promette la Scrittura ai diaconi fedeli?
Dopo aver delineato le qualifiche del diacono in 1 Timoteo 3:8-12, Paolo cambia direzione per fare un’ultima considerazione. Egli sa che fare il diacono non è per i deboli di cuore. Non si ricevono molti ringraziamenti: è un lavoro oscuro, fuori dai riflettori. Che cosa farà sì che un diacono perseveri in mezzo alla fatica e allo scoraggiamento? Una promessa:
Perché quelli che hanno svolto bene il compito di diaconi si acquistano un grado onorabile e una grande franchezza nella fede che è in Cristo Gesù. (1 Timoteo 3:13)
Un diacono fedele riceverà due doni in misura crescente: rispetto e franchezza. Il primo arriva orizzontalmente della chiesa; l’altro discende verticalmente da Dio. Dato l’aspetto “verso il basso” dell’opera diaconale, questa promessa del rispetto è particolarmente preziosa.
Anche se la chiamata al servizio diaconale non è prestigiosa, la ricompensa sarà gloriosa.
I diaconi della tua chiesa si sentono rispettati? Sanno quanto apprezzi il loro servizio? Prenditi un momento per incoraggiare uno dei tuoi diaconi. Fagli una telefonata. Donagli una gift card. Offriti di badare ai suoi figli. Mandagli una email. Fa qualcosa che lo possa incoraggiare: “È buona la parola detta a suo tempo!” (Proverbi 15:23). Questi incoraggiamenti sono per il bene del gregge e per la gloria di Dio.
Matt Smethurst è caporedattore di The Gospel Coalition e autore di Before You Share Your Faith: Five Ways to Be Evangelism Ready (10ofThose), Deacons: How They Serve and Strengthen the Church (Crossway, 2021), Before You Open Your Bible: Nine Heart Postures for Approaching God’s Word (10ofThose, 2019) e 1–2 Thessalonians: A 12-Week Study (Crossway, 2017). Lui e sua moglie, Maghan, hanno tre figli e vivono a Richmond, Virginia, dove stanno fondando River City Baptist Church. Puoi seguirlo su Twitter.
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