Integrità missionale
Quest’anno non ho viaggiato molto in aereo come in passato per via del Covid. Molti eventi sono stati cancellati o rinviati. Ma cambiamenti inaspettati nei piani di viaggio capitano alle guide spirituali da moltissimo tempo.
In 2 Corinzi 1:12-2:4, Paolo parla di come è cambiato il suo itinerario. Potrebbe sembrare un argomento piuttosto banale, ma questo cambiamento di piani causò dei problemi, e nel parlarne, egli ci trasmette alcune ricche verità del Vangelo e ci descrive alcune importanti caratteristiche dell’integrità missionale.
Paolo amava profondamente la chiesa di Corinto, ma tale amore spesso incontrava critiche, attacchi, calunnie, pettegolezzo, false accuse, tradimento, ferite e dispiacere. Paolo era attaccato dai Corinzi per diverse ragioni.
I suoi critici sostenevano che:
La sua presenza fisica è debole
Soffre troppo per essere un apostolo
Le sue motivazioni non sono pure
La sua capacità oratoria non è un granché
Non è una persona di successo
Non ha lettere di raccomandazione
La sua gestione del denaro è pessima
La sua metodologia è carente
Nonostante queste affermazioni offensive, Paolo non abbandona questi Corinzi litigiosi.
Egli è però costretto a difendere la sua integrità perché c’è in gioco il Vangelo. Anche se difendersi era per lui una cosa imbarazzante (come lo è sempre), non farlo avrebbe significato la rovina spirituale di una giovane chiesa che era sviata da falsi insegnanti. Mentre osserviamo Paolo difendere la sua integrità—e quella di ogni vero ministro del Vangelo—troviamo sette segni di integrità che le guide spirituali devono ricercare oggi.
1. Santità frutto della grazia di Dio (1:12)
A Corinto, la gente era attratta dalla forza e dalla magnificenza umana. C’era molto vanto e molti oratori pomposi. Ma Paolo dice che il suo vanto è nella sua condotta santa e nelle sue motivazioni pure “per grazia”. Egli attribuisce la purezza delle sue motivazioni alla grazia di Dio, non alla sua forza, ma a quella di Dio, e perciò è Dio che riceve la gloria.
Avere una coscienza pura non significa essere senza peccato; significa vivere nella luce, e che quando sei consapevole di peccato, lo confessi al Signore. Vivi con una coscienza pura davanti a Dio. Se non stai compiacendo Gesù, allora non importa chi stai compiacendo. Inoltre, dovremmo ricordare che la santità supplisce a molte lacune nei nostri doni.
2. Visione escatologica (1:13–14)
Pascere sfidando le persone significa avere una visione a lungo termine. Richiede pazienza, pazienza escatologica. Questo è ciò che fa Paolo quando dice: “Noi siamo il vostro vanto, come anche voi sarete il nostro nel giorno del nostro Signore Gesù” (v. 14). Per citare Lutero, dobbiamo compiere il nostro ministero “oggi alla luce di quel Giorno”. In quel Giorno, saremo felici di aver investito in altre persone. Capiremo che ne è valsa la pena.
Un giorno, alla presenza di Gesù Cristo, saremo pieni di gioia nel vedere altri credenti nei quali abbiamo investito. Poiché quel giorno è in arrivo, ciò che facciamo è importante! La nostra escatologia non dovrebbe portarci al fanatismo ma alla fedeltà pastorale quotidiana.
3. Parlare veritiero (1:15–18)
I Corinzi non ricevettero la lunga visita di Paolo come si aspettavano. Questo cambiamento di piani provocò una spaccatura. Alcuni iniziarono ad accusare Paolo di essere instabile e inaffidabile. In questi versetti, egli sta semplicemente dicendo: “Quel piano era veramente nelle mie intenzioni. Io sono un servitore di Dio onesto”.
Paolo lega la sua integrità alla fedeltà di Dio: “Or come è vero che Dio è fedele, la parola che vi abbiamo rivolta non è «sì» e «no»”. Il tuo “sì” sia “sì” e il tuo “no” sia “no”. Sii una persona che mantiene la parola. Paolo sta dicendo che egli lo fece, e questo è il motivo per cui la sua coscienza era pulita. Facciamo altrettanto, per la grazia di Dio.
4. Proclamazione Cristocentrica (1:18–20)
Paolo dice che la sua integrità è dovuta alla fedeltà di Dio, e poi egli dà un bel “Jesus juke”. Molti Jesus jukes sono di cattivo gusto, ma Paolo qui ce ne dà uno ispirato dallo Spirito. Avendo parlato del suo “sì” e del suo “no” egli dice: “Tutte le promesse di Dio hanno il loro «sì» in lui” (2 Corinzi 1:20).
Mentre dice questo, egli continua a difendere il suo ministero, questa volta usando un’argomentazione dal maggiore al minore. “Se vi ho annunciato il Vangelo” (la cosa maggiore), allora certamente potete fidarvi di me per un cambiamento nei miei piani di viaggio (la cosa minore).
In questa affermazione, Paolo ci mostra qualcosa di come tutta la Bibbia rende testimonianza di Gesù, e perché dobbiamo dedicarci a proclamare Cristo dalla sua Parola. Gesù è il “sì” del Padre ad ogni promessa, ogni bisogno, ogni speranza. Aggrappati a queste promesse. Noi difendiamo questa grande tradizione, dichiarando le promesse di Dio dalla sua Parola, esaltando Gesù in ogni messaggio.
5. Autenticità spirituale (1:21–22)
In uno splendido brano trinitario, Paolo continua a difendersi mettendo in evidenza l’opera dello Spirito Santo, ricordando ai Corinzi che essi sono fortificati in Cristo mediante lo Spirito. In altre parole, egli sta dicendo: “Io sono un vero apostolo, e voi siete veri cristiani a motivo di ciò che lo Spirito ha compiuto nei vostri cuori”.
Egli evidenzia quattro benedizioni che lo Spirito dona ai credenti: siamo custoditi, unti, suggellati e abbiamo ricevuto la caparra della gloria futura. Lodato sia Dio per il ministero dello Spirito Santo, che ci custodisce e ci dà la forza per fondare chiese e per compiere ogni sforzo legato al ministero!
Questa è la potenza che abbiamo per vivere in missione fedelmente. Non siamo impotenti, ma piuttosto la potenza divina dimora in noi. Con le mie forze, non sono un ministro di integrità, ma mediante lo Spirito, posso esserlo, e anche tu puoi esserlo.
6. Lavorare per la gioia (1:23–2:3)
Ci sono molte cose che potremmo fare per qualcuno, ma qui abbiamo un brano chiaro di Paolo su ciò a cui dobbiamo dedicarci nel ministero: “Siamo collaboratori della vostra gioia”. In modo simile, Paolo disse ai Filippesi che egli si era affaticato per il loro progresso e la loro gioia nella fede (Filippesi 1:23-25). Tutto quello che faceva mirava al loro benessere e la loro gioia.
Prendersi cura gli uni degli altri significa preoccuparsi per la gioia degli altri in Cristo. C’è una grande gioia nel servire il popolo di Cristo, specialmente quando vediamo che la loro gioia abbonda in Cristo.
7. Amore sincero (2:4)
Sarebbe facile cancellare i Corinzi, ma Paolo non lo fa. Questa lettera severa non proveniva da un cuore ostile, ma da un cuore ferito. Paolo è pieno di angoscia, non di rabbia. Il mondo è pieno di rabbia, e non c’è abbastanza angoscia che viene da un cuore che ama. Abbiamo troppi scatti d’ira e non abbastanza lacrime pastorali.
Pensiamo a questo insieme di termini nel versetto quattro: afflizione, angoscia, lacrime e dolore; ma anche amore grandissimo. Questo è il ministero. Il vero amore sanguina; questo è ciò che vediamo nel nostro Salvatore sofferente, il Signore Gesù.
Oh, se avessi mille lingue per cantare le lodi del nostro grande Redentore! Viviamo le nostre vite e serviamo per la sua gloria, e facciamolo con integrità missionale.
Note:
Espressione con la quale si descrive il comportamento di una persona che trasforma una conversazione leggera in qualcosa di serio e “santo” per dimostrare di essere più spirituale dell’altro (https://www.gotquestions.org/Jesus-juke.html)
Tony Merida è fondatore della Imago Dei Church di Raleigh, North Carolina, direttore della formazione teologica per Acts 29, diacono presso il Grimke Seminary, e membro del consiglio di The Gospel Coalition. Tony è autore di numerosi libri, tra cui The Christ-Centered Expositor, Ordinary, e La cura degli orfani. Lui e sua moglie Kimberly hanno cinque figli adottivi.
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