Dio ci chiama e ci equipaggia

Non molto tempo fa, ho avuto l’opportunità di partecipare all’incontro di un gruppo di fondatori di chiesa e ascoltare le loro storie. Mentre ero seduta in quella stanza e ascoltavo ciò che essi condividevano, iniziai a notare un modello che si ripeteva. Anche se venivano tutti da situazioni di vita diverse ed erano stati chiamati in modi diversi, le loro storie avevano due cose in comune. Tutti erano convinti che il Signore li stesse chiamando a fondare una chiesa, e tutti si sentivano inadeguati o non attrezzati per portare avanti quella chiamata.

Questa esperienza mi ha fatto riflettere sulla mia storia. Anche se la mia chiamata non è quella di fondare una chiesa, spesso mi sento inadeguata e impreparata per fare ciò che Dio mi stia chiamando a fare. Ma è proprio questo il punto. Le nostre capacità non sono sufficienti per rispondere alla chiamata di Dio. Dobbiamo fare affidamento su di lui, e nella nostra debolezza vedremo la sua forza.

Ognuno di noi è qui per uno scopo. Nella Scrittura, vediamo Dio chiamare Mosè, il quale non crede di poter fare quello che Dio gli sta chiedendo di fare. E in effetti, non può. Ma Dio è Colui che equipaggia Mosè per il ruolo che dovrà compiere nella storia di Dio. Allo stesso modo, Dio è Colui che ci chiama ed è anche Colui che ci equipaggia. Sentirsi inadeguati per compiere l’opera che Dio ci ha affidato è una cosa buona. Questo senso di inadeguatezza ci rende umili davanti al Signore e permette a Dio di operare in noi e attraverso di noi.

Quattro cose da ricordare nella nostra inadeguatezza

Sapere che Dio ci chiama e ci prepara non significa che tutto filerà liscio. Continueremo a cercare di essere autonomi, a vantarci e a credere di essere autosufficienti. Dobbiamo ricordare costantemente a noi stessi che queste cose non sono vere. Autonomia e autosufficienza sono bugie che ci dicono che possiamo fare ogni cosa da soli. In realtà, siamo creature e abbiamo bisogno che Dio ci preservi e ci dia vita. Tutta la gloria va al Dio che ci ha creati e che ci sostiene. 

Abbracciamo fiduciosamente la chiamata di Dio per la nostra vita deponendo queste cose ai piedi di Gesù e ricordando a noi stessi ciò che la Scrittura dice su chi siamo e su chi Dio è. Questi sono quattro versetti da ricordare e ripetere ai nostri cuori quando sentiamo di non poter portare avanti la chiamata di Dio:

  1. 2 Corinzi 5:21: “Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui”. Gesù ha vissuto una vita perfetta al posto nostro, perciò non dobbiamo preoccuparci di essere all’altezza o meno.

  2. Galati 2:20: “Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me”. Poiché la nostra identità non è più in noi stessi ma è in Cristo, possiamo vivere la nostra chiamata sicuri della nostra identità.

  3. Romani 3:23-25a: “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio - ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue”. Tutti i nostri fallimenti e le nostre mancanze sono coperti dal sangue di Cristo. Possiamo riposare in questo.

  4. 2 Corinzi 12:9: “Ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me”. Non dobbiamo essere forti. La debolezza rende testimonianza della forza di Dio.

Dio è la nostra forza

Ci sono molte distrazioni in questo mondo, ed è facile trovare dei motivi per non fare ciò che Dio ci chiama a fare. Combattiamo queste distrazioni ritornando continuamente alla Scrittura, per ricordare a noi stessi chi è Dio, chi siamo noi, e le promesse che il Padre nostro ci ha fatto. 

Non sarà sempre facile. Dio non ci ha promesso che sarà facile, ma ci ha promesso che non saremo soli (Matteo 28:20). Egli ci ha dato la sua Parola, il suo Spirito e il suo popolo. Il percorso che egli ha assegnato a ciascuno di noi—che sia fondare una chiesa, guidare un ministero, fare i genitori, lavorare, soffrire, o un’insieme di queste cose—è per il nostro bene, il bene di chi ci sta vicino e la sua gloria. Il nostro Dio misericordioso andrà con noi. Egli ci chiama e ci equipaggia.


Michelle Holmgren è una diaconessa di The Village Church a Flower Mound, Texas. È sposata con Jon e ha due figli adolescenti. Sta studiando per conseguire un Master di Teologia presso il Southern Baptist Theological Seminary.

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