Quindici strategie per avere gioia

Tu m’insegni la via della vita; ci sono gioie a sazietà in tua presenza; alla tua destra vi sono delizie in eterno. (Salmo 16:11)

Come possiamo combattere per avere gioia?

  1. Devi capire che la vera gioia in Dio è un dono.     

  2. Devi capire che occore combattere per avere gioia incessantemente.

  3. Devi prefiggerti di aggredire tutto il peccato conosciuto nella tua vita.

  4. Impara il segreto della colpa “coraggiosa”, ossia come combattere da peccatore giustificato.

  5. Devi capire che la battaglia consiste principalmente nel conoscere Dio per quello che Lui è.

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Guarda al tuo albero di Natale con occhi diversi

Il Natale riguarda un albero. Ma non l’albero che addobbi. C’è un altro albero che ruota intorno al Natale.

Ancora prima che la terra fosse creata, c’era un albero nel futuro di Gesù, e fin dal suo primo respiro, ogni passo del suo cammino lo avrebbe portato a quest’albero.

Non era un albero di felicità; non era un albero di gioia. Non era un albero che uno vorrebbe celebrare. Nessuno avrebbe mai voluto avere a che fare con quest’albero, se non Gesù. In effetti, la Bibbia dice che Gesù si avvicinò a quest’albero con gioia.

Quell’albero non era un sempreverde; era una croce.

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Lezioni dalla storia della chiesa sul discepolato e sulla fondazione di chiese

Pensi di saperne di più di Agostino, dei Riformatori e di Spurgeon? Lezioni sul discepolato per fondatori di chiese.

Mancanza di discepolato

Uno dei maggiori rimpianti sugli inizi della mia vita cristiana è quello di non essere mai stato veramente discepolato, né di aver mai discepolato altri. Benché diversi uomini si fossero interessati alla mia vita spirituale, non ci fu mai un approccio del tipo “sii mio imitatore come io lo sono di Cristo” in nessuna delle nostre conversazioni, nessun dover rendere conto ed essere responsabili gli uni degli altri. Di conseguenza, ho studiato in seminario e sono entrato nel ministero per lo più stando per conto mio.

Che cosa pericolosa! La vita cristiana – figuriamoci il ministero pastorale – non può essere vissuta in solitudine (siamo stati salvati per appartenere a una comunità del vangelo). Ricordo il giorno in cui mi resi conto di avere trascorso gran parte della mia vita in chiesa ma che non avevo nessuna idea di quello che significasse vivere la vita cristiana.

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Non sei Gesù

Uno dei più grandi errori che abbia mai commesso nella nostra chiesa é stato quello di cercare di essere Gesù per la nostra città. Durante il primo incontro di Soma, la chiesa che fondammo a Tacoma, Washington, aprii le Scritture in Giovanni 20:21 e lessi: “Gesù disse loro di nuovo: ‘Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch’io mando voi’”. Poi spiegai al piccolo nucleo iniziale di credenti che avremmo scoperto insieme come Dio mandó il Figlio e come egli ci stesse mandando a nostra volta in missione nella città di Tacoma. Mi proposi da quel momento di insegnare la vita missionale di Gesù nel vangelo di Giovanni e di mobilitare la nostra squadra per vivere ogni giorno in missione. Era proprio un bello studio da fare nel cercare di essere Gesù per Tacoma. Grosso errore!

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Jeff Vanderstelt
E se scrivere su un Blog riguardasse il nostro essere amministratori?

Come famiglia globale di più di 600 chiese in 5 continenti, nata più di 10 anni fa, abbiamo un ricco bagaglio di esperienze, buone e cattive, dalle quali attingere. E se il blog di Acts 29 servisse meno a farci conoscere e “fare colpo”, e consistesse più nell’amministrare regolarmente, settimana dopo settimana, ciò che Dio ci ha dato per amore del vangelo? Quale aspetto assumerebbe?

Siamo una famiglia globale e diversificata di chiese che fondano chiese che amano la chiarezza teologica, il coinvolgimento culturale e l’innovazione missionale. Prendiamo dunque queste categorie e abbozziamo l’aspetto del blog se avessimo post settimanali in queste 4 rubriche:

1. Teologia

Non esauriremo mai la ricchezza, il campo d’applicazione e la portata del vangelo. Non smetteremo mai di imparare dal passato: il nostro passato con luci e ombre e la lunga storia della chiesa. La Bibbia non finirà mai di mostrarci dove dobbiamo crescere nel rendere chiaro il vangelo, e dove stiamo vacillando e facendo compromessi. I blog sulla teologia avranno una funzione di protezione e di affinamento; dovrebbero sfidarci a una maggiore fedeltà alla Bibbia e al Dio della Bibbia; dovrebbero renderci umili, e, Dio volendo, impedirci di cadere negli errori che tristemente assaliranno la famiglia Acts 29. Dovrebbero stimolarci e spingerci ad avere più ampiezza e profondità nella riflessione e nella pratica della nostra missione.

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15 Domande diagnostiche in tema di discernimento

In queste ultime domeniche stiamo studiando 2 Timoteo. La settimana scorsa ho predicato da 2 Timoteo 3:6-9. E’ un brano che, come molti altri nelle epistole pastorali, affronta il tema dei falsi insegnamenti. Paolo ci mette in guardia contro la follia dei falsi insegnamenti (e contro la follia di farsi ingannare da essi).

Il che ci porta alla domanda: cos’è un falso insegnamento e come lo si riconosce?

Ovviamente, non c’è nessun metodo a prova di stupido per riconoscere i falsi insegnamenti. Il discernimento biblico non si improvvisa, ma richiede anni di preghiera, predicazione e pratica. Ma ci sono alcune domande che potrebbero aiutarci a distinguere il bene dal male. Qui sotto ci sono 15 domande per diagnosticare con discernimento i falsi insegnamenti che ho suggerito alla mia congregazione.

1. L’insegnamento sembra strano? Naturalmente non è una domanda a prova di stupido (anche la predestinazione può sembrare strana all’inizio). Il sano insegnamento, però, dovrebbe avere un senso biblico per chi legge tutta la Bibbia ogni anno, va in chiesa ogni domenica, e ha frequentato la scuola domenicale per anni. Come prima domanda, un cristiano maturo dovrebbe chiedersi: “Come mai non ho sentito una cosa del genere prima?”

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Signore, fai crescere il mio amore per Te

Tutto inizia con il diletto. La vita cristiana che il Nuovo Testamento descrive non può essere vissuta se i nostri cuori non amano Dio e se lui non è il nostro tesoro.

  • Nessuno vende tutto ciò che ha per comprare un campo, a meno che non contenga un tesoro di valore molto maggiore (Matteo 13:44).

  • Nessuno abbandona il peccato per credere e obbedire Gesù, a meno che la sua salvezza non offra piaceri superiori a quelli del peccato (Luca 19:8–10).

  • Nessuno può avvicinarsi a Dio se non crede che egli è il rimuneratore di quelli che lo cercano (Ebrei 11:6).

  • Nessuno considera la sua giustizia come un danno, a meno che non creda che la giustizia di Gesù è l’unica cosa in grado di garantirgli la gioia inesprimibile di conoscere il Padre (Filippesi 3:9–10).

  • Nessuno lascia “case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli o campi” per amore di Gesù senza lo stimolo di una ricompensa molto più grande (Matteo 19:29).

  • Nessuno soffre volentieri per amore di Gesù, a meno che egli non creda che le sue afflizioni non sono degne di essere paragonate con il peso eterno di gloria che lo aspetta (2 Corinzi 4:17).

Nessuno accoglie volentieri il martirio per amore di Gesù, a meno che non consideri la morte un guadagno (Filippesi 1:21).

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La fondazione di chiese fa per me?
  1. La motivazione principale che mi porta a considerare la fondazione di chiese è una motivazione positiva (come lo è la gloria di Dio e la salvezza delle persone) e non l’insoddisfazione per la mia situazione attuale?

  2. Credo che la fondazione di chiese sia la principale strategia decretata da Dio mediante la quale Egli compie la Sua volontà, fa avanzare il Suo regno e glorifica il Suo nome?

  3. Credo nel vangelo e lo sperimento come “potenza di Dio” non solo per salvarmi dalla pena del peccato ma anche dal dominio del peccato nella mia vita?

  4. Condivido regolarmente il vangelo con i non credenti, e posso indicare delle persone che hanno fatto professione di fede e che stanno ancora camminando con Cristo in seguito alla mia testimonianza?
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L’essenza interiore dell’adorazione

Che importa? Comunque sia, con ipocrisia o con sincerità, Cristo è annunciato; di questo mi rallegro, e mi rallegrerò ancora; so infatti che ciò tornerà a mia salvezza, mediante le vostre suppliche e l'assistenza dello Spirito di Gesù Cristo, secondo la mia viva attesa e la mia speranza di non aver da vergognarmi di nulla; ma che con ogni franchezza, ora come sempre, Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia con la vita, sia con la morte. Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno. Ma se il vivere nella carne porta frutto all'opera mia, non saprei che cosa preferire. Sono stretto da due lati: da una parte ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è molto meglio; ma, dall'altra, il mio rimanere nel corpo è più necessario per voi.

 

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Roma ha davvero cambiato volto?

Il 31 ottobre 2017 segnerà il cinquecentesimo anniversario della Riforma. L’affissione delle novantacinque tesi alla porta della Cattedrale di Wittenberg quel giorno del 1517 per mano di Martin Lutero è uno degli avvenimenti più importanti nella storia del mondo. Infatti, molti evangelici fanno risalire le loro origini a quel momento che diede inizio al movimento Protestante, del quale ci consideriamo gli eredi.

Ma la Riforma accadde cinquecento anni fa! Come per quasi ogni cosa cinquecento anni dopo il suo inizio, le cose sono cambiate. Ma lo sono davvero? Quali questioni hanno suscitato la Riforma? Quali erano le principali proteste contro la Chiesa Cattolica di quel tempo? Le stesse condizioni perdurano anche adesso, tanto da rendere la Riforma incompiuta?

 

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Storia, CulturaGregg Allison
Che cosa significa essere una chiesa vangelocentrica?

Atti 29 non vuole solo fondare chiese, ciò che conta è il tipo di chiese che sono fondate. In questo post Ray Ortlund ci fa comprendere che le chiese sane e che fondano altre chiese sono incentrate sul vangelo di Cristo. 

 

“Evangelion (quello che chiamiamo “il vangelo”) è una parola Greca, il cui significato è notizia buona, allegra, contenta e gioiosa, che rende felice il cuore di un uomo e che lo fa cantare, ballare e saltare di gioia”. [1] William Tyndale

William Tyndale, il traduttore pioniere della Bibbia in Inglese, scrisse queste deliziose parole nel 1525, sigillandole con la sua morte da martire. Quale mondo è quello in cui viviamo, nel quale una cosa così felice è così tanto odiata! Ma è così.   

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L’amore romantico è un dono meraviglioso (e un dio terribile)

Siamo alla fine di una settimana molto proficua nella quale è stato nostro ospite l’autore e oratore Dott. Paul David Tripp, che ha sostituito per questa settimana John Piper, che ritornerà lunedì. Paul è l’autore del libro “Awe: Why It Matters for Everything We Think, Say, and Do”. Questa settimana abbiamo parlato del senso di stupore, e di come esso sia di fatto collegato a tutto quello che facciamo, inclusa la crescita spirituale, gli obiettivi del ministero, i tentativi di mettersi a dieta, i metodi su come crescere i figli, e le nostre attese sul matrimonio, di cui parliamo oggi.

Paul, nella ricerca che ho svolto sulle lettere pastorali del pastore del diciottesimo secolo John Newton, sono rimasto sorpreso nel constatare quanto spesso egli ha scritto a novelli sposi per metterli in guardia contro il pericolo di far diventare il proprio coniuge un idolo che infonde sicurezza. Lo fa ripetutamente nelle sue lettere, credo in parte perché lui stesso sperimentò questa cosa nel suo matrimonio, un’impressionante storia d’amore in sé. Questa sua preoccupazione è portata avanti oggi attraverso il ministero di, per fare un esempio, Tim e Kathy Keller, che ci avvisano dei pericoli dell’attrazione ossessiva nei confronti dell’amore romantico che influenza molti dei media popolari. La bugia dice: Se trovi l’amore romantico, tutta la tua vita avrà sicurezza e appagamento, a tal punto che il matrimonio diventa un tipo di salvezza, e l’amore romantico assume quasi aspettative redentive. Che cosa diresti dunque a cristiani, celibi o sposi novelli, che corrono il pericolo di perdere il senso di meraviglia in Dio diventando ossessionati con l’amore romantico?

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Cultura, Re e Cristo

La religione è una questione dibattuta in una società secolare. Non che la religione sia respinta su due piedi. Più che altro deve saper stare al suo posto. La religione ha il suo posto, certo, solamente che non è al centro. E’ periferico, marginale e secondario. Il suo ruolo nella cultura è per lo più ornamentale e di supporto. Questo ruolo le è garantito fintanto che essa conosce e rispetta le regole del gioco.

La triste realtà è che a molti conduttori di chiesa contemporanei le cose stanno bene così e pur di rimanere al loro posto, rispettano le regole del gioco.

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Che cosa dice la TV sul sesso?

La nostra cultura ci bombarda con immagini a sfondo sessuale (pubblicità su Facebook, riviste, video su YouTube, televisione, cataloghi, Netflix, e con ogni altro mezzo possibile). E’ una cosa talmente evidente che uno non può fare a meno di notarla. Ma c’è una verità non altrettanto evidente: la nostra cultura non solo ci mostra sesso; ci parla anche di sesso.

Giusto o sbagliato, la nostra cultura ci insegna riguardo al sesso. I mass media trasmettono in continuazione educazione sessuale.

 

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Il tuo contesto missionale più importante: la tua vocazione

Sappiamo che tutto quello che Dio fa, lo fa attraverso il suo popolo. Come pastore credo che se vogliamo far avanzare la missione di Gesù, noi che siamo le guide della chiesa dobbiamo impegnarci ad affidare la missione al popolo di Dio. Gran parte dell’attività della chiesa consiste nell’equipaggiare le persone per le loro vite personali e per il ministero tra le mura della chiesa, ma sono convinto che il popolo di Dio vada equipaggiato in vista di quello che è forse il loro contesto missionale più  importante: le loro vocazioni.

 

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Il Papa offre misericordia - i Protestanti non accettano l'indulgenza

L’8 dicembre 2015, Papa Francesco ha aperto l’enorme santa porta di bronzo della Basilica di San Pietro per iniziare l’anno di Misericordia.  Normalmente chiuso e cementato, il portone simbolizza l’entrata alla presenza di Dio dove il fedele cerca di ottenere grazia.

Una caratteristica centrale dell’anno del Giubileo è la dispensazione delle indulgenze plenarie. Per molti, la parola “indulgenza” evoca immagini delle reliquie di Wittenberg del sedicesimo secolo, che vantavano fra le loro schiere: latte materno della Vergine Maria o un rametto del famoso roveto ardente. Pensiamo a xilografie e affreschi rappresentanti famiglie di anime che languono cercando di uscire dalle fiamme del Purgatorio. Davanti ai nostri occhi vediamo predicatori attraversare campagne della Germania su carri carichi di casse piene d’oro, e certificati firmati dal Papa. Poi pensiamo a Martin Lutero, che finalmente decise di levarsi e dire “Basta!”

Ma la storia ci dice di più.

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Cultura, Storia, TeologiaGregg Allison
7 Principi Chiave per Fondatori di Chiese

Principio chiave numero 1: Pensa al Vangelo

Cominciamo da due domande importanti ed essenziali: (1) Quanto perduti sono i perduti? (2) In che modo vanno cercati i perduti?

Se è vero che la dottrina si dimostrata più dalla pratica che da ciò che si professa, dobbiamo allora riconoscere che la risposta di molti alla prima domanda è: “Non del tutto perduti”. Il che forse spiega perché non ci tormentiamo spesso sulla seconda domanda.

Ma il vangelo ci dice che i perduti sono realmente perduti, e che essere perduti è una cosa veramente terribile. Questo spiega perché la domanda numero 2 è così pressante. I perduti sono perduti e devono essere trovati per la gloria di Dio e l’onore del suo nome. Sia l’esperienza sia il materiale biblico dimostrano che uno degli strumenti più efficaci per fare questo è fondare chiese.

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Lo Spirito Santo, il Fondatore di Chiese

Non riesco a ricordare una chiesa fondata con successo che non sia iniziata con una visione, una missione e una strategia chiara. Stranamente, non ho nemmeno mai visto una chiesa fondata con successo che sia andata secondo il piano originale! Devi avere dei piani? SI’! Devi prestare attenzione alle deviazioni che lo Spirito Santo ti mette lungo il cammino? Certamente!

La testimonianza di Francis A. Schaeffer mi sprona a prestare attenzione allo Spirito:

“Il problema centrale della nostra epoca è la chiesa del Signore Gesù Cristo, a livello individuale o collettivo, la quale ha la tendenza di compiere l’opera del Signore nella potenza della carne anziché dello Spirito. Il problema centrale è sempre tra le fila del popolo di Dio, non nelle circostanze intorno a loro”.  

 

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3 cerchi concentrici per mantenere chiarezza teologica

Alla conferenza di Atti 29 Europa di Roma dell’Aprile di quest’anno, sono state adottate le seguenti risoluzioni sulla chiarezza teologica. A causa delle pressioni esercitate dal mondo d’oggi, la conferenza si è concentrata su tre questioni fondamentali: l’immagine di Dio, l’unicità di Cristo e la giustificazione per fede. Lo scopo era di:

Onorare tutto quello che la Bibbia afferma sui nostri atteggiamenti, convinzioni, principi morali, strutture e vite perché qualunque cosa meno di questo significa rigettare la Signoria di Cristo, e tutto ciò che va oltre significa opporsi alla sua Signora.

 

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Impatto
Tutto trema, ma Dio....

La tragedia è immane. La sofferenza indicibile. Viene la voglia di abbracciare e confortare tutta la gente angosciata, colpita così duramente lì nel centro Italia, ad Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto. Già, confortare.

Ma come si fa a trovare conforto in momenti così sconfortanti? Esiste un senso in una tragedia così? Dove trovare la forza per andare avanti, per affrontare oggi o domani? Una giornalista della CNN, ripresa mentre avveniva un’altra forte scossa, ha esclamato: ‘O Gesù!’ Già. Gesù. Ma è davvero plausibile pensare a un Gesù presente e attivo, a questo Dio che a tanti adesso pare essere molto distante e che per tanti altri, proprio come per la giornalista, è quasi esclusivamente una esclamazione scaramantica e nient’altro?

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Jonathan Gilmore