Lezioni dalla storia della chiesa sul discepolato e sulla fondazione di chiese
Pensi di saperne di più di Agostino, dei Riformatori e di Spurgeon? Lezioni sul discepolato per fondatori di chiese.
Mancanza di discepolato
Uno dei maggiori rimpianti sugli inizi della mia vita cristiana è quello di non essere mai stato veramente discepolato, né di aver mai discepolato altri. Benché diversi uomini si fossero interessati alla mia vita spirituale, non ci fu mai un approccio del tipo “sii mio imitatore come io lo sono di Cristo” in nessuna delle nostre conversazioni, nessun dover rendere conto ed essere responsabili gli uni degli altri. Di conseguenza, ho studiato in seminario e sono entrato nel ministero per lo più stando per conto mio.
Che cosa pericolosa! La vita cristiana – figuriamoci il ministero pastorale – non può essere vissuta in solitudine (siamo stati salvati per appartenere a una comunità del vangelo). Ricordo il giorno in cui mi resi conto di avere trascorso gran parte della mia vita in chiesa ma che non avevo nessuna idea di quello che significasse vivere la vita cristiana.
Facciamo un salto in avanti al tempo in cui la nostra squadra di fondazione iniziò a pianificare il percorso di quella che in futuro sarebbe diventata la Chiesa Redeemer. Dovevamo fare una scelta: quali sarebbero state le nostre convinzioni sul fare discepoli e come li avremmo fatti crescere come parte integrante della nostra chiesa-famiglia? Tutti i nostri membri fondatori sono cresciuti frequentando una chiesa. Abbiamo tutti frequentato la scuola domenicale, alcuni hanno fatto parte di programmi di memorizzazione delle scritture, io poi ero il classico ragazzo del gruppo giovanile che metteva tutte quelle strane magliette cristiane caricaturali (ebbene sì, ho indossato la maglietta che esibiva la scritta “La palestra del Signore: Solleva QUESTO alla panca piana!” con un disegno che imitava una palestra in cui si vede Gesù fare flessioni con la croce sulla schiena … ).
Eppure nessuno di noi aveva sperimentato un rapporto di discepolato significativo. Dove avevano sbagliato i metodi delle nostre ex chiese? Erano metodi alquanto sbagliati, ma tutti i metodi hanno i loro difetti. Forse che alle persone non interessava delle nostre anime? No, penso che nemmeno questo fosse il problema. Sono convinto invece che nessuno mi ha discepolato perché nessuno aveva discepolato l’uomo che desideravo avere per guida spirituale.
Guarda al passato per progettare il futuro
La nostra squadra di fondazione era ad un bivio: replichiamo i metodi che abbiamo già vissuto, ma con livelli maggiori di intenzionalità? O dovremmo semplicemente osservare quello che chiese più grandi e più affermate stanno facendo e cercare di proporre qualcosa di simile nel nostro contesto? L’idea piaceva a tutti. Voglio dire, chi non vorrebbe adottare qualcosa di nuovo, popolare e appariscente? É sempre una buona cosa da fare … fino a quando non scopri che non lo è. (Ho imparato la lezione; mai acquistare un’auto o un prodotto della Apple alla sua prima generazione, te ne pentirai).
Dopo aver riflettuto un po’, decidemmo di capire se ci fosse un altro modo. Dove siamo andati a cercare? Alla storia della chiesa. Cominciammo con il primo libro di storia della chiesa, Atti. Volevamo capire a cosa davano valore i primi cristiani e come questi valori influenzavano le loro vite quotidiane.
Ciò che vi trovai era qualcosa di estraneo alla mia esperienza di chiesa. Questi cristiani vivevano le loro vite insieme. In particolare, essi perseveravano in tre cose: nell’ascolto dell’insegnamento degli apostoli, nella comunione fraterna, e nella missione di Gesù (Atti 2:42–47). I primi cristiani volevano essere istruiti, volevano essere conosciuti, e volevano proclamare Gesù. Basandoci su questo modello — e fortemente influenzati dal libro di Steve Timmis e Tim Chester Chiesa Totale — fondammo la Redeemer Church su tre valori distintivi: vangelo, comunità, e missione.
Se non è rotto, non aggiustarlo
Andando oltre il libro degli Atti per vedere come i primi cristiani (post-Atti) consideravano il discepolato, abbiamo notato alcuni incredibili contrasti con l’odierna metodologia di discepolato. Oggi abbiamo ridotto l’“essere un discepolo” per lo più a fare una professione di fede e battezzarsi. Una volta fatto quello sei per conto tuo. Il concetto americano di spiccato individualismo ha portato noi cristiani ad agire come se non avessimo bisogno gli uni degli altri. La chiesa primitiva richiedeva di più.
Il processo iniziale di discepolato per neoconvertiti includeva un rigido piano di tre anni per la crescita dei nuovi credenti nella grazia e nella conoscenza di Gesù. I neo-credenti, chiamati catecumeni – ascoltavano abitualmente la predicazione biblica, ricevevano una formazione teologica di base, e rinunciavano ai loro peccati. Ogni passo di questo processo era “impregnato” di rapporti interpersonali nella comunità del vangelo.
Tuttavia, questo accadeva 2.000 anni fa. Sono sicuro che ad un certo punto i nostri padri e le nostre madri nella fede voltarono pagina, e trovarono dei metodi migliori di quelli impiegati prima di Nicea. Ho ragione?
Certo che ho ragione. Decisi perciò di verificare la mia teoria facendo un salto in avanti di 1.300 anni all’epoca dei Riformatori. Ciò che scoprii mi sconvolse, influenzando per sempre la traiettoria, la missione, e la metodologia di discepolato nella nostra chiesa. I Riformatori utilizzarono delle varianti simili (ma contestualizzate nella loro cultura) delle prime forme di discepolato.
Da bambini a fondatori di chiese
Per esempio, riconoscendo che questa pratica era la norma nella chiesa primitiva, Giovanni Calvino esortava tutte le chiesa a recuperare l’antica usanza di catechizzare i bambini:
“È indubbio che, se venisse attuata questa disciplina, si porrebbe rimedi alla pigrizia di molti genitori, essi non potrebbero infatti tralasciare l’istruzione dei loro figli, di cui ora non si danno molta cura senza incorrere in vergogna. Vi sarebbe nel popolo una migliore intesa nella fede comune né si riscontrerebbe una così grande ignoranza in molti. Parecchi non sarebbero così facilmente trascinati da nuove dottrine; insomma ognuno avrebbe, in qualche modo, uno schema della dottrina cristiana.” (Istituzioni della Religione Cristiana, 4.19.13)
Quando fondammo la Chiesa Redeemer, uno dei nostri obiettivi era di seguire le esortazioni dei Riformatori rivolte ai genitori e alla nostra congregazione di collaborare per istruire i bambini nella fede. Per noi questo ha significato che i genitori partecipassero nella catechesi invece di appoggiarsi a un ministero per bambini professionale.
Incoraggiamo caldamente i bambini a partecipare all’adorazione non appena i genitori ritengono che il bambino sia sufficientemente maturo. Per i bambini che non sono ancora pronti, offriamo un ministero per bambini che si concentra profondamente nel fare discepoli. Ogni settimana, dopo un tempo di istruzione, questi bambini si riuniscono insieme per cantare e ascoltare una versione abbreviata del sermone ( 15 minuti), portata da un membro dello staff, da un seminarista, o da un genitore spiritualmente maturo.
Inoltre, il nostro staff e i nostri seminaristi producono una guida settimanale per il culto e il discepolato in famiglia. Queste guide forniscono alle famiglie domande per la riflessione tratte dal sermone domenicale (che si applicano a bambini e adulti), un versetto da imparare a memoria dal brano biblico di riferimento del sermone, domande del catechismo che rafforzano l’insegnamento del brano biblico, e suggerimenti per il culto di famiglia. Per alcuni questo approccio all’adorazione in famiglia e al discepolato è rivoluzionario. Molti si sorprendono quando vengono a sapere che abbiamo ricontestualizzato pratiche antiche utilizzate dai padri della chiesa e dai Riformatori.
In aggiunta, anziché considerare il seminario come incubatore per lo sviluppo della leadership nella chiesa, ci siamo convinti che la chiesa locale é lo strumento principale per preparare i credenti al ministero. Il seminario (e lo dico da professore di un seminario) dovrebbe affiancare la chiesa locale fornendo risorse aggiuntive per formare guide spirituali per la chiesa.
Se si guarda alla storia della chiesa, c’è molto da imparare sul fare da mentore ai futuri leader e pastori. Ho imparato molto su come fare da mentore dalla storia della chiesa, in particolar modo da Agostino e Charles Spurgeon. Agostino sottolineava che per fare da mentore è necessaria un’intensa relazione a tu per tu nel contesto dell’intera comunità.
Charles Spurgeon rispecchiò un approccio simile nella sua scuola biblica per pastori. Questa istituzione didattica atipica mirava a formare gli studenti stando al loro passo. Questo tipo di approccio richiedeva una conoscenza profonda e specifica delle capacità intellettuali di ciascuno studente, basata sull’interazione personale. Spurgeon impostò la preparazione al ministero non in modo industriale (cioè, quantità più che qualità), ma invece nel contesto di relazioni significative nelle quali ci si espone. Per preparare i suoi studenti al ministero, Spurgeon parlava apertamente delle gioie e delle difficoltà del pastorato. Con questo tipo di approccio all’insegnamento, invece di inculcare delle teorie astratte, egli invitava le future guide della chiesa a imitare la sua vita e il suo ministero. E questo era l’obiettivo biblico.
Agostino e Spurgeon volevano formare guide che avrebbero continuato ad imitare le loro vite e la loro fede una volta che esse avrebbero cominciato a guidare delle chiese. Se i conduttori di chiesa non invitano mai altri a seguirli come essi seguono Gesù, chi lo farà? Le chiese hanno bisogno di vedere i loro conduttori investire tempo ed energia in altri.
Cerchiamo di replicare la saggezza di Agostino e Spurgeon nella vita della nostra chiesa per quanto riguarda la formazione delle nostre guide. Prepariamo le future guide al ministero attraverso lezioni in aula, esperienze pratiche (per esempio, supervisionare uno dei ministeri della nostra chiesa), discepolato a tu per tue e in piccoli gruppi, e opportunità d’insegnamento (per quanti desiderano una formazione di seminario, la forniamo in collaborazione con il seminario locale). Our leadership team invita questi “studenti” a imitarci come noi siamo imitatori di Cristo (1 Cor. 11:1).
Formati delle convinzioni e attieniti ad esse
Dopo aver esaminato i ritmi di discepolato storicamente dimostrati nel corso della storia della chiesa, siamo giunti ad alcune convinzioni specifiche per la nostra chiesa:
Il discepolato deve essere relazionale anziché basato su programmi. Il discepolato non va mai separato dalla comunità del vangelo.
I genitori dovrebbero discepolare i loro figli con l’aiuto della chiesa, anziché il contrario.
Il discepolato dovrebbe preparare quelli che sono discepolati affinché conoscano quello in cui credono e perché lo credono.
Il discepolato dovrebbe preparare i credenti a essere coinvolti nel ministero, a guidare la chiesa locale e a fare discepoli.
Prima di metterti a fondare
Prima di metterti a fondare una chiesa, devi essere ben convinto di come tu e la tua chiesa imposterete la missione di fare discepoli. In realtà, un uomo senza un piano per fare discepoli non dovrebbe mai fondare una chiesa. Fin troppa gente vuole fondare una chiesa per aver visto dei fondatori “di successo” (si pensi alle celebrità tra i pastori evangelici) con grandi chiese, e desiderano avere la stessa cosa. Di conseguenza, questi aspiranti fondatori passano il loro tempo a programmare culti di adorazione di prima qualità aspettandosi di attirare così le masse, ma danno poca attenzione alla missione che Gesù ci ha dato: fare discepoli e fondare chiese.
Se vuoi tanto dare il via a una bella esperienza da vivere la domenica mattina ma hai poco interesse per il duro lavoro del discepolato, allora dammi retta … in realtà non vuoi fondare una chiesa. In realtà vuoi organizzare un evento. C’è una bella differenza. Fondare una chiesa riguarda fare discepoli. Pertanto, guarda alle Scritture per la tua missione (fare discepoli) e poi guarda alla storia per l’applicazione (metodi di discepolato) e poi contestualizza il tuo approccio al tuo contesto. Il discepolato fatto con delle forti convinzioni alla base è ciò che porta alla nascita di nuove chiese e di seguaci di Gesù maturi.
Dopo aver fondato
Hai fondato una chiesa e ora ti sei reso conto che il tuo discepolato non è sano, non è biblico, o semplicemente non porta frutto. Che fare adesso? Ti incoraggio molto a guardare al passato per tracciare il tuo corso futuro. Recupera una visione per fare discepoli che è fondata sulla Scrittura e che ha storicamente portato molto frutto. Un ottimo inizio sarebbe quello di leggere l’eccellente lavoro di Ed Smither Augustine as Mentor.
Conclusione
Chi fonda chiese, per definizione, ama costruire e creare cose nuove. Lo capisco. Sono un fondatore di chiese. Eppure più faccio il pastore, più capisco che i fondatori di chiesa dovrebbero occuparsi meno di cose nuove e occuparsi di più di contestualizzare le cose vecchie. Le nostre dottrine sono antiche (ed è meglio così, altrimenti sarebbero eretiche), ma abbiamo il compito di comunicarle in modi pertinenti e comprensibili alla nostra cultura. La nostra missione è vecchia, eppure dà vita a nuove chiese ogni giorno. Forse dovremmo smettere di cercare di ottenere notorietà elaborando nuovi corsi, piuttosto dovremmo considerarci solo come uno dei tanti operai di una lunga serie di fedeli formatori di discepoli. Quando adottiamo questa mentalità, inizieremo a capire che quelli che ci hanno preceduto hanno lasciato un impatto per un motivo: sapevano quello che facevano.
Dayton Hartman è pastore della Chiesa Redeemer a Rocky Mount (Carolina del Nord). E’ professore aggiunto di Storia della Chiesa al Southeastern Baptist Theological Seminary. Ha frequentato Liberty University, dove ha ottenuto una laurea specialistica in Apologetica Globale, e detiene un Dottorato di ricerca in Storia della Chiesa e del Dogma dalla North-West University.
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Fonte: https://www.acts29.com/lessons-church-history-discipleship/?lang=it