L’amore romantico è un dono meraviglioso (e un dio terribile)
Intervista di Tony Reinke
Tema: Matrimonio
Trascrizione dell’Audio
Siamo alla fine di una settimana molto proficua nella quale è stato nostro ospite l’autore e oratore Dott. Paul David Tripp, che ha sostituito per questa settimana John Piper, che ritornerà lunedì. Paul è l’autore del libro “Awe: Why It Matters for Everything We Think, Say, and Do”. Questa settimana abbiamo parlato del senso di stupore, e di come esso sia di fatto collegato a tutto quello che facciamo, inclusa la crescita spirituale, gli obiettivi del ministero, i tentativi di mettersi a dieta, i metodi su come crescere i figli, e le nostre attese sul matrimonio, di cui parliamo oggi.
Paul, nella ricerca che ho svolto sulle lettere pastorali del pastore del diciottesimo secolo John Newton, sono rimasto sorpreso nel constatare quanto spesso egli ha scritto a novelli sposi per metterli in guardia contro il pericolo di far diventare il proprio coniuge un idolo che infonde sicurezza. Lo fa ripetutamente nelle sue lettere, credo in parte perché lui stesso sperimentò questa cosa nel suo matrimonio, un’impressionante storia d’amore in sé. Questa sua preoccupazione è portata avanti oggi attraverso il ministero di, per fare un esempio, Tim e Kathy Keller, che ci avvisano dei pericoli dell’attrazione ossessiva nei confronti dell’amore romantico che influenza molti dei media popolari. La bugia dice: Se trovi l’amore romantico, tutta la tua vita avrà sicurezza e appagamento, a tal punto che il matrimonio diventa un tipo di salvezza, e l’amore romantico assume quasi aspettative redentive. Che cosa diresti dunque a cristiani, celibi o sposi novelli, che corrono il pericolo di perdere il senso di meraviglia in Dio diventando ossessionati con l’amore romantico?
La prima cosa che direi loro è che l’amore romantico non è mai la causa di un buon matrimonio. Per natura sono un uomo molto romantico. Mi piace il romanticismo, ma esso è in realtà il risultato di un buon matrimonio. E se cerchi nel romanticismo il modo per ottenere un buon matrimonio, diventerai un essere umano impazzito, scoraggiato, deluso, infine disperato. Perché? Qual è la visione biblica del matrimonio? E’ una persona imperfetta sposata con una persona imperfetta in un mondo caduto nel peccato. Sei ancora incoraggiato? Ma con un Dio fedele.
Quindi non avrò mai il paradiso nel mio matrimonio. Il paradiso deve ancora venire. Non sarò mai sposato con una persona perfetta. Quella persona non sarà mai il mio Messia. La persona che ho sposato non ha assolutamente nessuna capacità di cambiare il mio cuore. La persona che ho sposato non ha assolutamente nessuna capacità di arrecare soddisfazione e appagamento al mio cuore. Non ha assolutamente la capacità di liberarmi dal mio peccato. Non hanno proprio nessuna capacità di fare una cosa del genere.
Un buon matrimonio è tale perché le persone in questione sanno di non essere il Messia l’uno dell’altro. Ma non si fanno prendere dal panico, perché hanno ricevuto un Messia adeguato e sufficiente che irrompe nel matrimonio con la sua grazia e ci dà tutto quello che abbiamo bisogno per essere ciò che dovremmo essere e fare ciò che dovremmo fare nel matrimonio.
Morale della favola: Non ricevi mai la tua capacità di amare dalla persona che sei stata chiamata ad amare. Non ricevi mai la tua capacità di amare da tua moglie o da tuo marito. Ricevi la tua capacità di amare ai piedi della croce del Signore Gesù Cristo. Ce l’hai. E’ un dono di grazia che Dio ti fa. Non devi quindi cercare nell’altra persona quello che ti è già stato dato in Cristo.
Giusto! Nello specifico, che cosa diresti a un cristiano celibe che sente la sua solitudine più reale della presenza di Dio?
La mia risposta a qualcuno che si sente schiacciato da qualunque esperienza umana, che sia celibe o malato o povero, è di esaminare ciò su cui medita. Qualsiasi cosa controlla la mia meditazione dominerà il mio pensiero e riformulerà i miei desideri. Ed è per questo che c’è la chiamata biblica a meditare sulle cose del Signore, a meditare su Dio stesso.
Quello che direi è che la fede biblica non ti chiama mai a negare la realtà. Se devi negare la realtà per avere pace, non stai esercitando la fede biblica. Ma se ti dedichi a meditare sulle sconcertanti realtà riguardanti la caduta nel mondo, affonderai. Affronta pure queste realtà, ma medita sulla gloria di Dio e in questo modo esse non ti schiacceranno più.
Bene, siamo in chiusura. Potrei parlare della gloria di Dio per sempre — che è quello che faremo per sempre! Ma per adesso dobbiamo concludere la settimana. Nel farlo, mi viene in mente quello che una volta C.S. Lewis scrisse sulla gioia. Lewis disse: “Ogni gioia evidenzia la nostra condizione di pellegrini; ricorda, richiama, desta sempre il desiderio. I nostri migliori possedimenti”, scrisse, “sono le cose che non abbiamo”. In un certo senso, le nostre gioie più profonde in questa vita sono una percezione di quello che ci manca veramente. Alla fine del tuo ultimo libro parli dello stupore inteso come desiderio. Anche nel nostro senso di stupore, alla fine dei conti c’è qualcosa che rimane insoddisfatto, un desiderio che resta. Spiegacelo.
Siamo tutti creati per l’eternità e penso ciò significhi che ogni momento di tristezza, di delusione, di dolore o di paura sia un’invocazione per un altro mondo, un mondo migliore. Ogni momento di gioia, felicità e pace è un assaggio di un altro mondo che nella profondità del cuore di tutti gli esseri umani è il desiderio del paradiso — e questo desiderio del paradiso è al centro della brama per Dio.
Mi piace dire questa cosa. Il paradiso sarà il paradiso perché Dio ne sarà per sempre il centro indiscusso. Questo è ciò che stiamo desiderando. Ogni giorno in qualche modo mentre faccio i conti con le afflizioni dentro di me e fuori di me, che me ne renda conto o no, chiedo a gran voce l’eternità. Gli stupori di oggi ci stanno attirando verso quel momento quando vivremo in un continuo stupore di Dio per sempre. E in dieci milioni di anni nell’eternità non ci sarà nessuna diminuzione di quello stupore.
E’ una magnifica conclusione. Paul, grazie per il tempo che ci hai dedicato questa settimana!
Grazie a voi per avermi ospitato!
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Tony Reinke è un autore dello staff di Desiring God. Ha scritto tre libri: 12 Ways Your Phone Is Changing You (2017), Newton on the Christian Life: To Live Is Christ (2015), e Lit! A Christian Guide to Reading Books (2011). Conduce il popolare podcast Ask Pastor John, e vive a Minneapolis-Saint Paul con la moglie e i loro tre figli. Ha anche un blog: tonyreinke.com.