Predica la Parola. Edifica la Chiesa

Il noto agnostico Bart Ehrman, professore di studi religiosi all’Università della Carolina del Nord di Chapel Hill, inizia uno dei suoi corsi con un’esercitazione in classe.1 Esordisce così: “Quanti di voi credono che la Bibbia è la Parola ispirata di Dio?” Secondo il professor Ehrman, la maggioranza degli studenti alzano le mani. Poi chiede: “Quanti di voi hanno letto [e cita un romanzo conosciuto]… The Hunger Games di Suzanne Collins?” Di solito tutte le mani nella stanza si alzano, con poche eccezioni. Ehrman prosegue con una terza domanda: “Quanti di voi hanno letto tutta la Bibbia?” E praticamente nessuno alza la mano. Poi arriva la sua stoccata. Chiede: “Adesso capisco come mai leggete il libro della Collins. E’ una lettura interessante. Ma se credete davvero che Dio abbia scritto un libro, non lo dovreste leggere?” Ehrman mostra così l’incoerenza tra quello che questi studenti dicono e quello che fanno.

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Una fedeltà che non si vergogna

Il mio tributo a R.C. Sproul (1939–2017) 

L’impatto di R.C. Sproul nella mia vita e ministero è dovuto all’eccezionale insieme della sua fedeltà senza vergogna nei confronti dell’assoluta sovranità e centralità di Dio, alla sua totale devozione all’inerranza e alla profonda rilevanza delle Scritture cristiane, la sua grande e rigorosa attenzione al testo effettivo della Scrittura nel determinare le sue posizioni, e le sue sconvolgenti formulazioni della verità biblica riferite alla realtà contemporanea.

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Predicando, LeadershipJohn Piper
Sei preghiere alle quali Dio risponde sempre

Se sei come me, probabilmente ti senti confuso o manchevole nella preghiera più che in ogni altro aspetto della vita cristiana. Come mai? Parlare al Dio che ci ha scelto, che ci ha salvato e che ci sostiene non dovrebbe essere forse la cosa più naturale e piacevole al mondo? Dovrebbe esserlo, ma il più delle volte non lo è.

Tutti sappiamo che dovremmo pregare di più. Il nostro senso di colpa è lì a ricordarcelo. Ma se siamo onesti, dobbiamo confessare che non vogliamo pregare di più e che non siamo nemmeno convinti di averne bisogno. Per quale motivo? Forse perché in realtà non abbiamo capito ciò che la preghiera è, o tendiamo a dimenticarlo.

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Il giorno della Riforma: Gesù venne bussando

Il 31 ottobre 1517, Gesù, mediante uno sconosciuto monaco e professore tedesco di nome Martin Lutero, venne letteralmente bussando alla porta di Wittenberg della Chiesa Cattolica Romana.  

La corruzione sfrenata del potere e la ricchezza erano un peccato-cancro che era andato in metastasi nella Chiesa Cattolica Romana, diffondendosi in gran parte della sua gerarchia e, tramite essa, nelle sue dottrine e nelle sue pratiche. Questo cancro stava uccidendo la chiesa. Essa era diventata molto prospera eppure non si rendeva conto di quanto fosse infelice, miserabile, povera, cieca e nuda. Essa non aveva ascoltato sufficientemente la voce autorevole di Gesù nelle Scritture, o gli avvertimenti profetici che più volte le erano stati rivolti. La pazienza del Signore stava per esaurirsi.

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Il motivo numero uno per cui fondiamo chiese

Fondiamo chiese per mettere in mostra Dio e la Sua ineguagliabile perfezione, grandezza e bellezza. Questo è il cuore pulsante della fondazione di chiese! Questo è quello che Paolo espone nella sua lettera alla chiesa di Efeso. In dodici versetti (1:6; 12; 14), Paolo ripete tre volte una frase: “a lode della Sua gloria”.

Perché quest’affermazione è il punto focale di questo brano? Perché è la motivazione principale che sta dietro alla fondazione di chiese? Ci sono tre argomentazioni convincenti:

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10 cose che dovresti sapere sulla riforma

Sapevi che:

La Riforma riguardava le salsicce.

Durante la Quaresima del 1522, a Zurigo un gruppo di studenti organizzò una festa delle salsicce. La tradizione voleva che durante la Quaresima si mangiassero solo pesce e verdure, ma questi studenti volevano cambiare l’usanza, e per loro cambiare significava mangiare “hot dogs”. Il consiglio comunale multò l’organizzatore della festa, anche se solo di una cifra simbolica. Qualche giorno dopo, Ulrico Zwingli, la guida della chiesa della città, scrisse un libello a sostegno degli studenti. La Bibbia, sostenne, non ha molto da dire sulle salsicce, e di sicuro non c’era scritto nulla che riguardasse il mangiare salsicce durante la Quaresima.

Il Consiglio convocò un dibattito per decidere se il punto di vista di Zwingli fosse conforme all’insegnamento della Bibbia. Zwingli vinse. In realtà però aveva vinto ancora prima di iniziare, perché i termini della discussione supponevano l’autorità delle Scritture. Era quello, anziché le salsicce, il vero problema, anche se è rassicurante sapere che i panini al bacon riscuotono consensi.

Queste sono le 10 cose che dovresti sapere sulla Riforma...
 

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StoriaTim Chester
L’uomo il cui sogno ha distrutto milioni di persone. La triste eredità di Hugh Hefner

Hugh Hefner, il fondatore di Playboy Enterprises e sua massima personificazione ideologica, è morto una settimana fà all’età di 91 anni alla Playboy Mansion, immersa nel mondo immaginario da lui creato. Sarà sepolto accanto a Marilyn Monroe, la prima donna a posare nuda nell’inserto centrale di Playboy.

Nel 1953, Hefner sdoganò la pornografia dai bassifondi culturali, le diede un abito e un linguaggio sofisticato, un’ambientazione elegante e affascinante e una parvenza liberatoria e libertina, facendola diventare un fenomeno di tendenza con la rivista Playboy. Non era tanto un rivoluzionario quanto un uomo che comprese il tempo in cui viveva. Sapeva in quale direzione stava andando la storia. Vide i lati deboli, colpì con astuzia (e impudicizia), e vinse la battaglia culturale: i vecchi costumi sessuali sono stati abbandonati una volta per sempre e la pornografia è diventata pervasiva. Ma a quale prezzo?

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La Dichiarazione di Nashville

Uno dei temi attualmente maggiormente dibattuti è sicuramente quello della sessualità umana. Sempre di più la posizione biblica viene messa sotto attacco e minata. In vista del proliferare di una crescente confusione su come posizionarsi di fronte a questo soggetto, durante agosto 2017, alcuni massimi esponenti dell’evangelismo hanno redatto e approvato una dichiarazione congiunta - la Dichiarazione di Nashville.

Per iniziare, riportiamo sotto un breve articolo introduttivo di John Piper e poi il testo tradotto della Dichiarazione.

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Perchè i Cattolici pregano Maria ?

Quella che segue è la trascrizione audio del podcast “Ask Pastor John” del 9 luglio 2014.

Lo storico Michael Reeves è di nuovo nostro ospite dal Regno Unito, e per tutta la settimana prenderà il posto di John Piper. Michael, pregare Maria è un fenomeno impressionante nella Chiesa Cattolica Romana, almeno per noi Protestanti. Anche nell’ultimo Catechismo, il Vaticano continua a mettere enfasi sul valore e sull’importanza di liturgie, festività e preghiere dedicate a Maria. Come si è sviluppata questa pratica nel corso del tempo? Perché i Cattolici pregano Maria?

Ok. In realtà la storia è fatta di due parti. La prima parte ha un buon inizio. Sin dai suoi albori, la Chiesa e i suoi teologi hanno preso come immagine predominante della salvezza la visione di Paolo in Romani 5 dei due uomini (Adamo e Cristo) che decidono il destino di tutte le persone. Ci sono due uomini, Adamo e Cristo. Tutti noi dipendiamo da uno di loro per la nostra salvezza. In Adamo siamo tutti caduti nel peccato. In Cristo, quelli che sono uniti a lui sono salvati.

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Ogni Chiesa sana ha i suoi problemi

Sono ormai più di vent’anni che frequento la chiesa. Non dimenticherò mai la mia prima esperienza in una vera chiesa che crede nella Bibbia, ripiena di Spirito e che canta gli inni della grazia. Fui sorpreso nel constatare che alle persone piaceva essere lì, rimasi senza parole nel notare che conoscevano le parole dei canti, e fui sbalordito quando venni a sapere che parlavano della loro fede anche quando non erano in chiesa. Vedevo mariti e mogli pieni di attenzioni reciproche, bambini rispettosi, e studenti universitari sobri. Tutto ciò ebbe un enorme impatto nella mia vita. Ero entusiasta della chiesa.

Vent’anni dopo, posso dire di aver sperimentato anche i dispiaceri dell’appartenere alla chiesa. Ho sperimentato il dolore di finire negli ingranaggi della politica ecclesiale, ho visto leader escludere i membri dalle decisioni, ho sentito amici pronunciare parole pesanti, ho visto membri di chiesa rovinare le loro vite nel peccato, e ho partecipato ad assemblee di chiesa che sembravano quasi una puntata di “Forum” (Jerry Springer).

La chiesa non è stata sempre un’esperienza piacevole. Nonostante abbia visto molte persone mollare la chiesa e allontanarsi da essa, amo ancora la chiesa e ho anche deciso di trasferirmi con la mia famiglia per rimettere in piedi una chiesa in difficoltà. Ciò che sto facendo può confondere la gente, ma amiamo ancora la chiesa, nonostante le sue imperfezioni e i suoi peccati.  

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Un solo Pastore perfetto

Più cammino con Gesù, più sono affascinato dall’apostolo Paolo.

Oltre che dalle grandi dimostrazioni della potenza dello Spirito Santo e dai vasti territori che ha influenzato con la sua opera di evangelista, sono attratto dalla sua umanità. Egli è una delle figure più rivoluzionarie presenti nella Scrittura, eppure è anche una delle più accessibili e trasparenti.

La sua conversione mostra uno dei più interessanti contrasti tra il prima e il dopo il cambiamento, ma molti tratti del suo carattere restano intatti. Nelle sue lettere, Paolo non misura il linguaggio nel condividere le sue insicurezze, le sue frustrazioni e le sue sofferenze. Rimprovera a tutti gli effetti la chiesa di Corinto riguardo al suo diritto di ricevere sostegno finanziario dalle chiese, sebbene egli non lo chieda (1 Corinzi 9). In seguito parla della sua inadeguatezza, raddoppiando nello stesso tempo gli sforzi per difendersi dai soliti attacchi sulla legittimità del suo apostolato con un solido ragionamento pieno di paragoni poco lusinghieri e sottile sarcasmo (2 Corinzi 10–12). Critica aspramente Pietro per la sua ipocrisia in un modo che farebbe arrossire la maggior parte dei ministri del vangelo occidentali per la “mancanza di amore” dimostrata (Galati 2:11–14).

La sua umanità è inoltre visibile nei suoi rapporti con le chiese da lui fondate e che egli serviva. Nel racconto fatto da Luca dell’ultimo discorso di Paolo agli anziani di Efeso (Atti 20:17–38) c’è una scena toccante in cui Paolo esprime il suo affetto per la chiesa in parole e opere, dichiarando con fermezza che le sue azioni erano osservabili da quelli del suo gruppo. Affermando “queste mani hanno provveduto ai bisogni miei”, ci dà l’immagine di un leader che fa un altro lavoro per provvedere ai suoi bisogni, per non essere di peso alla chiesa. Sembra così umano.

Elaborando questo negli anni, rimango spesso disilluso quando considero la mia precedente visione dei leader cristiani.

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Sono esausto. Come posso ricaricare il mio corpo senza trascurare la mia anima?
  • Colloquio con John Piper

  • Tema: Santificazione e crescita

 

Trascrizione audio

La domanda di oggi ci è stata rivolta da una persona sfinita. Quando siamo esausti, come possiamo “ricaricarci” senza trascurare le nostre anime? La domanda è questa: “Ciao Pastore John, ho 41 anni e da nove sono il pastore di una chiesa piccola ma in crescita con 120 membri in Galles. Nel corso del mio pastorato ho notato che, a causa della natura spiritualmente, emotivamente e mentalmente estenuante del ministero, quando mi capita di avere del tempo libero (una serata o un sabato) tutto quello che desidero è staccare la spina e fare cose banali come guardare programmi sportivi in televisione. Sento che dovrei piuttosto impegnarmi in altre letture personali o devozionali, in cose che mi aiutano nella ricerca di Dio, ma non riesco a trovare le energie o il desiderio per farlo. Il ministero è molto impegnativo, e quando posso cerco di sfuggire dalle cose a esso legate. Come fai a gestire questa tensione tra il ministero come lavoro cui dedichi il tuo tempo e la tua attenzione per gran parte del giorno, e il bisogno di avere le energie per cercare Dio personalmente al di fuori delle attività formali del tuo ministero? Hai avvertito questa tensione e hai qualche consiglio per un pastore giovane ma già stanco?”

Sì, ho avvertito questa tensione. Dubito che sia possibile evitarla. Poiché ho cercato di esaminare e studiare il mio cuore e le sue inclinazioni quando sono stanco, sono piuttosto diffidente della mia propensione ad autogiustificarmi per difendere la mia tendenza a compromettere la mia mente e la mia coscienza con quello che faccio con il mio cosiddetto tempo libero. Lo dico giusto per suonare un campanello d’allarme prima di metterci a pensare che sentirsi stanchi dopo aver lavorato per il Signore possa giustificare praticamente ogni cosa. Credo che queste sottili autogiustificazioni mondane siano i primi segnali di molte cadute nel ministero pastorale. Potremmo dire che trascorrere il tempo libero in modo mondano porta a rovinose cadute. Ecco alcune cose che ho imparato e che vorrei suggerire.

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Perché Dio non può amare eternamente quelli che non credono in Lui?

Trascrizione Audio

Bentornati al podcast Ask Pastor John, e bentornato Pastore John. Abbiamo ricevuto una domanda da un ascoltatore che si chiama Tuck Warner da Coldstream (Canada): “Caro Pastore John, pur capendo che la Bibbia sostiene il concetto della predestinazione, ho ancora difficoltà a conciliare il fatto che un Dio perfettamente amorevole sostanzialmente ci «costringa» ad amarlo senza poter scegliere diversamente. Se il suo amore è perfetto, come può dunque non concederci la libertà di accettarlo o di rifiutarlo?” Come risponderesti?

Ho tre risposte, e principalmente sono risposte al modo in cui la domanda è formulata, ma credo che ci aiutino ad arrivare alle questioni di fondo che lo interessano. La prima risposta ha a che fare con il presumere di sapere ciò che significa per Dio essere perfettamente amorevole prima di capire veramente nella Bibbia in che modo egli ha amato. La seconda risposta riguarda la parola “costringere”, quando l’ascoltatore chiede: “Può Dio costringerci ad amarlo?”. Voglio dire qualcosa sulla parola “costringere”. E la terza è una risposta a Dio ci dà la libertà di accettare o rifiutare il suo amore. Queste sono le tre cose sulle quali voglio dire qualcosa.

 

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Condividere la vita con i rifugiati

La crisi dei rifugiati non può essere ignorata. Tutti i giornali del mondo ne parlano. Politici vincono e perdono elezioni su questa questione. Se c’è una cosa che potrebbe dividere l’Europa nei prossimi anni, questa è la crisi dei rifugiati. Forse hai visto le terribili foto di bambini dispersi in mare. Forse hai guardato documentari sui ragazzi perduti del Sudan. E’ probabile che nella tua città siano alloggiati migliaia di rifugiati che attendono di essere accolti nella tua comunità. Mentre il tuo aggregatore di notizie su Facebook riempie il tuo cuore di uno zelo al limite della rabbia, è probabile che ti domanderai: Che cosa posso fare io? 

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