Una fedeltà che non si vergogna

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Il mio tributo a R.C. Sproul (1939–2017) 

L’impatto di R.C. Sproul nella mia vita e ministero è dovuto all’eccezionale insieme della sua fedeltà senza vergogna nei confronti dell’assoluta sovranità e centralità di Dio, alla sua totale devozione all’inerranza e alla profonda rilevanza delle Scritture cristiane, la sua grande e rigorosa attenzione al testo effettivo della Scrittura nel determinare le sue posizioni, e le sue sconvolgenti formulazioni della verità biblica riferite alla realtà contemporanea.

Vi faccio un esempio. Ricordo ancora la stanza in cui mi trovavo quando per la prima volta mi trovai davanti a questa incomparabile combinazione. Era uno stanzino di casa nostra, e stavo ascoltando una cassetta con il mio Walkman mentre facevo dei lavori di casa. Il testo su cui R.C. stava predicando era Luca 13:1–5.

Avevo scelto di ascoltare quella registrazione perché il titolo del messaggio mi aveva colpito: “Il luogo dello stupore mal riposto” (predicato di nuovo recentemente con il titolo “Il luogo dello stupore”). Non avevo nessuna idea di cosa significasse quel titolo. Non riuscivo a capire dove volesse andare a parare nemmeno pensando al contenuto di Luca 13:1–5. Poi cominciai ad ascoltare, e come accade molto spesso quando si ascoltano i suoi sermoni espositivi, ne fui rapito.

Il nostro stupore mal riposto

Alcune persone erano andate da Gesù per riferirgli l’orribile atto perpetrato da Pilato, il quale aveva fatto uccidere alcuni Galilei e ne aveva mescolato il sangue ai loro sacrifici. Curiosamente, quelli che andarono da Gesù non fecero nessuna domanda. Si limitarono a esprimere il loro stupore. Ma il loro stupore nascondeva questa domanda: Quale orribile peccato avevano commesso quei Galilei per provocare un tale giudizio?

“L’intento di R.C. era questo: colpire il cuore, renderlo umile e conquistarlo alla grandezza e alla purezza trascendente di Dio”.

Gesù rispose: “Pensate che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, perché hanno sofferto quelle cose? No, vi dico; ma se non vi ravvedete, perirete tutti allo stesso modo” (Luca 13:2–3). E per assicurarsi che sapessero che egli era consapevole degli orrori che accadevano nel mondo, aggiunse: “O quei diciotto sui quali cadde la torre di Siloe e li uccise, pensate che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico; ma se non vi ravvedete, perirete tutti come loro” (Luca 13:4–5).

R.C. fece poi un’osservazione sconvolgente, tale da farmi sobbalzare. Egli disse che questa folla, che era talmente stupita che alcune persone fossero state giudicate per il loro peccato, aveva riposto il suo stupore in un posto del tutto sbagliato — “un luogo di stupore mal riposto”. Erano stupiti che una cosa così orribile fosse successa a pochi Galilei. Ciò di cui invece avrebbero dovuto stupirsi era che una cosa altrettanto orribile non fosse successa a tutti gli abitanti di Gerusalemme. Anzi, aggiunse R.C., a tutti gli abitanti del mondo.

Gesù rispose loro: “Pensate che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, perché hanno sofferto quelle cose? No, vi dico; ma se non vi ravvedete, perirete tutti allo stesso modo” (Luca 13:2–3). 

Queste calamità erano successe ad altri affinché Io mi ravveda. La cosa che mi deve far stupire è che io non mi trovo ora, in questo momento, all’inferno a causa del mio peccato. Sobbalzai.

Una combinazione incomparabile

Col passare del tempo mi resi conto che l’impatto di una predicazione del genere era dovuto all’incomparabile combinazione di fedeltà di R.C.

Primo, egli riservava una grande e rigorosa attenzione al testo effettivo della Scrittura. Egli non faceva delle considerazioni generiche, come se il suo sermone galleggiasse nelle nebbie del testo. Egli leggeva il testo. Egli mi faceva concentrare sulle preposizioni. Mi faceva vedere che cosa veramente c’era nel testo che avevo davanti. Le realtà sconvolgenti erano vere perché si trovavano proprio lì nel testo.

Secondo, nel tempo, quando sentivi R.C. fare questa cosa spesso, capivi che questa grande attenzione nei confronti del testo biblico e il suo rigore nell’affrontarlo erano dovuti alla sua totale devozione all’inerranza delle Scritture e alla loro profonda rilevanza. Egli non credeva che il messaggio dei testi biblici fosse inoffensivo e poco entusiasmante, e di conseguenza bisognoso di artifici oratori per suscitare delle emozioni. Per nulla. Se prendi il testo con la dovuta serietà, e ti rendi conto che esso è veramente parola di Dio, puoi aspettarti che la sua rilevanza sarà spesso sconvolgente.

Terzo, conseguentemente, le espressioni di verità biblica che fanno sobbalzare (che si ritrovano in abbondanza nella predicazione e negli scritti di R.C.) non erano preparate a tavolino per creare un effetto, ma scelte in modo strategico per esprimere la realtà. Diceva anche che le espressioni scioccanti sono semmai inadeguate rispetto alla realtà del testo, e non la esagerano per nulla. 

Quarto, scaturendo dall’esegesi per poi arrivare al mio cuore, c’era una fedeltà priva di vergogna verso la sovranità assoluta di Dio nel mostrare misericordia o nel giudicare secondo la sua infinita saggezza. L’intento di R.C. era questo: colpire il cuore, renderlo umile e conquistarlo alla grandezza e alla purezza trascendente di Dio.

Un Dio santo, un uomo umile

Prendiamo in esame un’altra illustrazione di questo tipo di esposizione che fa sobbalzare. Il Re Davide decise di ricondurre l’arca di Dio da Chiriat-Iearim alla città di Davide. Contrariamente a ciò che la legge di Dio prescriveva, essa fu trasportata su un carro trainato da buoi, e non portata sulle spalle dai sacerdoti per mezzo di stanghe (Numeri 4:15). I buoi inciamparono, l’arca s’inclinò, Uzza stese la mano per reggere l’arca, e Dio lo colpì e lo fece morire (1 Cronache 13:10).

“Se prendi la Bibbia con la dovuta serietà, puoi aspettarti che la sua rilevanza sarà spesso sconvolgente”.

R.C. suggerì che la questione fosse più profonda dell’inosservanza alle prescrizioni Mosaiche. Si trattava di un’incapacità di capire la profondità della contaminazione umana. Perché, domandò, Uzza ritiene che le sue mani siano più pure del suolo sul quale l’arca stava per cadere? Il suolo è impuro solo cerimonialmente. Le mani degli uomini peccatori sono moralmente e spiritualmente impure — un’impurità ben più grave.

All’obiezione che questa appare una punizione troppo severa, R.C. rispose che, secondo la tradizione Ebraica, ci sono 23 violazioni della legge Mosaica che prevedono la pena capitale. Questa è una limitazione assolutamente sorprendente e misericordiosa da parte di Dio, dal momento che, all’inizio della storia umana, tutti i peccati erano punibili con la morte!

L’ho sentito fare spesso queste osservazioni sconvolgenti dalla Scrittura, e tutto questo per magnificare la santità di Dio, e l’umiltà dell’uomo. Ne fui meravigliato. Il risultato fu che ebbi il desiderio di trattare la Bibbia con la massima serietà, di essere completamente sottomesso a essa, di predicarla fedelmente e di essere un araldo che non si vergogna della grandezza della grazia sovrana di Dio.

La fedeltà ai testi biblici e quest’alta considerazione della sovranità e della santità di Dio furono le cose che nella mia vita resero la battaglia di R.C. a favore dell’imputazione della giustizia di Cristo così credibile e convincente. Più Dio è grande, centrale, sovrano e santo ai nostri occhi, più chiaramente avvertiamo il nostro bisogno disperato di essere giustificati per sola fede.

Un giorno, quando la sua biografia ufficiale sarà stata scritta e i migliori studi sulla sua vita e il suo ministero saranno stati svolti, credo che ciò che ne emergerà sarà un corpo di verità e devozione straordinariamente coerente. Non è mai voluto scendere in questioni di importanza secondaria (eccezion fatta per il tifo per la sua squadra del cuore, i Pittsburgh Steelers!). Non si è allontanato dalle grandi dottrine della Scrittura e dal loro profondo impatto sulla vita, sul ministero, sulla chiesa e sulla missione. Esse sono state le travi portanti sulle quali ha costruito una visione del mondo coerente, incentrata su Dio.

“Amo la Sedia”

Concludo con un ultimo ricordo personale che mi fece affezionare a R.C. in un modo speciale. Mi aveva invitato a Orlando per intervenire a una delle conferenze di Ligonier. Dovevo predicare dopo che lui aveva appena portato un messaggio sul significato della fede. Nel suo messaggio, raffigurò una sedia sul palco e spiegò che se hai fiducia nella sedia, non ti limiti a dichiararlo, ma ti ci siedi sopra. Questa è la fede.

“Dobbiamo accogliere Cristo non solo come utile nel sostenerci, ma come prezioso nell’essere il nostro Tesoro totalmente soddisfacente” 

Durante il mio messaggio (che veniva dopo il suo), osai affermare che la fede va oltre a quello: devi amare la sedia, devi considerarla una sedia meravigliosa e preziosa. Devi fare della sedia il tuo tesoro, e non solo sederti sopra, non solo usarla. Dopo il messaggio, uscì in tutta fretta dal retro per prendere l’aereo che mi avrebbe riportato a casa. R.C. mi aveva guardato predicare dal monitor dietro al palco. Afferrò il mio braccio, mi ringraziò sottovoce, sorrise e disse: “Amo la sedia”.

Avrebbe potuto offendersi facilmente. Ma non era quel genere di uomo. Il suo sorriso, la sua risata e le sue affermazioni erano genuini e profondi. Non erano frivoli. Dobbiamo accogliere Cristo non solo come utile nel sostenerci, ma come prezioso nell’essere il nostro Tesoro totalmente soddisfacente. 

Amo R.C. Sproul. Sono certo di essere in debito con lui molto di più di quanto penso. Il mio rispetto per la santità di Dio e per la verità della Sua parola non sarebbe lo stesso senza la sua influenza. Mi mancherà (anche se per poco).


John Piper (@JohnPiper) è fondatore e insegnante di desiringGod.org e rettore del Bethlehem College & Seminary. E’ stato per 33 anni pastore della Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, Minnesota. Ha scritto più di 50 libri, incluso Reading the Bible Supernaturally.

Il tributo di Piper è stata rilasciata alla notizia del decesso il 14 dicembre 2017 di R.C. Sproul, predicatore, scrittore, teologo. Uomo fedele che ha ‘amato la sedia’ e ha avuto un profondo impatto su tanti. In italiano ricordiamo il suo libro,’Sola Fede’ (Passaggio)  (N.d.R.)

Usato con il permesso di Desiring God.

Predicando, LeadershipJohn Piper