Posts in Applicazione Bibliche
Le tenebre puntano verso la luce

Il vangelo al centro. Ecco cosa Impatto Italia sottolinea nella visione di lavorare per vedere chiese sane che fondano chiese che fondano chiese. In quale modo il vangelo definisce e ridefinisce la vita? Quanto segue è una risposta ad una tragedia. Recentemente, infatti, uno studente dell'Università di Salerno si è tolto la vita. Si tratta del secondo suicidio dell'anno per l'Università. In seguito a ciò è stato chiesto al Pastore Justin Valiquette della chiesa Nuova Vita Salerno, parte di Impatto, di condividere un messaggio di speranza con tutti i ragazzi coinvolti nella tragedia. Ecco cos'ha condiviso:  

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Oh Vita !

Viaggio spesso in aereo. Alcune compagnie low-cost ti consentano di portare una sola valigia a bordo: il famoso trolley. Dimensioni definite, peso pure. Tendo a vederlo come qualcosa di fastidioso, e così è. Per contro mi obbliga a pensare con attenzione a cosa porto con me. E a pesarlo attentamente. Deve essere solo l’essenziale, l’occorrente, il stretto necessario.

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Sei preghiere alle quali Dio risponde sempre

Se sei come me, probabilmente ti senti confuso o manchevole nella preghiera più che in ogni altro aspetto della vita cristiana. Come mai? Parlare al Dio che ci ha scelto, che ci ha salvato e che ci sostiene non dovrebbe essere forse la cosa più naturale e piacevole al mondo? Dovrebbe esserlo, ma il più delle volte non lo è.

Tutti sappiamo che dovremmo pregare di più. Il nostro senso di colpa è lì a ricordarcelo. Ma se siamo onesti, dobbiamo confessare che non vogliamo pregare di più e che non siamo nemmeno convinti di averne bisogno. Per quale motivo? Forse perché in realtà non abbiamo capito ciò che la preghiera è, o tendiamo a dimenticarlo.

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Il giorno della Riforma: Gesù venne bussando

Il 31 ottobre 1517, Gesù, mediante uno sconosciuto monaco e professore tedesco di nome Martin Lutero, venne letteralmente bussando alla porta di Wittenberg della Chiesa Cattolica Romana.  

La corruzione sfrenata del potere e la ricchezza erano un peccato-cancro che era andato in metastasi nella Chiesa Cattolica Romana, diffondendosi in gran parte della sua gerarchia e, tramite essa, nelle sue dottrine e nelle sue pratiche. Questo cancro stava uccidendo la chiesa. Essa era diventata molto prospera eppure non si rendeva conto di quanto fosse infelice, miserabile, povera, cieca e nuda. Essa non aveva ascoltato sufficientemente la voce autorevole di Gesù nelle Scritture, o gli avvertimenti profetici che più volte le erano stati rivolti. La pazienza del Signore stava per esaurirsi.

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Perchè i Cattolici pregano Maria ?

Quella che segue è la trascrizione audio del podcast “Ask Pastor John” del 9 luglio 2014.

Lo storico Michael Reeves è di nuovo nostro ospite dal Regno Unito, e per tutta la settimana prenderà il posto di John Piper. Michael, pregare Maria è un fenomeno impressionante nella Chiesa Cattolica Romana, almeno per noi Protestanti. Anche nell’ultimo Catechismo, il Vaticano continua a mettere enfasi sul valore e sull’importanza di liturgie, festività e preghiere dedicate a Maria. Come si è sviluppata questa pratica nel corso del tempo? Perché i Cattolici pregano Maria?

Ok. In realtà la storia è fatta di due parti. La prima parte ha un buon inizio. Sin dai suoi albori, la Chiesa e i suoi teologi hanno preso come immagine predominante della salvezza la visione di Paolo in Romani 5 dei due uomini (Adamo e Cristo) che decidono il destino di tutte le persone. Ci sono due uomini, Adamo e Cristo. Tutti noi dipendiamo da uno di loro per la nostra salvezza. In Adamo siamo tutti caduti nel peccato. In Cristo, quelli che sono uniti a lui sono salvati.

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Un solo Pastore perfetto

Più cammino con Gesù, più sono affascinato dall’apostolo Paolo.

Oltre che dalle grandi dimostrazioni della potenza dello Spirito Santo e dai vasti territori che ha influenzato con la sua opera di evangelista, sono attratto dalla sua umanità. Egli è una delle figure più rivoluzionarie presenti nella Scrittura, eppure è anche una delle più accessibili e trasparenti.

La sua conversione mostra uno dei più interessanti contrasti tra il prima e il dopo il cambiamento, ma molti tratti del suo carattere restano intatti. Nelle sue lettere, Paolo non misura il linguaggio nel condividere le sue insicurezze, le sue frustrazioni e le sue sofferenze. Rimprovera a tutti gli effetti la chiesa di Corinto riguardo al suo diritto di ricevere sostegno finanziario dalle chiese, sebbene egli non lo chieda (1 Corinzi 9). In seguito parla della sua inadeguatezza, raddoppiando nello stesso tempo gli sforzi per difendersi dai soliti attacchi sulla legittimità del suo apostolato con un solido ragionamento pieno di paragoni poco lusinghieri e sottile sarcasmo (2 Corinzi 10–12). Critica aspramente Pietro per la sua ipocrisia in un modo che farebbe arrossire la maggior parte dei ministri del vangelo occidentali per la “mancanza di amore” dimostrata (Galati 2:11–14).

La sua umanità è inoltre visibile nei suoi rapporti con le chiese da lui fondate e che egli serviva. Nel racconto fatto da Luca dell’ultimo discorso di Paolo agli anziani di Efeso (Atti 20:17–38) c’è una scena toccante in cui Paolo esprime il suo affetto per la chiesa in parole e opere, dichiarando con fermezza che le sue azioni erano osservabili da quelli del suo gruppo. Affermando “queste mani hanno provveduto ai bisogni miei”, ci dà l’immagine di un leader che fa un altro lavoro per provvedere ai suoi bisogni, per non essere di peso alla chiesa. Sembra così umano.

Elaborando questo negli anni, rimango spesso disilluso quando considero la mia precedente visione dei leader cristiani.

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