Riconosci chi non sei

Molti dei problemi che affliggono noi cristiani hanno origine perché smarriamo la nostra identità.

Dimentichiamo che siamo figli di Dio che egli ha eletto e acquistato per sé, e ai quali ha affidato un mandato, e ci vediamo attraverso altre cose: l’affermazione sul lavoro, il benessere dei nostri figli, il successo del nostro ministero, la nostra sensazione di appagamento, o la nostra capacità di raggiungere i nostri obiettivi e sogni. Possiamo anche vederci quasi esclusivamente attraverso il nostro peccato (siamo definiti dalla nostra tentazione più forte o dalla difficoltà che ci affligge), o attraverso la nostra sofferenza (siamo definiti dalle più brutte afflizioni in cui ci troviamo).

Quando l’apostolo Pietro scrisse la prima delle sue due lettere, scriveva a seguaci di Cristo sotto assedio. Erano incessantemente afflitti, continuamente perseguitati, costantemente tentati. La sofferenza gridava ad alta voce che erano dimenticati o non amati. I loro avversari urlavano che essi avevano abbandonato la loro fede, le loro famiglie, le loro comunità, e che erano vittime di un terribile inganno, e Satana sussurrava che nulla era cambiato, che erano quelli che erano sempre stati.

Mentre i credenti subivano l’assalto di questi messaggi, Pietro intercetta i loro missili con promesse celesti: “Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa” (1 Pietro 2:9). Non sei quello che eri. Non sei quello che i tuoi sentimenti ti dicono. Non sei quello che la tentazione ti fa credere di essere. Ora appartieni a lui.

1. Non sei quello che eri.

Uno dei modi più facili che Satana ha per farti ritornare al peccato è indurti a credere che tu non lo abbia mai abbandonato.

Pietro dice: “Voi, che prima non eravate un popolo . . . che non avevate ottenuto misericordia” (1 Pietro 2:10). Egli è onesto su quanto infelice fosse la loro condizione prima di trovare Cristo, quando erano morti nei loro peccati e trasgressioni, quando permettevano alle passioni della loro carne di avere libero sfogo, quando essi erano figli e figlie d’ira (Efesini 2:1-3) — separati da Cristo, estranei alle sue promesse, “senza speranza e senza Dio nel mondo” (Efesini 2:12). Questi eravate voi, dice Pietro.

Ma Dio (Efesini 2:4). Egli non vi ha lasciati senza speranza nelle vostre trasgressioni e nei vostri peccati. “Ma ora, in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo” (Efesini 2:13). Pietro ci ricorda che non siamo più quelli che eravamo un tempo. “Voi, che prima non eravate un popolo, ma ora siete il popolo di Dio; voi, che non avevate ottenuto misericordia, ma ora avete ottenuto misericordia” (1 Pietro 2:10). Ogni volta che Satana ci dice: “Guarda chi eri”, noi rispondiamo: “Sì, lo ero, ma Dio”.

Se sei in Cristo, non sei chi eri un tempo. Sei stato scelto da Dio per far parte della famiglia di Dio. La misericordia ha fatto di te una nuova creatura. Come scrisse una volta John Newton, un mercante di schiavi diventato pastore: “Non sono quello che dovrei essere, non sono chi voglio essere, non sono chi spero di essere in un altro mondo; in ogni caso non sono quello che ero un tempo, e per la grazia di Dio sono quello che sono”.

2. Non sei quello che i tuoi sentimenti ti dicono.

Se Satana non può convincerti che sei quello che sei sempre stato, può cercare di farti mettere in dubbio che sia davvero una buona notizia appartenere a Dio. Satana potrebbe mandarti ogni genere di sofferenza e di avversità, se ciò gli fosse concesso, per negare la chiara e forte dichiarazione di Dio in Cristo: “Io ti amo”.

Sappiamo che i lettori di Pietro stavano soffrendo intensamente e ingiustamente (1 Pietro 1:6; 2:19). Erano provati con il fuoco (1 Pietro 1:7), e il fuoco può far sentire lontano l’amore di Dio, fino a quando piano piano produce una fede più forte, più pura, più resistente, una fede ben più preziosa dell’oro (1 Pietro 1:7).

Con il fuoco di sbarramento della persecuzione e dell’ostilità puntato contro di loro, Pietro spazza via il fumo proveniente da tutti i colpi d’arma da fuoco spirituali, e dice dei loro nemici: “Essi, essendo disubbidienti, inciampano nella parola; e a questo sono anche stati destinati” (1 Pietro 2:8). Al momento possono apparire favoriti dalla sorte e assai temibili, ma mentre maltrattano i figli di Dio e si fanno beffe della sua voce, si stanno incamminando verso un destino di dannazione. Essi non hanno la minima idea di chi essi sono in realtà. 

“Ma voi” — versetto seguente — “siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato” (1 Pietro 2:9). Sei stato eletto da Dio da tutti i popoli che egli ha creato. Ti è stato dato accesso al suo trono mediante suo Figlio. Dio si è tenuto nascosto per centinaia di anni, continuando a parlare per mezzo di un profeta o di un sacerdote, e infine ha aperto il luogo santissimo per te, e per chiunque crede in Gesù. Ha fatto di te una nazione santa — ti ha messo da parte, reso simile a Cristo, ti ha riempito della potenza del suo Spirito. E tu appartieni a lui. Egli ha mandato suo Figlio per averti.

Perciò, quando ti trovi in prove svariate: “Rallegratevi in quanto partecipate alle sofferenze di Cristo, perché anche al momento della rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare” (1 Pietro 4:13). Non sei quello che pensi di essere nella sofferenza e nell’avversità. Sei prezioso per l’essere più inestimabile di tutto l’universo. Niente può separarti dal suo amore (Romani 8:35).

3. Non sei definito dal tuo peccato.

Ogni seguace di Cristo si è ravveduto dal peccato eppure continua a combattere contro la tentazione. L’apostolo Giovanni dice: “Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi” (1 Giovanni 1:8). Benché dobbiamo essere onesti e vigilare su ogni peccato in noi, il peccato residuo non ci definisce più. Paolo dice ai peccatori: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove” (2 Corinzi 5:17). Le abitudini peccaminose del tuo passato non sono quello che sei. Cristo ti sta insegnando, per mezzo del suo Spirito, a vivere come la nuova creatura che Dio ti ha reso.

La nostra nuova identità in Cristo non è una licenza a deporre le nostre armi contro la tentazione. No di certo! Quando il peccato ci spia alla porta, la nostra nuova identità ci dà il coraggio di sfondare quella porta con la spada dello Spirito, la parola del nostro Dio (Efesini 6:17). Pietro scrive: “Carissimi, io vi esorto, come stranieri e pellegrini” — questa terra con tutto il suo affanno e le sue tentazioni non è più la tua patria — “ad astenervi dalle carnali concupiscenze che danno l’assalto contro l’anima” (1 Pietro 2:11). Le stesse passioni nelle quali eri morto senza Cristo continueranno ad attaccarti. Una volta però tendevano agguati a bambini disarmati e indifesi; ora invece incontrano guerrieri armati di tutto punto protetti da Dio. 

Se sei uno con Cristo e in guerra contro il tuo peccato residuo, non sei quello che le tue più grandi tentazioni o le iniquità che ti tormentano ti vogliono far credere. In Cristo, sei senza macchia agli occhi di Dio, e niente e nessuno può rapirti dalla sua mano e dal suo cuore.

L’apice della nostra identità

In questi versetti che parlano della nostra identità, si trova un mandato che rappresenta l’apice più elevato di chi siamo in Cristo: “Perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa” (1 Pietro 2:9). Sei stato messo da parte in Cristo non solo per godere Dio, ma per mostrare agli altri il suo valore. Appartieni a Dio non solo per vivere per sempre, ma per essere suo testimone per sempre. Sei stato scelto da Dio non solo per essere, ma per andare.

Ciò che proclamiamo su Gesù Cristo non è solo una delle più grandi evidenze che siamo una persona nuova; è anche uno dei più grandi privilegi di essere chi siamo in lui. Per tre anni, egli andò di città in città per ridare vita ai perduti e edificare il suo regno. Infine, dopo essere morto e risorto, ha affidato le sue chiavi alla chiesa — non ai sapienti secondo il mondo, né ai potenti e agli influenti, né ai nobili di nascita (1 Corinzi 1:26), ma alle persone nuove. Ciò che Cristo compie oggi nel mondo, lo fa attraverso persone come te, nonostante quello che eri una volta, quanto debole ti senti, e le tentazioni che ti vogliono far cadere nel peccato. 

Quando sei stato trasportato dalle tenebre alla luce meravigliosa di Dio, ti è stata data una straordinaria potenza in vista di un grande compito: “Riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e la Samaria, e fino all’estremità della terra” (Atti 1:8). Sei un testimone di eccellenza per il mondo che guarda e che sta morendo. 

Riconosci chi non sei, e vivi, nella potenza dello Spirito, alla luce di chi sei in Cristo — eletto, unto, santo, amato e mandato.


Marshall Segal (@marshallsegal) scrive per desiringGod.org, di cui è anche direttore esecutivo. E’ l’autore di Non ancora sposati. Trovare la vera gioia nelle relazioni sentimentali (Adi-Media, 2017). Si è laureato al Bethlehem College & Seminary. Lui e sua moglie, Faye, hanno un figlio e vivono a Minneapolis.

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