La disciplina che Dio disapprova

Molti di noi apprezzano la disciplina e vorrebbero praticarla di più, ma sappiamo anche che formare una disciplina è difficile, e mantenerla lo è ancora di più. Spesso vogliamo essere disciplinati, ma senza doverne pagare il prezzo quotidiano.

Pensiamo ai propositi che facciamo all’inizio dell’anno. Quasi tutti comportano un qualche tipo di disciplina. Alcuni di noi iniziano a pensarci da quando abbiamo fallito per l’ultima volta di metterli in atto a febbraio o marzo (o anche prima) — perdita di peso, nuovi ritmi in relazioni importanti, brutte abitudini da perdere, costanza e profondità nelle nostre abitudini della grazia.

Nell’anelare alla disciplina dovremmo però fare attenzione. Il nostro Signore dice di alcune persone: “Allora mi chiameranno, ma io non risponderò; mi cercheranno con premura ma non mi troveranno” (Proverbi 1:28). C’è una disciplina — anche nel cercare Dio — che lo offende. Esiste una cosa come la “disciplina empia” — una sorta di lavoro sodo, perseveranza, sforzo e impegno che allontanano di più Dio, anziché farlo avvicinare. Potremmo apparire impegnati, produttivi, perfino spirituali, tutto questo mentre siamo lontani da Dio e separati dalla sua grazia.

Dio rifiuta un certo tipo di diligenza, ma ne approva un’altra: “Io amo quelli che mi amano, e quelli che mi cercano diligentemente mi trovano” (Proverbi 8:17, Nuova Diodati). Nell’aspirare alla disciplina e nel coltivarla, dobbiamo imparare la differenza tra la diligenza in cui Dio si diletta e la diligenza che egli disprezza.

Disciplinati e allontanati

Quando Dio dice: “Mi cercheranno con premura ma non mi troveranno”, il suo avvertimento è ancora più sconvolgente e spaventoso. Dio dichiara ai diligenti che agiscono empiamente: “Io riderò delle vostre sventure; mi farò beffe quando lo spavento vi piomberà addosso” (Proverbi 1:26). Questa non è indifferenza divina, ma qualcosa molto peggiore; è ostilità da parte dell’Onnipotente. Queste persone stanno cercando Dio diligentemente, bisognosi di aiuto e soccorso — ed egli ride.

Il giudizio è severo, ma non arbitrario. Perché questo tipo di disciplina ha un odore tanto nauseante alle narici di Dio? “Avete respinto ogni mio consiglio e della mia correzione non ne avete voluto sapere” (Proverbi 1:25, 29-30). Perché essi hanno disprezzato Dio e gli hanno disubbidito, fino a quando la catastrofe è piombata loro addosso e non rimaneva nessun altro a cui rivolgersi. Per questo motivo, quando infine si sono rivolti a lui, il loro ravvedimento non proveniva dal cuore ma si basava sull’opera delle loro mani, e così non hanno potuto trovare il Dio che è ovunque nello stesso momento.

Gesù avverte i suoi discepoli: “Molti mi diranno in quel giorno: ‘Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?’ Allora dichiarerò loro: ‘Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori’” (Matteo 7:22-23). Abbiamo fatto. Abbiamo fatto. Abbiamo fatto. Gesù dice: “Allontanatevi da me”. Avevano additato le Babele che si erano costruite, e il Signore le ha distrutte tutte.

La disciplina può diventare una padrona che ci lascia avventati e orgogliosi oggi, e a mani vuote davanti al Signore nell’ultimo giorno. La strada per l’inferno è lastricata di disciplina tanto quanto lo è quella per il cielo.

Disciplinati nella ribellione

Dio detesta una certa diligenza perché essa lo disonora. Se ci rivolgiamo a lui soltanto con riluttanza in tempo di crisi o di tragedia, dopo che per mesi (se non anni) lo abbiamo ignorato e abbandonato, egli non appare come il tesoro dell’universo o la fonte di ogni saggezza e forza, ma diventa l’ultimo tentativo disperato di auto-preservarsi. Questo tipo di diligenza è spesso impaziente, e si aspetta che Dio agisca secondo i nostri tempi; è presuntuosa, perché esige che Dio faccia quello che vogliamo noi; è egoista, perché mette noi al centro delle nostre preghiere; è di breve durata, perché si esaurisce non appena la difficoltà è passata.

Questa disciplina si basa sulla paura delle conseguenze, non sulla gioia in Dio. Trattiamo colui che era, che è, e che viene come il nostro primo soccorso personale. Ma egli è il Creatore del mondo, il sostenitore di ogni cosa che vive, il sovrano sopra ogni nazione, l’autore di tutta la storia. Dio odia una certa disciplina perché mangiamo e beviamo, preghiamo e leggiamo, serviamo e facciamo addirittura sacrifici per la gloria del nostro io, non di Dio. Quando Dio guarda a quello che c’è dietro ai nostri sforzi, ai nostri progetti e al nostro sudore, egli vuole vedere quanto grande e buono è lui, non quanto siamo forti noi.

La diligenza che Dio ama

Ma la disciplina può anche portare ad avere più di Dio — più misericordia, più sicurezza, più gioia. Il Signore, che personifica la saggezza in Proverbi 8, sta in piedi forte e magnifico sulla cima di un alto monte e invita tutti quelli che stanno ai piedi del monte a salire verso di lui:

A me appartiene il consiglio e il successo;

    Io sono l’intelligenza, a me appartiene la forza.

Io amo quelli che mi amano,

    e quelli che mi cercano mi trovano. (Proverbi 8:14, 17)

Egli non promette di dare se stesso a cercatori esitanti, riluttanti. Egli cerca adoratori che lo bramano (Giovanni 4:23), uomini e donne che lo cercano con tutto il loro cuore, anima, mente e forza — perché essi desiderano lui, non solo il suo aiuto, il suo perdono o i suoi doni.

Dio ama la nostra diligenza quando essa manifesta al mondo che egli è degno. Questo tipo di diligenza è paziente, perché sa che mille anni sono come un giorno per l’Onnipotente; si sacrifica, è disposta a spendersi, a soffrire, e persino a morire per la sua gloria; è salda, non vacilla nelle difficoltà della vita e persevera a lungo verso l’eternità; ed è felice, perché ha seminato i semi della disciplina per raccogliere la ricchezza di conoscere Cristo (Filippesi 3:8) — di trovare lui.

Mettete da parte vostra ogni impegno

Nella sua seconda lettera, l’apostolo Pietro ripete che siamo sfuggiti alla corruzione del peccato e che siamo rinati, avendo ricevuto le preziose e grandissime promesse di Dio, oltre alla potenza per vivere come Cristo. “Per questa stessa ragione”, scrive:

Mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza l’autocontrollo; all’autocontrollo la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l’affetto fraterno, e all’affetto fraterno l’amore ... Impegnatevi sempre di più a render sicura la vostra vocazione ed elezione; perché, così facendo, non inciamperete mai (2 Pietro 1:5-7, 10).

Il cristianesimo non è nemico dell’impegno, anzi! Cristo, e Cristo solo, ha compiuto l’opera sulla croce per espiare i nostri peccati e acquistare il nostro perdono, ma quando egli disse: “E’ compiuto!” (Giovanni 19:30), egli non ha crocifisso il nostro sforzo e la nostra disciplina. Egli ha acquistato la potenza per cercare lui e ci ha chiesto di deporre le nostre vite. Egli ha strappato via il nostro sforzo dalla tomba, e ha iniziato a infiammarlo con un altro dolce dono della grazia: il suo Spirito. Se egli è veramente vivo in noi, susciterà una diligenza più profonda, più dolce e più rigorosa, non di meno.

Prendi il tuo diletto nella diligenza

Il pericolo della disciplina empia è nel mettersi troppo a correre nella direzione sbagliata, solo per poi scoprire che dopo tutto lo sforzo, l’ansia, e il duro lavoro, siamo più vuoti, più disperati, più lontani da Dio.

La disciplina santa è ancorata nella nostra gioia in Dio — non principalmente nella paura della punizione, o nel desiderio di avere guarigione o sollievo in questa terra, o nella necessità di conformarsi agli altri o di fare una buona impressione. Ascolta ciò che dice il Signore: “Ascoltatemi attentamente (diligentemente) e mangerete ciò che è buono, gusterete cibi succulenti!” (Isaia 55:2). Sii disciplinato nel diletto — nel diletto in Dio.

Quando cerchiamo Dio, aspettandoci che sia lui a soddisfare le nostre anime — nei giorni felici e in quelli difficili, nella ricchezza e nella povertà, nella malattia e nella salute — lo troveremo (Proverbi 8:17). In lui troveremo tutto ciò di cui abbiamo bisogno e più di quello che possiamo immaginare.


Marshall Segal (@marshallsegal) scrive per desiringGod.org, di cui è anche direttore esecutivo. E’ l’autore di Non ancora sposati. Trovare la vera gioia nelle relazioni sentimentali (Adi-Media, 2017). Si è laureato al Bethlehem College & Seminary. Lui e sua moglie, Faye, hanno un figlio e vivono a Minneapolis.

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