L’uomo il cui sogno ha distrutto milioni di persone. La triste eredità di Hugh Hefner
Hugh Hefner, il fondatore di Playboy Enterprises e sua massima personificazione ideologica, è morto una settimana fà all’età di 91 anni alla Playboy Mansion, immersa nel mondo immaginario da lui creato. Sarà sepolto accanto a Marilyn Monroe, la prima donna a posare nuda nell’inserto centrale di Playboy.
Nel 1953, Hefner sdoganò la pornografia dai bassifondi culturali, le diede un abito e un linguaggio sofisticato, un’ambientazione elegante e affascinante e una parvenza liberatoria e libertina, facendola diventare un fenomeno di tendenza con la rivista Playboy. Non era tanto un rivoluzionario quanto un uomo che comprese il tempo in cui viveva. Sapeva in quale direzione stava andando la storia. Vide i lati deboli, colpì con astuzia (e impudicizia), e vinse la battaglia culturale: i vecchi costumi sessuali sono stati abbandonati una volta per sempre e la pornografia è diventata pervasiva. Ma a quale prezzo?
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Condividere la vita con i rifugiati
La crisi dei rifugiati non può essere ignorata. Tutti i giornali del mondo ne parlano. Politici vincono e perdono elezioni su questa questione. Se c’è una cosa che potrebbe dividere l’Europa nei prossimi anni, questa è la crisi dei rifugiati. Forse hai visto le terribili foto di bambini dispersi in mare. Forse hai guardato documentari sui ragazzi perduti del Sudan. E’ probabile che nella tua città siano alloggiati migliaia di rifugiati che attendono di essere accolti nella tua comunità. Mentre il tuo aggregatore di notizie su Facebook riempie il tuo cuore di uno zelo al limite della rabbia, è probabile che ti domanderai: Che cosa posso fare io?
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Impegnati nella tua città con il vangelo
Non esiste un cristiano che non sia un missionario. In virtù del Grande Mandato, ogni cristiano è mandato in missione per fare discepoli ed essere un testimone della potenza salvifica di Dio in Cristo. Eppure, il termine “missionario” spesso fa pensare a nomi come Hudson Taylor, Amy Carmichael o George Lisle, persone che hanno attraversato continenti e varcato confini per predicare il vangelo in posti pericolosi. L’eredità che ci hanno lasciato va preservata come fonte d’ispirazione di come dovremmo ubbidire ai comandamenti di Gesù. Ma è il comandamento di Gesù che rimane costante. I metodi che utilizziamo, i luoghi dove andiamo e i nostri ruoli saranno diversi secondo la nostra chiamata, dei nostri doni, delle nostre passioni, del luogo e dell’epoca in cui viviamo. Nondimeno, tutti quelli che sono stati riconciliati con Dio in Cristo, e inseriti nelle comunità locali per servire, sono chiamati a raggiungere i perduti. Per dirlo in modo ancora più semplice: i chiamati sono anche i mandati.
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Ripensare la conversione nel contesto: riesaminare le aspettative del cambiamento secondo il vangelo
Hai mai conosciuto qualcuno che pensavi fosse un cristiano ma che poi non si è rivelato come tale? Ho conosciuto un attore in disgrazia che era anche ateo. Dopo qualche tempo cominciò a frequentare la nostra chiesa, iniziò a leggere libri sul vangelo e a pregare con la sua famiglia. Contento di sapere della sua conversione, lo invitai a pranzo. Parlando con lui, fu scioccato di scoprire che si era convertito ma che non era rigenerato. Una donna fedele della nostra chiesa che era molto attiva nel servire e che frequentava gli incontri della chiesa e partecipava alla vita della comunità, chiese di essere battezzata. Quando le chiesi perché, mi disse che era appena diventata una cristiana. Spesso il nostro discernimento di una vera conversione è poco chiaro.
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Guarda al tuo albero di Natale con occhi diversi
Il Natale riguarda un albero. Ma non l’albero che addobbi. C’è un altro albero che ruota intorno al Natale.
Ancora prima che la terra fosse creata, c’era un albero nel futuro di Gesù, e fin dal suo primo respiro, ogni passo del suo cammino lo avrebbe portato a quest’albero.
Non era un albero di felicità; non era un albero di gioia. Non era un albero che uno vorrebbe celebrare. Nessuno avrebbe mai voluto avere a che fare con quest’albero, se non Gesù. In effetti, la Bibbia dice che Gesù si avvicinò a quest’albero con gioia.
Quell’albero non era un sempreverde; era una croce.
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Roma ha davvero cambiato volto?
Il 31 ottobre 2017 segnerà il cinquecentesimo anniversario della Riforma. L’affissione delle novantacinque tesi alla porta della Cattedrale di Wittenberg quel giorno del 1517 per mano di Martin Lutero è uno degli avvenimenti più importanti nella storia del mondo. Infatti, molti evangelici fanno risalire le loro origini a quel momento che diede inizio al movimento Protestante, del quale ci consideriamo gli eredi.
Ma la Riforma accadde cinquecento anni fa! Come per quasi ogni cosa cinquecento anni dopo il suo inizio, le cose sono cambiate. Ma lo sono davvero? Quali questioni hanno suscitato la Riforma? Quali erano le principali proteste contro la Chiesa Cattolica di quel tempo? Le stesse condizioni perdurano anche adesso, tanto da rendere la Riforma incompiuta?
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Cultura, Re e Cristo
La religione è una questione dibattuta in una società secolare. Non che la religione sia respinta su due piedi. Più che altro deve saper stare al suo posto. La religione ha il suo posto, certo, solamente che non è al centro. E’ periferico, marginale e secondario. Il suo ruolo nella cultura è per lo più ornamentale e di supporto. Questo ruolo le è garantito fintanto che essa conosce e rispetta le regole del gioco.
La triste realtà è che a molti conduttori di chiesa contemporanei le cose stanno bene così e pur di rimanere al loro posto, rispettano le regole del gioco.
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Che cosa dice la TV sul sesso?
La nostra cultura ci bombarda con immagini a sfondo sessuale (pubblicità su Facebook, riviste, video su YouTube, televisione, cataloghi, Netflix, e con ogni altro mezzo possibile). E’ una cosa talmente evidente che uno non può fare a meno di notarla. Ma c’è una verità non altrettanto evidente: la nostra cultura non solo ci mostra sesso; ci parla anche di sesso.
Giusto o sbagliato, la nostra cultura ci insegna riguardo al sesso. I mass media trasmettono in continuazione educazione sessuale.
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Il Papa offre misericordia - i Protestanti non accettano l'indulgenza
L’8 dicembre 2015, Papa Francesco ha aperto l’enorme santa porta di bronzo della Basilica di San Pietro per iniziare l’anno di Misericordia. Normalmente chiuso e cementato, il portone simbolizza l’entrata alla presenza di Dio dove il fedele cerca di ottenere grazia.
Una caratteristica centrale dell’anno del Giubileo è la dispensazione delle indulgenze plenarie. Per molti, la parola “indulgenza” evoca immagini delle reliquie di Wittenberg del sedicesimo secolo, che vantavano fra le loro schiere: latte materno della Vergine Maria o un rametto del famoso roveto ardente. Pensiamo a xilografie e affreschi rappresentanti famiglie di anime che languono cercando di uscire dalle fiamme del Purgatorio. Davanti ai nostri occhi vediamo predicatori attraversare campagne della Germania su carri carichi di casse piene d’oro, e certificati firmati dal Papa. Poi pensiamo a Martin Lutero, che finalmente decise di levarsi e dire “Basta!”
Ma la storia ci dice di più.
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