Nessuno era più felice di Gesù

Nel suo libro Abundant Living (Vita abbondante), E. Stanley Jones fece la seguente osservazione: “I primi cristiani non dicevano costernati: ‘Guarda com’è diventato questo mondo’, ma dicevano con gioia: ‘Guarda chi è venuto nel mondo’”.

Chi è venuto è Gesù Cristo. Attraverso il miracolo della sua incarnazione, egli ci ha fatto vedere Dio: “Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere” (Giovanni 1:18). Ma il Figlio di Dio non ha portato solo la grazia, la giustizia, la pace, l’amore e la verità di Dio con la sua venuta, ma anche la sua gioia eterna.

Gesù stesso ha detto: “Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa” (Giovanni 15:11). Una traduzione di questo versetto dice: “Vi ho detto queste cose per rendervi perfettamente gioiosi come me”.

Una nascita che reca una grandissima gioia 

Vediamo scorci di questa gioia riflessa nei magi, che “si rallegrarono di grandissima gioia” (Matteo 2:10) nel vedere la stella indirizzarli a Gesù. Anche Maria, Elisabetta, i pastori, gli angeli, Simeone e Anna furono sopraffatti dalla gioia alla venuta del Messia, e Giovanni balzò nel grembo materno per la gioia alla presenza di Gesù (Luca 1:44).

Pensiamo al messaggio che gli angeli rivolsero ai pastori alla nascita di Gesù: “Vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà” (Luca 2:10). Questo non è un semplice annuncio di gioia, ma di una grande gioia — la migliore notizia che ci sia mai stata e che mai ci sarà. Purtroppo però molte persone ignorano o non colgono affatto la letizia di Gesù e la gioia che egli porta, per tutto l’anno e anche durante il periodo natalizio. Scegli a caso un gruppo di credenti e non credenti e chiedi: “Chi è l’uomo più felice che è mai vissuto?” e pochissimi, se non nessuno, daranno la risposta corretta: Gesù.

Letizia a preferenza dei Suoi compagni

La Bibbia insegna chiaramente che sebbene egli fu chiamato anche “uomo di dolore, familiare con la sofferenza” (Isaia 53:3), superava l’umanità intera anche nella sua gioia. L’autore di Ebrei prende il Salmo 46:6-7 e lo applica al Messia, laddove il Padre dice di suo Figlio: “Tu hai amato la giustizia e hai odiato l'iniquità; perciò Dio, il tuo Dio, ti ha unto con olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni” (Ebrei 1:8-9).

Chi sono i compagni di Gesù in questo brano? Considerato il contesto di Ebrei 1, che presenta Gesù come Dio incarnato, “compagni” probabilmente si riferisce a tutti gli altri essere umani. Questa sembra una chiara conferma che la letizia di Gesù supera quella di tutti gli uomini che siano mai vissuti. Riflettendo sul Salmo 45 e Ebrei 1, John Piper scrive: “Gesù Cristo è l’essere più felice dell’universo. La sua letizia supera quella di tutti gli angeli in cielo. Egli rispecchia in modo perfetto la gioia infinita, santa e irrefrenabile del Padre suo” (Venite e gustate Gesù Cristo, BE Edizioni, 2012).

Quando scrissi il mio primo romanzo a fumetti, dovevo decidere come volevo che l’artista raffigurasse il volto di Gesù in una scena tipica. Avendo letto i Vangeli molte volte e conoscendo Gesù da più di quarant’anni, sapevo che la sua espressione normale doveva essere di gioia. Certo, chiesi all’artista di ritrarlo adirato quando discuteva con i farisei e angosciato quando si dirigeva alla croce. Ma l’uomo che teneva i bambini in braccio, guariva le persone, sfamò le moltitudini e trasformò l’acqua in vino a un matrimonio era il più delle volte felice!

Se ci immaginiamo Gesù andare in giro perennemente triste o arrabbiato, brontolando e cercando di condannare le persone anziché portare loro la sua grazia, non stiamo vedendo il Gesù rivelato nella Bibbia.

La felicità quotidiana di Cristo

In Luca 4:17, Gesù apre il rotolo di Isaia e legge i primi versetti di Isaia 61, dopo di che egli dice: “Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite” (Luca 4:21). Isaia 61 continua con la sua profezia su Gesù: “Io mi rallegrerò grandemente nel Signore, l'anima mia esulterà nel mio Dio; poiché egli mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto nel mantello della giustizia” (Isaia 61:10). Questo brano ci dice che il Padre è la fonte della gioia del Figlio. La versione in inglese New Century Version (NCV) rende così il versetto: “Il Signore mi rende molto felice; tutto ciò che sono esulta nel mio Dio”.

Solo una persona gioiosa può insegnare ai suoi discepoli l’arte del gioire. Gesù disse: “Non vi rallegrate perché gli spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli” (Luca 10:20). Il versetto successivo lega la gioia dei suoi discepoli alla gioia di Gesù: “In quella stessa ora, Gesù, mosso dallo Spirito Santo, esultò” (Luca 10:21). 

Uomo di dolori

Certo, il Messia è chiamato “uomo di dolore”, nello specifico in relazione alla sua opera di redenzione (Isaia 53:3). Quando era diretto alla croce, Gesù disse: “La mia anima è oppressa da tristezza mortale” (Marco 14:34). Ma questo era il giorno più buio della sua vita — egli si stava dirigendo verso la morte peggiore che un essere umano abbia mai affrontato. Non indica il normale temperamento di Gesù.

Considerato il prezzo che egli ha pagato per i nostri peccati, essere un “uomo di dolore” contraddice il fatto che Gesù era una persone felice? Assolutamente no. Dolore e gioia possono coesistere nella stessa persona. Gesù sapeva, come pure noi possiamo sapere, che il fondamento del nostro dolore è temporaneo, mentre il fondamento della nostra allegrezza è permanente. Nel caso di Cristo, egli aveva conosciuto una gioia sconfinata sin dall’alba dei tempi, e sapeva che essa lo aspettava di nuovo.

La sua gioia conta 

Questo mondo è ancora sotto la maledizione del peccato, della sofferenza e del dolore, ma questi ostacoli non possono prevalere sulla gioia o attenuare la luce che è sorta all’incarnazione di Cristo. Egli è già venuto, e con lui sono venute la grazia, la speranza e la redenzione — e la gioia.

Ogni strofa di “Venite, fedeli” contiene sentimenti di felicità autentica: “gioiosi e trionfanti”, “cantate con esultanza”, “nato questo felice mattino”. Gioia, esultanza e felicità sono risposte adeguate a Gesù e al Vangelo, che ci dicono che in Cristo siamo creati da Dio, amati da lui, redenti, con la potenza del suo Spirito che dimora in noi e con la certezza di una vita eternamente felice e abbondante nella sua presenza. Quale gioia è nostra! Ecco perché un vangelo che non è segnato da una grandissima gioia non è il vero vangelo. Un Natale senza una gioia profonda che viene da Dio non rispecchia la buona notizia di Gesù.

Charles Spurgeon una volta predicò: “Gesù — uomo, eppure Dio. Gesù — nostro alleato con un vincolo di sangue — oh, ecco un motivo di santa allegrezza! Qui è il Natale tutto l’anno!” (dal sermone “How to Become Full of Joy”). E’ difficile esagerare il gioioso effetto liberatorio che si verifica quando il popolo di Cristo riconosce e condivide la sua gioia. Conoscere un Salvatore così gioioso da riversare il suo diletto nell’universo e in noi cambia ogni cosa, non solo ora ma per sempre.

Che la felicità di Gesù possa essere al centro della straordinaria buona notizia che condividiamo con un mondo senza speranza e infelice — non solo ogni Natale, ma tutto l’anno.


Randy Alcorn (@randyalcorn) è autore di numerosi libri e il direttore di Eternal Perspective Ministries

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