Il Grande Mandato avrà successo, quindi mettiamoci al lavoro

Gli uomini si affollarono intorno, con le bocche spalancate, mentre i loro occhi fissavano il cielo.

Questa è la scena che troviamo in Atti 1 quando Gesù ascende al Padre. I discepoli si chiedevano se questa fosse la fine. Il regno è stato ristabilito? (Atti 1:6) Anziché rivelare loro la data e l’ora dell’arrivo del regno sulla terra in tutta la sua pienezza, Gesù diede ai suoi discepoli un nuovo compito, che cambia il paradigma esistente. Mentre i discepoli ricevono potenza dallo Spirito Santo, Gesù li manda a portare il vangelo fino all’estremità della terra (Atti 1:8).

Questa è la risposta centrale di Gesù alla loro domanda: “Signore, è in questo tempo che ristabilirai il regno a Israele?” Non spetta a loro sapere i tempi o i momenti che il Padre ha stabilito. Avevano semplicemente bisogno di sapere che erano responsabili di portare il vangelo molto lontano.

Ed essi lo avrebbero fatto fondando chiese.

UNA MISSIONE CHE NON POTRA’ FALLIRE

Prima di dare ai suoi discepoli il Grande Mandato, Gesù promise che avrebbe edificato la sua chiesa. Egli assicurò che nemmeno le porte dell’inferno ne avrebbero fermato l’avanzata (Matteo 16:18).

Come fondatore di chiese, ritorno continuamente a questa grande certezza. Fondare chiese è difficile e gravoso. Spesso sembra di essere in battaglia contro le forze infernali. Tuttavia, sapere che il piano di Gesù per la redenzione del mondo è compiuto attraverso la fondazione di più chiese locali mi dà tanta fiducia e conforto. E’ una realtà che mi fa andare avanti, specialmente nei momenti difficili.

So che il Grande Mandato non è garantito per la mia chiesa specifica—e per nessuna singola chiesa, se è per questo. La mia chiesa potrebbe fallire il prossimo mese o il prossimo secolo—e anche la tua potrebbe. Ma la garanzia del successo finale del Grande Mandato mi incoraggia ugualmente perchè so che il Dio che servo e che predico non può fallire nel riunire ed edificare il suo popolo.

OMBRE DELLA PROMESSA

Recentemente, mentre leggevo il libro di Daniele, ho riflettuto sul primo sogno di Nabucodonosor. L’evangelicalismo americano ha legato spesso questo sogno alla speculazione profetica. Ma la chiesa primitiva non fece così. Essa credeva che questo sogno rappresentasse la vittoria di Cristo e l’avanzata inarrestabile della chiesa mentre essa adempieva il Grande Mandato.

Daniele interpreta il sogno del re spiegando che cosa rappresenta ognuno dei metalli preziosi dell’immagine, e poi descrive la loro distruzione e l’avanzamento di un nuovo regno che non avrà mai fine: 

Allora si frantumarono anche il ferro, l'argilla, il bronzo, l'argento e l'oro e divennero come la pula sulle aie d'estate. Il vento li portò via e non se ne trovò più traccia; ma la pietra che aveva colpito la statua diventò un gran monte che riempì tutta la terra. (Dan. 2:35)

I primi cristiani credevano che questa profezia assicurasse l’avanzata della chiesa, che sarebbe infine culminata nel ritorno di Cristo e nella risurrezione dei morti. Ireneo (130–202 d.C.) scrisse: “Il grande Dio ha fatto conoscere l’avvenire per mezzo di Daniele e l’ha confermato per mezzo del Figlio; Cristo è la pietra tagliata senza intervento di mani, che annienta i regni temporali e introduce il regno eterno, che è la risurrezione dei giusti” (Contro le eresie 5.26.2).

Allo stesso modo, Agostino d’Ippona (354-430 d.C.) vide nella montagna la chiesa: “Quello è il monte [la chiesa] che da una piccolissima pietra tanto crebbe, secondo la visione di Daniele, da schiacciare i regni terreni, e a tal punto divenne grande da riempire tutta la superficie della terra” (Esposizioni sui Salmi 42.4).

Se recuperassimo almeno un po’ della fiducia che la chiesa primitiva aveva nel piano di Cristo per la sua chiesa, forse avremmo un rinnovato vigore per portare avanti una missione che non può fallire: adempiere il Grande Mandato fondando chiese.

MINISTERI PARA-ECCLESIALI?

Ma che dire dei ministeri para-ecclesiali? Mi capita spesso di imbattermi in questa domanda nel discutere sulla fondazione di chiese. I ministeri para-ecclesiali sono degli strumenti straordinari a disposizione delle chiese locali. Possono aiutare a soddisfare bisogni fisici e spirituali in diversi modi.

Ma Gesù non è morto per i ministeri para-ecclesiali; egli è morto per la chiesa. Egli non ha promesso il successo finale di 9Marks, ma il successo finale delle chiese che questo ministero cerca di sostenere promuovendone la salute spirituale. Egli non ci ha comandato di aprire più ministeri para-ecclesiali; ci ha comandato di fare più discepoli, il che si traduce nella fondazione di più chiese.

FARE DISCEPOLI, FONDARE CHIESE

Il comando centrale del Grande Mandato è fare discepoli (Matteo 28:16–20). I discepoli si fanno attraverso gli sforzi della chiesa locale. Quando i nuovi discepoli maturano, a loro volta faranno altri discepoli. Mentre si fanno sempre più discepoli, sempre più chiese nascono.

Il comando di fare discepoli è dunque un comando di fondare chiese. Ogni chiesa che prende sul serio il Grande Mandato deve prendere altrettanto sul serio il bisogno di fondare altre chiese che faranno discepoli che a loro volta fonderanno altre chiese . . . e questo è il modello da seguire fino al ritorno di Cristo.

Perché la chiesa locale? Precisamente a causa del fatto che essa agisce sotto l’autorità di Cristo (Matteo 28:18). La Bibbia descrive la chiesa come il corpo di Cristo (1 Corinzi 12:12–13). E’ lì che il popolo di Cristo, mediante la potenza dello Spirito di Cristo, celebra e predica il vangelo di Cristo sottomettendosi al governo e al regno di Cristo.

Per di più, è grazie agli ordinamenti del battesimo e della Cena del Signore che si riconoscono i cittadini del regno dei cieli, i quali si prendono cura degli afflitti, sollevano gli oppressi e ricercano la giustizia per gli indifesi — tutto questo predicando un vangelo che annuncia al mondo la buona notizia di un regno e di un re futuro.


Dayton Hartman è pastore guida nella chiesa Redeemer Church a Rocky Mount (Carolina del Nord). E’ professore aggiunto di Storia della Chiesa nel Seminario Teologico Southeastern Baptist. Ha frequentato la Liberty University, dove ha ottenuto una laurea specialistica in Apologetica Globale, e ha un dottorato di ricerca in Storia della Chiesa e del Dogma dalla North-West University.

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