L’ingrediente essenziale della mascolinità biblica

La vita interiore di un uomo

Curtis irruppe nel mio ufficio, passando accanto alla mia assistente amministrativa e lasciandosi dietro una scia di fogli che svolazzavano dalla sua scrivania. “Non ce la faccio più! Sono stufo!”.

Continuai a leggere i miei documenti seduto alla scrivania mentre Curtis camminava su e giù per il pavimento davanti a me. Finito il paragrafo che stavo leggendo, lo guardai e gli dissi: “Ciao, Curtis. È bello vederti”.

“Non ce la faccio più! Mi sta facendo impazzire!” Con il petto ansimante, camminando ancora avanti e indietro e lanciando occhiate da una parte all’altra della stanza, sembrava che Curtis stesse conversando con se stesso più che con me.

Poi lasciai la scrivania e chiesi a Curtis di sedersi sul divano marrone di fronte a me. Camminò avanti e indietro ancora un minuto quindi sprofondò sul divano. “Ora”, dissi sottovoce, “dimmi che cosa sta succedendo”.

Quel giorno ho imparato molte cose su Curtis. Mi ha parlato della sua relazione astiosa con suo padre, del suo desiderio di una nuova vita, delle sue ambizioni come artista, e delle dinamiche della sua vita interiore. A questo punto della sua vita, al diciannovenne Curtis mancava l’ingrediente essenziale della mascolinità biblica: l’autocontrollo.

Perché considerare l’autocontrollo come l’ingrediente essenziale della mascolinità biblica?

L’autocontrollo (o la sua assenza) è alla radice di tante altre cose che riconosciamo come problemi nei pensieri, nei sentimenti e nelle decisioni degli uomini. Per esempio, l’incapacità di dire no prima di ubriacarsi è indice di una vita interiore non regolata (Efesini 5:18). Il vestirsi in modo non decoroso nasce da una mancanza di autocontrollo (1 Tim. 2:9; si applica anche agli uomini!). Così pure l’immoralità sessuale (1 Corinzi 7:9). Quando la pornografia distrugge la vita interiore di un uomo, in parte è perché egli non ha ancora imparato a controllare e imbrigliare i suoi desideri. “L'uomo che non ha autocontrollo, è una città smantellata, priva di mura” (Proverbi 25:28).

Forse è per questo motivo che l’autocontrollo compare in molti punti in cui la Bibbia ci fa intravedere le vite di uomini. Consideriamo gli esempi che troviamo nel libro di Tito. Paolo scrive a Tito, tra le altre cose, perché egli vuole mettere ordine nelle chiese di Creta. Ciò significa designare anziani in ogni città, anziani che tra le altre cose devono essere temperanti (Tito 1:8). Questa qualità è in contrasto con l’essere arroganti, iracondi, dediti al vino, violenti, avidi di illeciti guadagni (1:7)—tutte cose che descrivono uomini le cui vite interiori sono rovinate dal peccato.

Gli anziani della chiesa devono possedere questa qualità al fine di essere degli esempi per i membri della chiesa. Tito deve esporre “le cose che sono conformi alla sana dottrina” ai vari gruppi demografici della chiesa (Tito 2:1). Così, i vecchi devono essere “sobri, dignitosi, padroni di sé, sani nella fede, nell'amore, nella pazienza” (2:2, Nuova Diodati). Mentre Paolo elenca diverse virtù che i vecchi devono possedere, quando menziona ciò che i giovani devono imparare egli elenca solo una cosa: “Esorta similmente i giovani ad essere moderati” (2:6, Nuova Diodati). I giovani col tempo devono crescere per incarnare molte altre virtù, ma in realtà essi devono prima di tutto imparare a controllare i loro pensieri, i loro sentimenti, le loro parole e le loro azioni. Essi devono imbrigliare i loro cuori se vogliono sperare di diventare anziani con una certa serietà.

Come avviene questo dominio sulla nostra vita interiore?

Tito 2:11-14 insegna che la grazia che ci salva produce anche l’autocontrollo tanto essenziale per la vita interiore di un uomo:

Infatti la grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata, e ci insegna a rinunciare all'empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo, aspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù. Egli ha dato se stesso per noi per riscattarci da ogni iniquità e purificarsi un popolo che gli appartenga, zelante nelle opere buone.

Tra la prima venuta e la seconda venuta del nostro Signore Gesù Cristo, veniamo ammaestrati dalla grazia. In particolare, nella sua immeritata bontà Dio ci insegna a “rinunciare all’empietà e alle passioni mondane”, che sono l’antitesi dell’autocontrollo, e ci istruisce invece “a vivere moderatamente, giustamente e in modo santo” (2:12). L’autocontrollo procede dalla grazia salvifica e dalla fede in Cristo Gesù (Atti 24:24-25). Quando riceviamo Cristo nel Vangelo, i nostri cuori vengono potati e modellati affinché viviamo in una maniera gradita a Dio “in questo mondo” di tenebre e malvagità (Tito 2:12).

Se apparteniamo a Cristo, impareremo l’autocontrollo perché il Padre nostro nella sua grazia ce lo insegnerà. Non dovremmo mai pensare che le nostre vite interiori siano oltre la portata di Dio, o che la padronanza di sé riguardi noi stessi. No, Dio arriva nel centro più profondo della nostra vita, trasformando interiormente i desideri mondani che ci invadono per darci una speranza più grande—l’apparizione di Cristo—che ci calma e mette ordine in noi. Abbiamo a disposizione un aiuto onnipotente nell’imparare l’autocontrollo.

In Galati 5, Paolo ci ricorda la presenza di Dio nella nostra santificazione e nella nostra vita interiore con queste famose parole:

Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio.

Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge. Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri.  (vv. 19–24)

Ancora una volta la Bibbia fa un contrasto tra la vita interiore incontrollata che si traduce in ogni sorta di peccato disordinato e ribelle (5:19–21) e la vita che Dio produce nel suo popolo. Lo Spirito di Dio, che dimora in coloro che credono in Cristo, produce frutto interiore ed esteriore, tra cui l’autocontrollo (5:22–23).

L’ordine della vita interiore un cristiano e la produzione di autocontrollo devono infatti necessariamente derivare dall’appartenere a Cristo. Galati 5:24 ci dice che “quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri”. Quando Cristo ci chiama a sé nella fede salvifica, prendendo possesso delle nostre vite come Signore affinché noi “siamo di Cristo Gesù”, simultaneamente compiamo una crocifissione. Alla nostra conversione—si noti il verbo al passato, “hanno crocifisso”—noi mettiamo a morte la nostra carne o natura peccaminosa. Facendo affidamento sulla grazia di Dio, mortifichiamo le passioni, i desideri, le voglie, le concupiscenze e gli interessi che tengono prigionieri i nostri pensieri, i nostri sentimenti e la nostra volontà, e la grazia e lo Spirito di Dio iniziano a formare e produrre in noi l’autocontrollo tanto necessario per una mascolinità matura.

Noi uomini possiamo combattere i sintomi di una vita interiore inquieta: ira, concupiscenza, insicurezza, ansietà, e cose simili. Tali combattimenti sono necessari. Oppure, possiamo muovere guerra contro il bunker dal quale questi nemici vengono: la mancanza di autocontrollo.

In questa battaglia al bunker, abbiamo delle promesse dal nostro Capitano. “Chiunque fa l'atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una incorruttibile” (1 Corinzi 9:25). “Dio infatti ci ha dato uno spirito non di timidezza, ma di forza, di amore e di autocontrollo” (2 Timoteo 1:7). Ed infine:

Voi, per questa stessa ragione, mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza l'autocontrollo, all'autocontrollo la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l'affetto fraterno e all'affetto fraterno l'amore. Perché se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né pigri, né sterili nella conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo . . . Perciò, fratelli, impegnatevi sempre di più a render sicura la vostra vocazione ed elezione; perché, così facendo, non inciamperete mai. In questo modo infatti vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. (2 Pietro 1:5-8, 10-11)

Tratto da ESV Men’s Study Bible.


​Robert W. Yarbrough è professore di Nuovo Testamento presso il Covenant Theological Seminary, St. Louis, Missouri. È anche attivo nel diffondere il Vangelo negli altri continenti.

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