Quando Gesù gridò: “Padre, perdona loro”, lo fece per te
Mentre Gesù era crocifisso tra due malfattori, i soldati romani lo schernivano. Quelli che passavano di lì scuotevano la testa per ciò che era appena successo a questo sedicente ‘figlio di Dio’. Molti assistevano alla scena pensando che il ministero miracoloso di Gesù fosse stato fermato dalla propaganda politica e da un errore giudiziario. I discepoli avevano visto le loro speranze venire inchiodate alla croce, e fuggirono disperati. Sembrava che una carriera promettente fosse finita male, come se un luce tremolante venisse spenta al crepuscolo. Poi fitte e impenetrabili tenebre avvolsero Cristo. Mentre la sua vita se ne andava con il sangue che gocciolava dalle sue braccia stese e dai piedi inchiodati al legno, Gesù pronunciò tre parole che avrebbero scosso il mondo: “Padre, perdona loro” (Luca 23:34).
Gesù incarna il perdono e invita a perdonare
La preghiera di Gesù è coerente con il ritratto fatto da Luca, il quale descrive Gesù come colui che perdona i peccati. Per fare un esempio, Gesù perdonò i peccati di un paralitico che fu calato giù da un tetto (Luca 5:17-26). I farisei e i dottori della legge avevano giustamente osservato che, perdonando i peccati, Gesù affermava di essere Dio. Inoltre, quando Gesù perdonò una donna peccatrice (Luca 7:36-50), molti si chiesero: “Chi è costui che perdona anche i peccati?”
Gesù mostrò la sua divinità perdonando i peccati, ma egli comandò che anche i suoi discepoli perdonassero i loro debitori. In Luca 11:4, Gesù insegna ai suoi seguaci di chiedere perdono a Dio per i loro peccati, ma il presupposto per ricevere il perdono divino è perdonare il prossimo (anche Luca 17:3-4). In questo modo, Gesù mostrò che il perdono era centrale nel suo ministero, e questo è un motivo per credere che la sua preghiera per i suoi nemici fosse sincera.
Il perdono era controculturale allora, e lo è ancora di più oggi
Non dovremmo tuttavia prendere per scontato il perdono di Gesù, come se fosse stata un’usanza comune nella cultura del suo tempo. I greci avevano un forte senso della giustizia, ma il loro concetto del perdono era piuttosto debole. Kenneth Dover osserva che “gli dèi greci non comandavano affatto il perdono, tanto meno un perdono in misura così generosa”. In tal modo, come Zsuzsanna Várhelyi scrive, al tempo di Gesù, “cercare il perdono divino appariva pressoché contro-culturale”, e le divinità arrabbiate della letteratura romana “difficilmente erano disposte a praticare il perdono”.
In tale contesto, si può immaginare quanto la preghiera di Gesù debba avere sconvolto i soldati romani che si trovavano ai piedi della croce e che si dividevano tra di loro le sue vesti. La crocifissione di Cristo fu un’umiliazione pubblica e un processo farsa, pertanto il mondo greco-romano si sarebbe aspettato una reazione legittima di rabbia e vendetta da parte di Gesù. Ma la reazione di Gesù li sorprese.
Anche la nostra generazione esalta la giustizia, e l’idea che una vittima perdoni i propri offensori è sempre più impensabile, persino detestabile. Nel suo saggio The Fading of Forgiveness Timothy Keller osserva che “molti di noi sono cresciuti in una cultura che alimenta la vendetta e deride la grazia”. Molti oggi considerano il perdono opprimente e gravoso per le vittime, le quali invece dovrebbero esigere vendetta.
Tuttavia, Gesù usò il suo ultimo respiro e le ultime gocce del suo sangue per perdonare i suoi uccisori. Dal suo dolore straziante scaturì il suo perdono liberatorio. “Padre, perdona loro” è pertanto una richiesta del tutto contro-culturale. Colui che è stato crocifisso ingiustamente perdonò coloro che non pensavano nemmeno di avergli fatto un torto. Ed egli ci comanda di fare lo stesso.
Hai bisogno del perdono di Dio per prima cosa
Quando Gesù disse: “Padre, perdona loro”, chi sono questi “loro”? Posso vedere il soldato romano ridacchiare: “Chi, me? Perché avrei bisogno del tuo perdono? Sto semplicemente facendo il mio lavoro”. Nessuna delle persone coinvolte nella morte di Gesù pensava di avere bisogno di perdono, perché esse non sapevano quello che facevano (Luca 23:34). Immagino che alcuni lettori di questo articolo si stiano domandando: “Perché ho bisogno del perdono di Dio?”
Prima di tutto, abbiamo bisogno del perdono perché siamo tutti dei ribelli colpevoli. Nonostante Cristo abbia dimostrato la sua divinità per mezzo delle sue opere, la gente lo rifiutò per convenienza personale. Pilato preferì il potere, l’orgoglio e la lode del popolo. Altrettanto fecero i capi dei Giudei. A coloro che passavano di lì non importava che Gesù morisse da innocente, mentre i soldati erano più interessati a “fare il loro lavoro” che alla verità e alla giustizia. Ci uniamo al coro dei crocifissori di Cristo poiché scambiamo Dio, la rettitudine, la giustizia e la verità per la nostra convenienza. In questo modo anche noi siamo dei ribelli colpevoli.
In secondo luogo, abbiamo bisogno di perdono perché abbiamo scambiato Dio per delle vesti e dei beni. I soldati erano intenti a tirare a sorte per spartirsi le vesti di Cristo mentre il sangue usciva dalle sue vene. E tutti noi abbiamo scambiato la vita di Dio per i beni di questa vita: lavoro, ricchezze, gloria e intrattenimento. Ma le cose che rincorriamo prosciugano la nostra vita, la vita che solo il perdono acquistato dal sangue di Cristo può ristabilire.
Infine, il perdono di Cristo ci include nella famiglia di Dio. Non fu un caso che quando le fitte e impenetrabili tenebre avvolsero Cristo alla croce, egli pregò il Padre. Il perdono procede dal Padre, mediante il Figlio, e attraverso lo Spirito. Senza il perdono divino, noi non possiamo fare parte della famiglia di Dio. Il perdono che il Figlio di Dio ha acquistato con il suo sangue ci rende figli e figlie che condividono la vita e l’amore del Padre. Questo perdono è ancora lì a tua disposizione. Ricevilo nel nome di Gesù.
Il grido di Cristo rivela il cuore di Dio
Il perdono unico e contro-culturale di Cristo rivela il cuore di Dio, il quale ci tratta meglio di quanto meritiamo. Tutti noi meritiamo il giudizio e abbiamo un bisogno disperato di essere perdonati. La speranza cristiana è che Dio in Cristo concede misericordia a tutti, perché, in Cristo, egli ha sopportato le conseguenze del nostro peccato contro di lui. Poiché Cristo ha portato il nostro peccato nel suo corpo sulla croce, egli può essere giusto e perdonarci. La croce manifesta la salvezza di Dio. Cristo è morto per i suoi uccisori, acquistando la nostra libertà con il suo sangue. “Padre, perdona loro” è la preghiera di Cristo per te. Ricevila per fede in Gesù.
Joseph Byamukama è nato in Uganda occidentale e si è laureato in teologia presso il Gordon-Conwell Theological Seminary, Massachusetts, USA. Vive a Kampala (Uganda) ed è il responsabile di Veracity Fount, un ministero che cerca di aiutare a costruire i fondamenti teologici dell’Africa nel contesto della chiesa locale. Joseph ha un blog su www.byamukama.com ed è sposato con Daphne, dalla quale ha avuto un figlio, Abaho.
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