Mi sono trasferita per seguire la chiamata di Dio. Ora sono sola.
E’ passato qualche mese da quando ci siamo trasferiti dalla nostra casa nel Minnesota al sud della California. Io e mio marito di tanto in tanto avevamo discusso l’idea di andare al seminario, e per quanto sognassi di scappare da lunghi inverni e di vivere vicino all’oceano, ero soddisfatta della stabilità che avevamo raggiunto nella nostra vita: abitavamo vicino alla famiglia e agli amici, eravamo coinvolti nella nostra chiesa, avevamo una casa confortevole, e mio marito manteneva la famiglia con il suo lavoro di ingegnere elettrico.
Quando mi resi conto che forse Dio ci stava chiamando a partire, riuscivo a vedere la sua opera nel cuore di mio marito; ma nel pensare alle implicazioni di questa scelta, il mio cuore si spezzava. Come avrei fatto a dire addio a queste persone che mi avevano fedelmente insegnato il vangelo e che ci avevano aiutato nei nostri periodi più bui? Come facevo a privare i miei figli della loro stabilità? Come avrei fatto senza mia mamma?
Quando arrivammo in California, speravo in qualche modo di essere rassicurata che non avessimo commesso un grande errore, invece entrai nel nostro piccolo appartamento con le lacrime agli occhi, domandandomi se avrei mai potuto sentirmi a casa in questo luogo.
Vorrei poter dire che da allora tutto andò meglio, ma a essere sincera la fase di transizione è stata difficile. Ci sono mattine in cui preferirei restarmene a letto. Ma il Signore è fedele; le sue misericordie si rinnovano ogni mattina (Lamentazioni 3:22-23).
Queste sono quattro verità che Dio ha impresso nel mio cuore mentre ero alle prese con il cambiamento.
1. Dio mi vede
Gli psicologi sociali usano la parola “integrazione” per descrivere la rete di relazioni che ci portiamo dentro. Esther Sternberg scrive:
Una persona seduta da sola in una stanza, potrebbe sembrare agli altri alquanto sola; ma quella persona, se integrata, avrà una mappa di relazioni nella sua mente—una mappa che la guiderà a coloro ai quali può rivolgersi per ricevere cura e sostegno nel momento del bisogno.
Ma, osserva, “Il contrario è forse una parola più familiare, quella che chiamiamo solitudine”.
Non c’è niente che ti fa sentire solo come essere uno sconosciuto in mezzo alla moltitudine.
Le persone del posto sono state gentili e accoglienti, ma ci vuole del tempo per conoscere gli altri e per farsi conoscere da loro. Integrazione significa che il nostro fondamento di relazioni d’amore e di aiuto ci sostiene in questi momenti. Ogni modulo in cui devo indicare un “contatto di emergenza” mi ricorda che la mia rete di sostegno ora è lontana migliaia di chilometri.
Ma in Cristo sono integrata in modo profondo e permanente. Anche se mi sento invisibile in mezzo ad estranei, non sono invisibile al Dio dell’universo. Egli mi ha creato e mi vede (Genesi 16:13). Egli conosce ogni mio pensiero, ogni mio desiderio. Egli mi ha redento e mi chiama per nome (Salmo 139; Isaia 43:1). Gesù conosce il dolore della solitudine e dà grazia al momento opportuno (Isaia 53; Ebrei 4:14-16). Grazie a lui, sono anche stata adottata nella sua famiglia (Romani 8:15; Salmo 68:6).
Questo forse non elimina la sensazione di solitudine, ma mi ricorda che la mia rete di relazioni si estende oltre la mia realtà fisica. Gesù è vicino a chi ha il cuore afflitto; è l’amico più affezionato di un fratello (Salmo 34:18; Proverbi 18:24).
2. Dio mi sostiene
Quando mi sento sola e mi capita di nutrire del risentimento, dimentico il vangelo. I miei sentimenti sono instabili. Ho quindi bisogno dei mezzi oggettivi con cui Dio mi nutre e mi sostiene: la sua Parola e la sua chiesa.
Non siamo mai lontani dalla nostra famiglia quando siamo vicini al popolo di Dio.
La nostalgia di casa mi consiglia di restarmene a casa la domenica, invece mi alzo e vado in chiesa ogni settimana, debole e bisognosa di ricevere il nutrimento fornito dal vangelo della grazia. Ogni settimana il Signore mi dà il suo sostegno. Vado in chiesa affamata ed egli apparecchia un banchetto, invitandomi a mangiare cibo senza pagare e a bere fino a quando la mia sete non è placata (Isaia 55:1-2).
Egli mi sostiene giorno dopo giorno mediante la sua Parola — la verità in cui devo credere, a prescindere dai miei sentimenti.
3. Dio provvede per me
La solitudine non è niente se paragonata allo stress. La vita della mia famiglia, un tempo fatta di certezze, è ora piena di preoccupanti incognite.
Il vangelo però mi ricorda, come scrisse Charles Spurgeon, che “il Dio che è stato sufficiente fino ad oggi, è degno di fiducia fino alla fine”. Egli ha promesso ogni benedizione spirituale in Cristo (Efesini 1), ed egli è un Padre buono che nutre gli uccelli del cielo—quanto di più non nutrirà i suoi amati figli (Luca 12:24)?
La mia famiglia ha già sperimentato che Dio provvede per noi in molti modi tangibili mediante la sua provvidenza e il suo popolo, da quando abbiamo lasciato il Minnesota a quando siamo arrivati qua. Anche se ci sembra di aver lasciato la nostra famiglia, abbiamo scoperto (come qualcuno una volta mi ha fatto notare) che non siamo mai lontani dalla nostra famiglia quando siamo vicini al popolo di Dio.
4. Dio mi ha chiamato
Io e mio marito abbiamo cercato il Signore e abbiamo deciso insieme di trasferirci con la nostra famiglia. Sarebbe un errore (che purtroppo ho commesso spesso) e un fraintendimento della sapienza sovrana di Dio credere che egli abbia chiamato solo mio marito a venire qua.
Io e i miei figli non lo accompagniamo nel viaggio e basta, in attesa del nostro turno. No, Dio ha preparato per me opere buone da compiere in questo posto e in questa stagione della vita (Efesini 2:10).
Quando Dio ha chiamato mio marito qui, ha chiamato anche me. Che cosa questo significhi per me può non essere ancora chiaro, ma posso aggrapparmi a quello che so: colui che mi ha chiamato è fedele (1 Tess. 5:24), e lo sarà anche con te.
Kendra Dahl è un’autrice, moglie e madre di tre figli che vive a Escondido (California) dove con il marito frequenta il Westminster Seminary California. Ha una passione per il discepolato delle donne nella chiesa locale e scrive per invitare le donne alla guarigione e alla libertà che si trovano nel conoscere Cristo. Puoi leggere altri articoli scritti da lei nel suo blog e seguirla su Twitter.
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