Le tue ferite non dicono chi sei
Parole e azioni sono potenti. Possono edificare o abbattere le persone. Possono infondere amore, o generare odio. Possono instaurare fiducia, o distruggerla. Possono lenire ferite profonde e importanti, o le possono creare.
La maggior parte di noi a un certo punto della vita ha avuto a che fare con parole o azioni altrui che hanno provocato delle ferite. Il dolore crea un peso che ci sentiamo costretti a portare. Le bugie sono facili da credersi. La ferita sembra inevitabile. La libertà sembra impossibile quando le ferite riaffiorano portando con sé nubi di risentimento.
Dove troviamo la speranza di una vera guarigione e la forza per perdonare?
Dio soffre con noi quando altri ci fanno del male. Egli vuole aiutarci a deporre il peso causato da quelle ferite in modo che possiamo proseguire il cammino in grazia e libertà. Questo non vuol dire che saremo guariti del tutto immediatamente, significa piuttosto poterci aprire all’opera di Cristo nei nostri cuori, mentre egli ci conduce attraverso questa valle un giorno alla volta.
Le ferite dicono bugie su di te
I due pesi più grandi delle parole o delle azioni che feriscono sono l’amarezza e la colpa. Essi ci fanno improvvisamente vedere noi stessi in modo diverso, secondo una prospettiva distorta. Oltre ad arrabbiarci, siamo tentati a credere ai commenti negativi e a mettere in discussione il nostro valore. Ci incolpiamo per i torti che gli altri ci hanno fatto. Dopo un po’, la distorsione inizia a estendersi, e può penetrare in altre aree della nostra vita.
Ogni volta che scegliamo di guardare a noi stessi attraverso le lenti delle nostre ferite, rifiutiamo l’opportunità di guardarci come Dio ci vede. Nessun altro ha l’autorità di dirti chi sei. Egli ti ha creato. Egli dice che sei stato creato a sua immagine (Genesi 1:27), che sei redento e accolto a motivo di Cristo (Galati 4:4–5), che sei coerede di Cristo (Romani 8:17), grandemente amato (Romani 5:8), e che hai un valore smisurato (Matteo 10:29–31). Qualunque sia la tua storia, il Signore del cielo e della terra vuole che tu veda te stesso in quella luce.
Quando siamo stati feriti profondamente, non dobbiamo permettere che queste distorsioni ci isolino. Non dobbiamo vergognarci di chiedere aiuto a un credente che ci dichiari la verità. Permettigli di ricordarti nuovamente che l’offesa che ti è stata rivolta era ingiusta. Non era giusta. Non era colpa tua. Nessuno avrebbe dovuto trattarti in quel modo. E che Dio è degno di fiducia anche in questa ferita. Puoi prendere ogni pezzo del tuo cuore spezzato e deporlo ai suoi piedi, sapendo che egli sente il dolore della tua ferita, confidando nella sua giustizia perfetta, e credendo nel suo desiderio incessante di renderti completo con il suo amore.
Deporre i mattoni
Le parole possono essere come dei pesanti mattoni scagliati contro di noi. Non possiamo sapere se ci saranno lanciati contro, e non possiamo sapere in che modo ci feriranno. Siamo noi, però, a scegliere di raccogliere quei mattoni e di portarli con noi, permettendo loro di opprimerci e di moltiplicare i danni che ci hanno causato. Anche un solo mattone può diventare così gravoso da occupare posto prezioso nei nostri cuori che non può più essere riempito dalla pienezza di Dio.
Le ferite sono reali. I mattoni sono reali. Ognuno rappresenta una ferita profonda che può essere difficile rimarginare. Tuttavia, l’amarezza e la colpa devono restare fuori dalle nostre vite. Possiamo scegliere di lasciare i mattoni per terra e fermare il danno.
A volte, sembra più facile portarsi dietro i mattoni perché questo crea l’illusione che la nostra rabbia sia giustificata. Ma la nostra ira non serve a niente, se non a divorare i nostri cuori con un fardello pesante che ci impedisce di sperimentare la vita e la gioia che Cristo desidera per noi. La fede e il perdono sono gli unici modi per deporre il peso.
All’inizio, la scelta di perdonare potrebbe durare solo per poco, prima di ritrovarci di nuovo a raccogliere il mattone. E’ per questo che dobbiamo riprometterci continuamente di perdonare e affidare la situazione a Dio, impegno che va rinnovato tutte le volte che sentimenti di amarezza e ansietà, e pensieri d’inutilità o vendetta s’insinuano nelle nostre menti.
Le ferite non guariscono da un giorno all’altro. Alcune ferite guariscono dopo molti anni. Perdonare non è una scelta facile, ma ci renderà liberi.
Come reagire?
Quando siamo stati feriti profondamente, è difficile capire come potremmo aver ferito altri con le nostre parole e le nostre azioni. Succede spesso che le persone che sono state ferite se la prendano con gli altri. Possiamo spezzare questo circolo vizioso comportandoci con benevolenza e stando attenti a come interagiamo con agli altri. Paolo scrive in Efesini 4:29: “Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l’ascolta”. Grazia.
Le nostre parole dovrebbero essere piene di grazia nei confronti degli altri, anche quando ci hanno fatto del male o ci hanno trattato male. Siamo tentati a parlare in modo tagliente con quelli che ci hanno fatto del male, ma la grazia conferisce più guarigione che vendetta. Siamo chiamati a perdonare come siamo stati perdonati (Efesini 4:32), a voltare continuamente pagina, e a non augurare il male agli altri. Se abbiamo commesso questo errore, dovremmo ravvederci e accogliere la grazia che Cristo dona a ciascuno di noi.
Il cammino che porta a deporre il peso delle ferite profonde può apparire lungo e tortuoso. Può essere difficile immaginare di liberarti finalmente di una cosa che ti ha zavorrato per tanto tempo. Cristo però vuole scambiare i nostri pesi con la sua libertà. Vuole aiutarci a uscire dalle tenebre e portare guarigione al nostro cuore.
Cristo ha molto di più da offrirci dei mattoni che trasportiamo.
MaryLynn Johnson (@MaryLynnJohnson) è una scrittrice e una blogger con un cuore per il ministero di scrivere per incoraggiare gli altri. Tieniti informato su di lei seguendo il suo blog “Letting Go of Why”.
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