Due modi per riporre la tua speranza nella grazia futura
Perciò, dopo aver predisposto la vostra mente all'azione, state sobri, e abbiate piena speranza nella grazia che vi sarà recata al momento della rivelazione di Gesù Cristo. (1 Pietro 1:13)
Pietro inizia la sua esortazione con una parola importante: “Perciò”. Alla luce della vostra meravigliosa eredità in Cristo, che cosa dovreste fare? Abbiate piena speranza nella grazia che vi sarà recata al momento della rivelazione di Gesù Cristo. La piena rivelazione di Cristo è alle porte, nel giorno del suo ritorno. Riponete la vostra speranza in quel giorno, perché questo giorno potrebbe essere pieno di prove e dolori. Ma come possiamo farlo? Pietro indica due modi: predisponendo la nostra mente all’azione e stando sobri.
Predisponete la vostra mente
La frase “dopo aver predisposto la vostra mente all’azione” può essere tradotta letteralmente con “avendo cinti i lombi della vostra mente” (Nuova Diodati). E’ un riferimento alla pratica del prepararsi alla battaglia. Gli antichi indossavano lunghe vesti, che avrebbero ostacolato la loro capacità di combattere. Prima di andare in battaglia, se le legavano attorno ai loro fianchi per avere libertà di movimento. Mettersi a combattere indossando vestiti che limitavano i loro movimenti sarebbe stato completamente stupido. Pietro mostra ai suoi lettori che per avere una speranza ben riposta le buone intenzioni non sono sufficienti. Devono essere pronti a combattere. La battaglia per la santità richiede che essi si preparino per la guerra come fa un soldato, non lasciando che nulla ostacoli la loro capacità di combattere.
Notiamo anche dove inizia questa battaglia per la santità. E’ la mente del credente che deve essere predisposta alla guerra. Quando ci sforziamo di vivere vite sante, spesso iniziamo cercando di controllare i comportamenti peccaminosi: Dovrei imprecare di meno. Dovrei smettere di spendere in modo impulsivo.
Pietro però ci porta all’origine del nostro peccato: i nostri pensieri. Ogni peccato che commettiamo è il risultato di un pensiero peccaminoso che ha alimentato un desiderio peccaminoso. Se vogliamo avere piena speranza nella grazia, dobbiamo andare all’origine del nostro peccato.
La tentazione si presenta alla mente come una scelta ragionevole. Permettiamo ai nostri pensieri di soffermarsi sulla sua ragionevolezza, alimentando la nostra concupiscenza. E, come ci dice Giacomo: “Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte” (Giacomo 1:15). Per questo motivo, Paolo ci esorta a essere trasformati non mediante il rinnovamento delle nostre azioni o dei nostri desideri, ma mediante il rinnovamento della nostra mente (Romani 12:2).
Questa progressione da pensiero a concupiscenza ad azione è sempre visibile. Una volta mi piacevano molto i frappè del mio fast-food preferito. Un giorno però, mentre mi fermai a leggere il menu, notai una cosa che avrebbe messo fine alla mia storia d’amore con loro. L’Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali (FDA) aveva disposto che il contenuto nutrizionale doveva essere indicato accanto ad ogni voce del menu. Venne fuori che il mio frappè mi stava uccidendo. Una volta che la mia mente venne a sapere che cosa conteneva, il mio desiderio di berne uno iniziò a diminuire, e le mie scelte sul menu iniziarono a cambiare. E’ lo stesso con il peccato.
Conoscere le conseguenze di un peccato ci aiuta a vincere il nostro desiderio di commetterlo, facendoci allontanare da quello che una volta ci tentava. Una volta capito che il peccato ci uccide, non sembra più così dolce. Pensare nel modo giusto suscita desideri giusti, che portano ad azioni giuste. Pensare nel modo giusto è però una battaglia, perciò dobbiamo essere pronti a combatterla.
State sobri
Pietro osserva inoltre che per avere piena speranza in Cristo è necessario un secondo tipo di preparazione mentale: la sobrietà. Il contrario della sobrietà è l’ubriachezza. Pensiamo un attimo a com’è una persona quando è ubriaca. La sua percezione della realtà è alterata, perciò non è in grado di pensare in modo chiaro, né è in grado di governare i suoi desideri e le sue azioni. E’ un pericolo per se stesso e per gli altri, imprevedibile e inaffidabile, incapace di lasciarsi convincere da un saggio consiglio. Pietro, al contrario, esorta i suoi lettori a essere moderati e risoluti nel vivere la loro salvezza.
Per avere piena speranza in Cristo, dobbiamo essere in piena sintonia con le cose di Cristo con grande serietà.
E’ interessante l’uso che Pietro fa della parola “piena”. Perché non si limita a dirci di avere speranza nella grazia che ci sarà recata? Perché dice “abbiate piena speranza nella grazia”? Perché è possibile, anzi è frequente, che il credente riponga la sua speranza in parte nella grazia e in parte altrove. Tendiamo a riporre la nostra speranza nelle nostre opere buone, nel coniuge o nei nostri figli, in un pastore o in un presidente. Potremmo riporla nel nostro conto in banca o nella carriera, e persino nelle dimensioni dei nostri account sui social media. Diciamo di sperare in Cristo, ma quello che intendiamo è che speriamo in Cristo e __________.
Siamo persone con lealtà divise e speranze divise. Ci copriamo le spalle. Siamo come l’uomo dall’animo doppio di Giacomo 1:6-8, agitati dalle onde del dubbio. Siamo quelli che Gesù mette in guardia, le persone che si fanno tesori sia sulla terra sia in cielo. Pietro ci chiama invece ad avere piena speranza nella grazia, pronti a combattere il dubbio e la tentazione, calcolando a mente lucida il costo di lealtà divise. Coloro che ripongono la loro speranza pienamente nella grazia rinunciano ai vani piaceri di questo mondo e guardano a Cristo. Il loro tesoro è l’eredità futura e non ne cercano una al tempo presente. I destinatari della lettera di Pietro stavano subendo la perdita della stabilità sociale, economica e familiare in seguito alla loro conversione. La loro situazione lasciava poco spazio alla speranza da un punto di vista umano. La chiamata di Pietro ad avere piena speranza in una sicurezza futura doveva essere per essi una benedizione.
Lo è anche per noi che ascoltiamo oggi. Anche noi abbiamo a che fare con l’incertezza e la perdita in questa vita. Tuttavia non riponiamo la nostra speranza in questa vita, anzi: la riponiamo pienamente nella grazia futura che ci attende.
Nota editoriale:
Questo articolo è l’adattamento di un estratto del libro Resurrection Life in a World of Suffering: 1 Peter (Crossway, 2018), curato da D. A. Carson e Kathleen Nielson.
Jen Wilkin è una moglie e una mamma di quattro figli. La sua passione nella vita è che le donne possano amare Dio con le loro menti attraverso lo studio fedele della sua Parola. Scrive sulla Bibbia, parla della Bibbia e insegna la Bibbia alle donne. Vive a Flower Mound (Texas) e la sua famiglia fa parte della chiesa Village Church, che è la loro casa. Jen è l’autrice di None Like Him: 10 Ways God Is Different from Us (and Why That's a Good Thing) (Crossway, 2016) e di Donne della Parola. Come studiare la Bibbia con il cuore e con la mente (BE Edizioni, 2018). La trovi su jenwilkin.net e puoi seguirla su Twitter.
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