Non sei sufficiente per i tuoi figli

L’anno scorso, un nuovo libro sosteneva che le mamme dovrebbero restare a casa durante i primi tre anni di vita del bambino. Siccome sto a casa con due dei miei figli (gli altri due vanno a scuola), questi studi mi rincuorano perché dimostrano che il tempo che passo con loro serve a qualcosa. Quando le ricerche si schierano a favore della mia presenza a casa, mi sento approvata. Può essere difficile restare a casa con i figli, ma è necessario per loro, vero?

Ma poi, un giorno, non ho potuto continuare a restare a casa.

Prima che nascesse il nostro quarto figlio, rimasi un mese in ospedale lontana dai nostri tre figli. Per quattro settimane, non sono stata io la persona principale che si occupava di loro; anzi, non ho potuto per nulla prendermi cura di loro. Non sapevo che cosa mangiassero, a che ora andassero a dormire, o se avessero fatto il bagno di recente.

Non voglio fare finta che sia stato facile per loro stare lontani dalla mamma, ma sono sopravvissuti. E anch’io sono sopravvissuta.

La giusta quantità di tempo

Mentre i miei figli diventano più grandi e passo più tempo lontano da loro perché vanno a scuola o a causa dei miei impegni di lavoro, continuo a farmi la stessa domanda che mi facevo in ospedale: Quanto tempo occorre dedicare ai figli?

La Bibbia non risponde in modo specifico a questa domanda, ma è chiara su alcune cose. Mosè disse al popolo d’Israele di insegnare ai loro figli ad amare Dio con tutto il loro cuore (Deuteronomio 6:7; Proverbi 22:6). I genitori (in particolare i padri) hanno il dovere di allevare i loro figli nell’istruzione del Signore e di non irritarli (Efesini 6:4). La Bibbia è chiara anche sulle conseguenze a cui si va incontro quando non insegni ai tuoi figli le vie del Signore. Giudici, Esdra e Neemia mostrano le conseguenze di non trasmettere queste verità alla prossima generazione. Il punto è evidente: i genitori hanno un dovere spirituale nei confronti dei loro figli. Pur avendo affidato ai genitori la responsabilità di farlo conoscere ai loro figli, come per tante altre cose, Dio non ci ha dato nella Bibbia un piano da seguire passo dopo passo. Ci ha lasciato molta sapienza, non prescrizioni. Dobbiamo applicare le verità contenute nella Scrittura al nostro tempo e alla nostra situazione.

Una di queste applicazioni consiste nel riconoscere che la cultura odierna della mamma che resta a casa è diversa dalla realtà vissuta dalle donne nel mondo e nella storia. A causa della nostra relativa ricchezza e abbondanza di tempo libero, noi donne occidentali moderne ci preoccupiamo di cose di cui molte mamme non dovevano preoccuparsi. Lasciamo i nostri figli a qualcuno per andare a un appuntamento o a lavorare, o per trascorrere un pomeriggio da sole, e pensiamo: Sono a posto? Stanno trascorrendo abbastanza tempo con me? Li mandiamo a scuola, e ci chiediamo: Come farò a sapere se stanno avendo problemi? Riceveranno abbastanza incoraggiamento cristiano durante la giornata?

Queste domande mi fanno ancora stare in pensiero, ma nel mese in cui sono stata separata dai nostri figli ho imparato una cosa che mi incoraggia nell’affidare i miei figli ad altri.

Una comunità coerente

Crescere figli non è l’impegno esclusivo di due genitori, ma di tutta la comunità. La mia separazione forzata mi ha insegnato che non devo essere al centro dell’universo dei miei figli. Durante la nostra lontananza, ho visto la famiglia della chiesa e la famiglia biologica prendersi amorevolmente cura dei miei figli. Ho capito che la vita andava avanti, anche se io non ero lì con loro. Ho imparato che i miei figli saranno sani, educati e amati anche se non sono io a occuparmi di loro la maggior parte del tempo, tutto il giorno, tutti i giorni.

Quando capiscono che ci sono altre persone che possono soddisfare i loro bisogni, i nostri figli vedono il corpo di Cristo in azione. I miei figli amano la nostra chiesa-famiglia che ha badato a loro tutto il giorno mentre noi eravamo in ospedale. Hanno imparato che i membri del popolo di Dio dipendono gli uni dagli altri, e che anche quando la loro famiglia biologica non è lì, il popolo di Dio lo è. Come genitori cristiani, vogliamo che i nostri figli siano membri pienamente attivi del corpo di Cristo, e affinché questo avvenga, devono poter servire la chiesa ed essere serviti dalla chiesa.

Ciò è evidente soprattutto nei momenti di emergenza, tuttavia i nostri figli hanno bisogno di altre persone su base regolare. I miei figli ricevono un grande beneficio dalle loro babysitter, dai loro insegnanti, dai loro amici, e da tutte le altre persone che Dio ha messo nelle nostre vite.

Ad ogni modo, la nostra separazione è stata difficile, ed ero preoccupata degli effetti che poteva avere sui miei figli. Paul Tripp ha detto una volta che la nostra genitorialità non può essere ridotta a momenti; è piuttosto un insieme di momenti. Questa epopea di un mese vissuta dalla nostra famiglia è durata, appunto, solo un mese. Anche se la situazione potrebbe avere avuto un impatto sui miei figli, non li segnerà per sempre. Essi sono plasmati dall’obiettivo a lungo termine della genitorialità, non da quello a breve termine, anche se quel breve periodo è stato difficile per tutti noi. Amo i miei figli, e altri li amano. Se un giorno si troveranno in una situazione in cui non c’è nessuno ad aiutarli, spero che impareranno a dipendere da Colui al quale tutti noi li stiamo additando, dal Dio che non ci lascia mai.


Courtney Reissig è l’autrice del libro Glory in the Ordinary: Why Your Work in the Home Matters to God e The Accidental FeministRestoring Our Delight in God’s Good Design. E’ sposata con Daniel e ha quattro figli. Insieme servono la Midtown Baptist Church a Little Rock (Arkansas). Puoi leggere altri suoi articoli sul suo blog o puoi seguirla su Twitter.


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