Venti citazioni tratte dal libro “Riscoprire la chiesa”
Mentre leggevo il nuovo provvidenziale libro Riscoprire la chiesa. Perché il corpo di Cristo è essenziale di Collin Hansen e Jonathan Leeman (Coram Deo, 2021), queste 20 citazioni hanno catturato la mia attenzione.
Un cristiano senza una chiesa è per certo nei guai. (pag. 9)
Dio non ci chiama a far parte della sua chiesa perché è un ambiente confortevole dove poter trovare qualche incoraggiamento spirituale. La verità è che essa non è che una famiglia spirituale di disadattati e reietti; siamo accolti in una casa che raramente corrisponderà a quanto desideriamo, eppure sarà proprio ciò di cui abbiamo bisogno. (pag. 11)
Ci sono molte ragioni per cui potremmo trascurare la chiesa, ma c’è un motivo per cui dobbiamo riscoprirla: tramite quelle persone che forse non ci piacciono particolarmente, il Signore desidera dimostrarci il suo amore. È l’unico tipo di amore che ci astrae da noi stessi e ci porta in una comunione che trascende le forze distruttive di questo mondo malato. È la sola maniera in cui possiamo trovare insieme guarigione. Inoltre, è nella chiesa che Cristo è presente in modo unico. Potremmo anche arrivare a dire che le nostre chiese sono per così dire il punto di contatto tra il cielo e la terra, il luogo in cui le nostre preghiere cominciano a essere esaudite: “Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà sulla terra, come nel cielo”. (pag. 15)
Il cielo si mostra sulla terra mediante le chiese riunite; quando ciò avviene, offriamo ai cittadini della nostra nazione la speranza di un paese migliore, di una città eterna. Non importa quali siano le sfide che dobbiamo affrontare come americani, italiani, parte di una minoranza o di una maggioranza etnica, ricchi o poveri; la nostra speranza di vedere finalmente una società giusta e pacifica non dovrebbe fondarsi sui regni di questo mondo, ma sul Re stesso, che sta edificando il suo regno celeste negli avamposti delle chiese locali. (pag. 22)
Lodiamo Dio perché possiamo “scaricare” verità bibliche virtualmente, ma ringraziamolo piuttosto perché la vita cristiana è ben più di un trasferimento di informazioni. Quando la chiesa è soltanto online, non possiamo sentire, sperimentare e testimoniare quelle verità incarnate nella famiglia di Dio, che fortificano la nostra chiesa e intessono legami d’amore tra fratelli e sorelle. La chiesa virtuale è un ossimoro. . . . La vita cristiana di chiesa non può essere “scaricata”, ma deve essere osservata, udita, vissuta dall’interno e imitata. (pag. 47)
È vero che riunirsi con la chiesa può essere scomodo, ma così è l’amore: le relazioni possono essere difficili, le conversazioni possono renderci vulnerabili, ma questo è vero amore. (pag. 48)
È possibile che con i propri sermoni i predicatori sembrino degli audaci araldi della verità quando in realtà si limitano a parlare duramente delle persone al di fuori delle mura della chiesa. Possono suonare coraggiosi, ma di fatto non sfidano mai coloro a cui si rivolgono in prima persona. In effetti, potremmo dire che questa è la più grande sfida che affronta la maggior parte dei predicatori: come si possono predicare le sole Scritture senza pestare i piedi a nessuno? Come dire cose dure, ma vere, a chi potrebbe scegliere di rimuoverli dal loro incarico e cacciarli dalla loro comunità? (pag. 56)
Non ci dovrebbe sorprendere dunque se all’interno della chiesa non sembriamo esser tutti sulla stessa lunghezza d’onda! Non stiamo dando lo stesso valore alle Scritture. Le chiese che usciranno più forti dal COVID-19 sono quelle che avranno saputo tracciare una chiara linea di demarcazione tra la Parola di Dio predicata con potenza e le innumerevoli altre parole che hanno fatto a gara per conquistare la nostra attenzione fluttuante. (pag.58)
L’ascolto di una predica non riguarda soltanto noi e il nostro cammino personale con Gesù; consiste nel formare una cultura ed edificare una città celeste proprio nella nostra chiesa. Stiamo dando forma alla nostra vita insieme. (pag. 61)
L’appartenenza alla chiesa offre la sicurezza del recinto delle pecore: Cristo è il pastore. Riceviamo nutrimento perché siamo legati a un corpo, come un braccio a un torace: Cristo è il capo. Ci dona l’amore di una famiglia: Cristo è il primogenito tra molti eredi. Ci conferisce gli obblighi e i doveri propri di un cittadino di una nazione santa di cui Cristo è il Re. (pag. 71)
l’appartenenza alla chiesa è una realtà ben presente in quasi ogni pagina delle epistole del Nuovo Testamento, anche se espressa con parole differenti. Si tratta di far parte di una famiglia; per questo sono previsti degli obblighi. Significa entrare in un corpo e dunque si vivranno tutte le dinamiche legate all’essere connessi con ogni altro membro. Tutte le metafore che la Bibbia usa in riferimento alla chiesa ci aiutano a capire cosa sia l’appartenenza; ciascuna è necessaria, perché non esiste nulla al mondo che sia paragonabile alla chiesa. (pag.73)
L’appartenenza alla chiesa non è affatto passiva; non è solo una condizione. Non è come iscriversi a un club o a un’operazione a premi. È un lavoro vero e proprio per cui è necessario essere presenti, formarsi, impegnare mente e cuore. Il nostro obiettivo deve essere quello di lasciare un impatto con il nostro operato. Cosa faremo questa settimana? Porteremo beneficio all’intero gruppo, facendo la nostra parte, o batteremo la fiacca? (pag. 75)
Chi si oppone al Signore e gli disobbedisce sta di fatto scappando dall’amore, preferendogli altre cose che forse ai propri occhi incarnano l’amore. (pag.86 )
Se è vero che l’abuso è terribile, lo sono altrettanto chiese che ignorano il problema, proprio perché Dio le ha chiamate a essere luoghi di conforto, sollievo e ristoro da tutte le ingiustizie del mondo, incluse le violenze.. . . . la soluzione non è abbandonare le chiese, ma piuttosto assicurarsi che siano attaccate alla Bibbia e all’unico vero strumento che Dio ha fornito per (nella migliore delle ipotesi) prevenire e (nella peggiore delle ipotesi) reagire correttamente all’abuso: la cultura del discepolato e della disciplina. Una chiesa che pratica la disciplina in modo umile, amorevole e responsabile non avrà mai bisogno di simili hashtag. (pag. 89)
Il corpo di Cristo è una comunità variegata: non siamo tutti uguali e abbiamo bisogno gli uni degli altri. . . . Questo modello non è la soluzione più rapida per fondare la chiesa più numerosa che ci sia, ma è di certo il modo migliore per edificare una chiesa sana e che duri nel tempo. (pag. 100)
Ci potrebbe sembrare più facile cercare una chiesa dove tutti pensano, parlano e peccano come noi. Ciononostante, per il bene della nostra crescita spirituale è meglio mettere radici in una comunità variegata . . . Vogliamo trovare una chiesa che attiri l’attenzione del mondo? Cerchiamone una che assomigli al mondo a venire. (pag 101)
Troppo spesso i credenti e le chiese sono così impegnati a redimere la società e la cultura e a trasformare la loro città da non preoccuparsi di mettere in ordine le loro stesse case. Come già più volte detto in questo libro, le chiese devono prima di tutto impegnarsi a redimere la loro stessa cultura e a trasformarsi sempre più a immagine della città celeste. Solo a quel punto il loro amore, le loro buone opere e la loro ricerca della giustizia potranno traboccare all’esterno in totale integrità. Quando ciò accade, i cittadini tormentati di questo mondo, delusi dalle loro rivoluzioni fallite, potranno trovare rifugio entrando per la porta della nostra ambasciata. (pagg. 112–113)
Se credo che una persona viva integramente, mi ami e abbia a cuore il meglio per me, sarà semplice accettare le sue parole d’istruzione e correzione, seppure dure. Se così non fosse, ci penserei due volte prima di ascoltarla e metterei in dubbio tutto ciò che mi dice, anche le cose più banali. Dunque, una chiesa sana deve essere caratterizzata da guide che sono affidabili, ma anche membri che sono disposti a fidarsi di loro. (pag. 125)
Forse dovremmo pensare di lasciare la chiesa e trovarne un’altra in cui possiamo fidarci dei pastori, tanto da permettere loro di sfidarci e metterci in difficoltà quando necessario. Non è giusto cercare semplicemente una congregazione che appoggi e confermi quanto già sappiamo. (pag. 126)
Quando io (Collin) parlo con i nuovi membri della chiesa, faccio una grande promessa; finora nessuno è mai venuto a lamentarsi e ad accusarmi di avergli mentito. Prometto che se persevereranno nel presentarsi in chiesa (per noi significa sia al culto domenicale sia allo studio biblico infrasettimanale nelle case) e nel cercare di prendersi cura degli altri, otterranno tutto ciò che vogliono dalla chiesa. Potrebbero essere in cerca di crescita spirituale, amicizie, conoscenza biblica o aiuto pratico; riceveranno tutto ciò che desiderano dalla chiesa se adempiranno a questi due semplici compiti. (pag. 138)
Possiamo essere utili agli altri credenti più di quanto non pensiamo. Un giorno scopriremo quanto anche noi avessimo necessità di loro. (pag. 138)
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