Una fede audace vince la paura: il coraggio della madre di Mosè
Gli Israeliti erano schiavi del re d’Egitto. Il faraone tentò di opporsi a Dio, di rendere vana la sua promessa di salvezza e annientare un intero popolo. Ma i suoi piani furono sventati da una madre determinata.
Quando il faraone ordinò al suo popolo di gettare ogni figlio maschio degli ebrei nel Nilo (Esodo 1:22), la madre di Mosè sfidò il suo ordine. Tenne nascosto il suo bambino finché poté, poi lo fece galleggiare a bordo di un canestro di giunchi sul Nilo. La sorella del bambino, Miriam, lo tenne d’occhio finché non arrivò sano e salvo ai piedi della figlia del faraone, che lo portò a casa sua. In ultima analisi, l’atto di questa madre coraggiosa non salvò solo la vita di Mosè ma anche quella di una nazione.
Che cosa ci insegna la Bibbia sul coraggio in questo ritratto di fede coraggiosa?
1. Avere coraggio significa prendere la decisione giusta di fronte alla paura.
La madre di Mosè scelse di fare ciò che era giusto malgrado le pressioni di obbedire al faraone. Esodo non ci dice quale fosse la pena prevista per chi osasse sfidare gli ordini del faraone, ma doveva essere severa. Tuttavia, la madre di Mosè scelse di obbedire a un’altra autorità, la Parola di Dio (Ebrei 11:23).
Il coraggio però deve essere radicato all’interno di una visione morale. Ci si potrebbe chiedere che cosa rende l’insubordinazione di questa madre coraggiosa. È un atto di ribellione? Cosa dire delle conseguenze per il resto della famiglia nel caso la sua opposizione fosse stata scoperta? È stato egoista da parte sua tenere suo figlio quando le sue sorelle ebree hanno perduto i loro? No, la madre di Mosè scelse la strada del coraggio perché diede ascolto alla Parola di Dio e non a quella del faraone. Lei obbedì alla legge di Dio, e il rischio che corse era giustificato.
I credenti potrebbero anche chiedersi: “Come possiamo avere coraggio in ogni situazione?” Rispondere a questa domanda può essere complicato. Abbiamo bisogno dell’insegnamento morale e della saggezza della Scrittura per capire i tempi (1 Cronache 12:32). Questo coraggio spesso ci porterà ad essere disprezzati, derisi e persino perseguitati dal mondo. Tuttavia, il coraggio è consapevole del prezzo da pagare per seguire Dio, e nonostante ciò gli obbedisce.
2. Il coraggio viene da Dio.
L’audacia di una madre portò all’umiliazione di un impero e alla salvezza della sua nazione. Adoro questa storia perché mi dice che chiunque può avere coraggio.
Forse non credi di poter essere coraggioso, ma quello che ho scritto sopra è vero. Puoi avere coraggio se sai dove andare a cercarlo. Dubitiamo di poter essere coraggiosi perché abbiamo adottato la visione del coraggio della nostra cultura. Pensiamo che il coraggio sia una caratteristica che troviamo in noi stessi. Abbiamo imparato dalla cultura popolare a pensare che possiamo attingere a una riserva di coraggio se lo cerchiamo dentro noi stessi.
Ma il coraggio si ottiene guardando verso l’alto, non verso l’interno. Le levatrici ebree sfidarono il faraone perché temevano Dio (Esodo 1:17). Neemia esortò i Giudei a ricostruire le mura della città senza avere paura dei nemici ricordando il Signore (Neemia 4:14). Allo stesso modo, troviamo la fermezza per correre bene la gara che ci è proposta quando fissiamo il nostro sguardo su Gesù (Ebrei 12:1–2). Il coraggio non si acquisisce tramite la fiducia nella tua forza. Esso si manifesta quando crediamo che Cristo è con noi in ogni tempesta. Se egli è con noi, allora possiamo superare la prova (Marco 4:35–40).
3. Il coraggio consiste nel reagire al meglio delle tue capacità tenendo conto delle circostanze.
La madre di Mosè non poteva proporre un ricorso contro l’ordine del faraone, né era in grado di guidare una rivoluzione violenta contro quel regime brutale. Invece, fece del suo meglio tenendo conto delle circostanze in cui si trovava. Mise in salvo suo figlio.
Ogni giorno i cristiani affrontano prove, minacce e sofferenze sulle quali hanno poco o nessun controllo. La maggior parte di noi non si trova nella posizione di poter cambiare le leggi, guidare eserciti o dirigere una multinazionale. Questo vuol dire che non siamo in grado di agire coraggiosamente?
Lo psichiatra austriaco Viktor Frankl fu prigioniero in un campo di concentramento nazista, ma imparò che esiste un potere che le truppe di Hitler non potevano sottrargli. Nel suo libro Alla ricerca di un significato della vita, egli scrisse: “Tutto può essere tolto ad un uomo ad eccezione di una cosa: l’ultima delle libertà umane—poter scegliere il proprio atteggiamento in ogni determinata situazione”.
Quando non hai nessun controllo sulle tue circostanze puoi comunque scegliere di avere una fede coraggiosa. Per la madre di Mosè, questo voleva dire mettere il suo figlioletto in un canestro di giunchi sulla riva del Nilo. Per Gedeone, voleva dire andare “con [questa] forza” (Giudici 6:14). Dio prese i loro piccoli atti di fede e li usò per liberare una nazione. Usa la forza, le opportunità e la libertà che hai. Dio riceve ciò che puoi dare, e fa il resto.
Il coraggio è una virtù cristiana. Non è riservato agli eroi ma è per tutti coloro che sperano in Dio. Come William Cowper scrisse:
Il cristiano ha un’arte a te sconosciuta;
Non si mette a discutere con le paure poco virili,
Si dirige dove il dovere lo chiama,
Affronta mille pericoli per rispondere alla sua chiamata,
E confidando nel suo Dio, li sormonta tutti.
Decidi di ascoltare di più la Parola di Dio che quella dell’opposizione. Obbedisci a Dio in ogni circostanza. Scoprirai così la libertà in Cristo che affronta mille pericoli continuando a perseverare.
Sarah Eekhoff Zylstra è redattrice senior e direttrice della sezione “Fede e Opere” per The Gospel Coalition. È anche la coautrice di Gospelbound: Living with Resolute Hope in an Anxious Age. In precedenza ha scritto per Christianity Today, ha istruito a casa i suoi figli, è stata una freelance per un quotidiano locale e ha insegnato al Trinity Christian College. Si è laureata in Inglese e comunicazione alla Dordt University e in giornalismo alla Medill School of Journalism presso la Northwestern University. Vive con suo marito e i loro due figli nella periferia di Chicago e sono membri attivi della Orland Park Christian Reformed Church.
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