Come aiutare le persone ad elaborare le emozioni dolorose
Immagina di essere un fondatore di chiesa o un pastore che svolge il proprio ministero in un contesto in cui le risorse sono limitate (per alcuni di voi questa potrebbe essere la realtà). Probabilmente non puoi contare sull’aiuto di collaboratori retribuiti o di volontari con esperienza o formazione nel counseling. Ora immagina che un membro della tua chiesa venga da te per essere aiutato ad affrontare una situazione difficile. Che cosa fai? Il tuo primo impulso è di metterti all’opera, o ti senti sopraffatto e mal equipaggiato per aiutarlo ad elaborare le sue emozioni?
Elaborare le emozioni non richiede sempre un aiuto professionale. Anche se certamente c’è un tempo per coinvolgere e utilizzare le risorse che un aiuto professionale può fornire, non hai bisogno di un esperto (né devi essere un esperto) per elaborare qualcosa. Ho parlato con molti membri della chiesa che sapevano di avere bisogno di aiuto ma che non sapevano da dove iniziare. Ecco quattro domande che ti aiuteranno a prepararti per guidare una persona ad elaborare situazioni difficili ed emozioni dolorose.
1. Che cosa è successo?
Prendere del tempo per parlare o scrivere di ciò che si è sperimentato è importante. Un malinteso comune recita così: “Non posso cambiare quello che è successo, quindi che importanza ha se ne parlo o meno?” Una conoscenza di base dell’antropologia ci ricorda che una caratteristica distintiva dell’essere umano è la capacità di parlare. Ho potuto constatare che molte persone che pensavano di avere bisogno di counseling per elaborare qualcosa di difficile in realtà hanno scoperto che si sentivano molto meglio dopo averne parlato. Perché? Perché si sono prese il tempo per verbalizzare la loro esperienza.
I pastori non dovrebbero mai sottovalutare l’importanza di essere presenti, ascoltare e fare domande pertinenti. Manifestiamo la presenza di Dio mentre sediamo con le persone ferite e le ascoltiamo.
2. Che cosa stai provando?
Forse conosci delle persone che non riescono a nascondere le loro emozioni. Non devi mai indovinare ciò che non va in loro perché lo hanno scritto in faccia. Altri invece fanno fatica a descrivere accuratamente ciò che sentono. Una delle ragioni di questo è la natura complicata delle emozioni. Il dolore spesso può essere mescolato all’ira. La tristezza può essere mescolata alla speranza. Il Salmo 13 inizia con: “Fino a quando, o SIGNORE”, e finisce con: “Io canterò al SIGNORE, perché m’ha fatto del bene”. Fare chiarezza sui sentimenti che proviamo è importante.
Quando si aiuta una persona ad elaborare le proprie emozioni, si entra nel suo vissuto cercando di comprendere quello che sente. Questo pone il fondamento per il passo successivo.
3. Perché ti senti così?
Ho notato che questo è il passo più difficile per molte persone. Una cosa è sapere che cosa senti; un’altra cosa è capire perché lo senti. “Se mi avesse offeso un nemico, l’avrei sopportato . . . Ma sei stato tu, l’uomo che io stimavo come mio pari, mio compagno e mio intimo amico” (Salmo 55:12–13). Davide non soffre perché è stato offeso. Egli soffre perché le offese provengono da un “intimo amico”. Capire il “perché” dietro la sofferenza è fondamentale perché ci fa attingere dalle profondità dei nostri cuori. “I disegni del cuore dell'uomo sono acque profonde, ma l'uomo intelligente saprà attingervi” (Prov. 20:5).
Le nostre emozioni non sono semplicemente il prodotto di quello che è successo ma il risultato del nostro modo di pensare, delle nostre esperienze passate e di ciò in cui crediamo. Che cosa rivelano i sentimenti o le emozioni sulle cose a cui teniamo di più e che per noi hanno più valore? La risposta sarà diversa per ogni persona. Due persone possono essere testimoni di un incidente d'auto e avere due reazioni diverse. Una potrebbe essere rattristata per aver visto dei feriti. L’altra potrebbe essere rattristata per avere visto dei feriti ma potrebbe anche provare dolore perché ha perso un proprio caro a causa di un incidente anni fa. Cercando di comprendere il “perché” ci sentiamo in un certo modo, possiamo capire meglio come reagire in modo sano.
4. Come hai reagito?
L’elaborazione delle esperienze difficili non consiste solo nel parlare. Una sana elaborazione richiede una sana reazione. “Nel giorno della paura, io confido in te” (Salmo 56:3). Davide ci mostra che cosa vuol dire reagire quando abbiamo paura. Forse una persona ti ha ferito e hai paura di parlare ancora con lei. La paura potrebbe dirti di evitare quella persona, che sarai sicuro sul piano emotivo solo mantenendo le distanze da lei. Ma ascoltare la voce della paura non ci fa del bene se non produce una reazione che onora Dio. Oltretutto, fidarsi della voce della paura non ci darà quella sicurezza profonda e duratura che il nostro cuore desidera.
Il Signore è la fonte della nostra pace e consolazione. La fiducia diventa uno strumento per una sana elaborazione quando reagiamo ascoltando la voce del Signore anziché la voce della paura. “Confida in lui in ogni tempo, o popolo; apri il tuo cuore in sua presenza; Dio è il nostro rifugio” (Salmo 62:8). Quando reagiamo alle emozioni dolorose mettendo Dio al centro, siamo nella condizione di sperimentare la sua misericordia e la sua grazia che portano guarigione.
Mi auguro che usare queste domande come guida porti chiarezza e incoraggiamento per te e per le persone che servi. Resisti alla tentazione di procedere troppo velocemente. Ciascuna domanda potrebbe richiedere diverse conversazioni. L’obiettivo non è la velocità ma la pazienza e la chiarezza. Più di ogni altra cosa, usa queste domande per guidare le persone al Signore—egli è il nostro rifugio e la nostra forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà (Salmo 46:1).
Kent Bass è il pastore per il counseling e la cura dei membri della Imago Dei Church a Raleigh, North Carolina. Ha conseguito un Master in consulenza biblica presso il Southeastern Baptist Theological Seminary. Oltre a fornire cura e counseling ai membri di Imago Dei, Kent aiuta ad equipaggiare e assistere i fondatori di chiesa e i missionari inviati dalla sua chiesa. Kent vive a Wake Forest (North Carolina) con sua moglie Hope e i loro quattro figli. Puoi seguirlo su Instagram @kentdbass.
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