Umiltà e social media possono coesistere?

Umiltà nell’impiego dei social media 

I social media spesso hanno valori opposti al regno di Dio.1 Gesù disse: “Beati quelli che si adoperano per la pace” (Matteo 5:9). I social media spesso dichiarano beati gli indignati.

Gesù disse: “Beati i mansueti” (Matteo 5:5). I social media spesso dichiarano beati i narcisisti.

Sono grato per i tanti leader cristiani devoti che usano i social media in modo edificante. Allo stesso tempo, temo che la chiesa sia influenzata dalle dinamiche malsane della cultura dei social-media più di quanto essa contribuisca a plasmarla. Troppe volte, ci facciamo trascinare nel disgusto, nello scalpore, nella derisione.

In particolare, i social media spesso ci allontanano dall’umiltà. Il richiamo di Charles Spurgeon potrebbe benissimo essere applicato all’epoca dei social-media in cui viviamo:

Un sacco di gente al giorno d’oggi non può uccidere un topo senza pubblicare la notizia sul giornale locale. Sansone uccise un leone e non disse nulla a riguardo: lo Spirito Santo trova la modestia così rara da preoccuparsi di prenderne nota. Parla molto di ciò che il Signore ha fatto per te, ma parla poco di ciò che tu hai fatto per il Signore. Non proferire una singola frase di autocelebrazione!2

Sono persuaso che Spurgeon abbia ragione. Quante volte ho attirato l’attenzione su me stesso? Quante volte ho rischiato di offendere lo Spirito Santo mancando di modestia o di gentilezza? Signore, ti chiedo scusa.

Cosa dobbiamo fare allora? Non credo che la risposta sia necessariamente quella di evitare del tutto i social media, anche se per qualcuno potrebbe essere necessario. Ognuno di noi dovrebbe tenere conto dei propri limiti. Credo tuttavia che nello stato attuale della cultura in cui viviamo, un uso santo dei social-media richieda una dose supplementare di intenzionalità ed equilibrio.

Probabilmente non cambieremo il corso di Twitter o Instagram rendendoli strumenti edificanti. Cose come il protagonismo e la meschinità sono una corrente troppo potente.

Come possiamo creare una presenza sui social-media caratterizzata dall’umiltà? Sto ancora riflettendo sulla risposta da dare, ma queste sono tre strategie da cui iniziare.

Combatti l’invidia con la gratitudine

I social media ci inducono a fare continui paragoni, rendendo l’invidia un pericolo costante. Ci sarà sempre qualcuno con più follower e qualche nuova situazione su cui senti di dover intervenire (o uno scherzo di cui vuoi essere partecipe). È facile che la paura di essere ignorati diventi un tiranno o che il bisogno di mantenere la tua piattaforma diventi un peso.

Ho scoperto che coltivare la gratitudine per ciò che abbiamo indebolisce il potere dell’invidia. Quindi concentrati di più sull’usare la tua piattaforma per un bene effettivo che sul farla crescere per un bene potenziale. Gioisci per qualunque influenza ti sia stata data, per quanto piccola. Sii grato per essa. Coltivala come un giardino prezioso in un deserto.

Inoltre, è salutare e liberatorio ritornare regolarmente la tua influenza al Signore. Deponila ai Suoi piedi e cerca di essere sinceramente disposto a perderla se Egli dovesse togliertela, se solo puoi avere più di Lui.

Fai uno sforzo aggiuntivo per essere gentile

Ho sempre pensato che i social media siano uno dei meccanismi che la nostra cultura usa per umiliare pubblicamente qualcuno. Quello che un tempo si faceva mettendo alla gogna la gente nella piazza del paese ora lo si fa con il “ratioing” e il “canceling”.

La cosa preoccupante è che le persone che si dedicano a questo tipo di attività spesso ottengono più attenzione come risultato. Il fatto che in taluni contesti meschinità e indignazione non solo vengono tollerate, ma di fatto premiate è un segno del peccato umano.

Alla luce dello stato del nostro dialogo culturale e della natura del medium, dobbiamo impegnarci ancora più duramente per mostrare gentilezza. Fai ulteriori passi per dire qualcosa di positivo ogni volta che puoi. Evita il sarcasmo più di quanto normalmente faresti. Cerca delle opportunità per onorare qualcun altro (Romani 12:10).

So che questo non è facile, e non voglio negare il valore del disaccordo aperto e del dibattito. C’è sicuramente un tempo per la riprensione e l’indignazione. Certi attacchi o mistificazioni richiedono una risposta energica.

Vale comunque la pena farsi questa domanda per ogni tweet o post che pubblichiamo: quello che scrivo proviene più dalla carne o dallo Spirito? A quale cultura sto contribuendo?

Fai delle pause

Sono convinto che un disimpegno periodico dai social media sia essenziale per poterli utilizzare in modo sano. Oltre a fare delle pause per staccarsi completamente dai social media, potresti anche prendere in considerazione questi suggerimenti:

  • Cancella le app dei social-media dal tuo telefono— usale solo nel tuo computer (puoi farlo una volta per sempre o solo per certi periodi, come nei weekend o nei giorni dedicati alla famiglia).

  • Stabilisci dei posti a casa tua dove non porterai mai i tuoi dispositivi (per es., uno studio).

  • Usa la funzione “Non disturbare” come impostazione predefinita, per evitare che il tuo telefono squilli continuamente. La distrazione costante non ci fa bene.

Un altro accorgimento utile è, molto semplicemente, silenziare o smettere di seguire le persone che sistematicamente ti trascinano giù. Non esitare a farlo. Non sei obbligato a seguire nessuno (né rispondere ai commenti) se farlo è dannoso per la tua anima. Quando sono alle prese con l’invidia o la solitudine mentre navigo sui social media, probabilmente è arrivato il tempo di scollegarmi per un po’.

Se non discuti mai con le persone nella vita reale, ma lo fai su Facebook, è tempo di bilanciare di più le due cose. I social media dovrebbero integrare, non compensare, le relazioni faccia a faccia.

Un appello finale

Noi che portiamo il nome di Cristo dobbiamo essere particolarmente attenti a come parliamo gli uni con gli altri. Le nostre interazioni sui social media si svolgono davanti a un mondo che ci osserva. Dovremmo essere contraddistinti dall’amore anche nei nostri disaccordi (Giovanni 13:35), per non screditare il Vangelo.

Mi rendo conto che ci sono persone con le quali è quasi impossibile avere un confronto edificante. Penso davvero che in questi casi sia necessario riflettere di più su Tito 3:10: “Ammonisci l'uomo settario una volta e anche due; poi evitalo”. Potrebbe sembrare una cosa rude da fare, ma la saggezza a volte richiede un’esclusione totale. Paolo comprese questo, e anche noi dovremmo.

Tente cose sono fuori dal nostro controllo. Non possiamo interrompere l’incessante strepito che è internet. Ma possiamo cercare di ridurre il nostro coinvolgimento nelle questioni e fare tutto il possibile per contribuire a creare una cultura più sana. Ecco un buon obiettivo per cui pregare: che più cristiani siano riconoscibili sui social media dalla saggezza che Giacomo descrive come “pacifica, mite, conciliante, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale, senza ipocrisia” (Giacomo 3:17).

In tutto quello che facciamo sui social media, il consiglio di Spurgeon ci offre un grande obiettivo a cui puntare: parla molto di ciò che il Signore ha fatto per te, ma parla poco di ciò che tu hai fatto per il Signore.

Ed ecco un’ottima strategia per farlo: saturare i nostri cuori del Vangelo a tal punto che questo è ciò che desideriamo fare. Quanto è felice questo pensiero: essere talmente rapiti dall’amore di Cristo che preferiamo parlare di Lui che di noi stessi. C’è veramente gioia in questo.

Signore, perdonaci per le volte che abbiamo abusato dei social media. Riempi i recessi più profondi del nostro cuore con il tuo amore affinché trabocchiamo di gioia e di amore nei confronti degli altri in ogni cosa che facciamo e diciamo.

Note:

  1. Alcune parti di questo epilogo sono tratte dal mio articolo “3 Ways to Keep Social Media from Stealing Your Joy”, The Gospel Coalition, 2 Maggio 2020, https:// www.thegospelcoalition.org/.

  2. Charles H. Spurgeon, “Hands Full of Honey”, un sermone predicato al Metropolitan Tabernacle il 28 Gennaio 1883, www.spurgeon.org.

Il presente articolo è tratto dal libro Humility: The Joy of Self-Forgetfulness di Gavin Ortlund.


Gavin Ortlund (PhD, Fuller Theological Seminary) è pastore della First Baptist Church of Ojai a Ojai, California. È autore di diversi libri e gestisce il noto canale YouTube Truth Unites. Gavin e sua moglie, Esther, hanno cinque figli.

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