Sì, una persona che ami ti sta guardando dal cielo

Entrambi i miei genitori sono morti nel mese di marzo. Gli anniversari delle loro morti cadono a distanza di una settimana l’uno dall’altro. Sono passati vent'anni da quando mio padre è entrato nella gloria e sette da quando mia madre ha aperto i suoi occhi nella presenza di Gesù.

Due care amiche hanno perso il padre l’anno scorso, e una di loro —tra grandi lacrime—mi ha chiesto se il dolore lacerante che provava se ne sarebbe mai andato via. Era molto legata a suo padre, e la sua perdita improvvisa le provocò un dolore insopportabile e tanta nostalgia.

Il dolore derivante dalla perdita di una persona cara scompare? No. Dubito che sia possibile liberarsi del dolore completamente, anche se credo che il tempo allievi lo sconforto. Le ferite che riaffiorano di tanto in tanto e le lacrime che sgorgano in diverse stagioni ci ricordano che non accetteremo mai l’idea della morte, né dovremmo accettarla.

Fino al ritorno del Signore, la morte continuerà a fare parte di questo mondo spezzato e confuso, così cerchiamo conforto in vari modi mentre piangiamo la perdita dei nostri cari. Alcune persone ben intenzionate, nella speranza di offrire conforto, spesso dicono cose del genere: “I tuoi genitori ti stanno guardando dall’alto, e devono proprio essere orgogliosi di te”. Altre condividono storie di fenomeni inspiegabili legati ai loro cari che sono morti e sembrano pensare che dovremmo tutti cercare segni dall’oltretomba.

L’intenzione dietro a queste idee è buona, ma vorrei modestamente suggerire che affermazioni di questo tipo cercano di rendere tangibile qualcosa che è intangibile. Quando facciamo questo, i nostri occhi possono facilmente fissarsi su ciò che abbiamo di fronte a noi, facendoci perdere l’opportunità di guardare oltre a Colui che offre il conforto più grande di cui abbiamo bisogno.

Un misericordioso promemoria da Gesù

Un’amica recentemente ha condiviso l’incredibile storia di un satellite che ha catturato alcuni momenti intimi di preghiera e lode in famiglia. I familiari di questa mia amica si erano recati nel luogo in cui suo figlio è morto in un incidente d’auto, si sono messi in cerchio sulla strada e hanno pregato. Qualche settimana dopo, volendo visitare di nuovo il punto dove suo figlio è spirato, questa madre ha cercato la strada su Google Earth. Con suo grande stupore ha scoperto che un satellite stava sorvolando la zona nel momento esatto in cui la famiglia era riunita in preghiera. Ci sono immagini che documentano questa preziosa riunione di famiglia.

Alcuni potrebbero dire che questo era un segno inviatole dal figlio per dirle che lui sta bene. Ma quando perdiamo dei cari che in vita hanno avuto una relazione con Gesù, non abbiamo bisogno di ricevere cenni da parte loro. Non solo sappiamo che stanno bene, ma sappiamo che stanno danzando, lodando e vivendo nella presenza stessa di Gesù! Ci vuole fede per credere questo, ma la Bibbia ci assicura che benché ci siano molti misteri che circondano lo stato intermedio, quando moriamo ci svegliamo nella presenza di Gesù.

Ebrei 11:1 dice: “Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono”. La fede non è condizionata da ciò che vediamo con i nostri occhi, non è legata a ciò che appartiene alla dimensione fisica. La fede è la convinzione che la Parola di Dio è vera e che esiste un mondo spirituale dove Dio è presente ed è sempre all’opera.

Quanto è bello che Dio, nella sua bontà, ci ricorda che egli è con noi, così come ha fatto con questa madre attraverso un’immagine apparentemente casuale catturata da un satellite. In che modo il Signore ti ha dato la certezza che egli ti è vicino nel profondo cordoglio che accompagna la perdita? L’evidenza della sua presenza è lì se la cerchiamo, ma non facciamo confusione su chi veglia su di noi. Guarda oltre la persona che ami per vedere e sperimentare l’amore e la bontà del nostro grande Dio.

L’incomparabile consolazione di Gesù

Dopo aver parlato ad un ritiro qualche anno fa, una donna mi si avvicinò alla fine di una sessione, mi abbracciò e disse: “I tuoi genitori ti vedono quando insegni, e devono essere molto orgogliosi di te”. Non era la prima volta che sentivo pronunciare queste parole, ma era la prima volta che queste parole mi rimasero impresse.

I miei genitori mi stanno veramente vedendo? 

La verità è che la Scrittura non ci dà sufficiente evidenza per affermare con certezza una cosa del genere. Potrebbe essere che il Signore lasci intravedere quello che accade nella mia vita e nelle vite delle mie sorelle. Ma sappiamo che se i nostri cari vedono cose sulla terra, non le vedono con i nostri stessi occhi perché la loro prospettiva non è più viziata dal peccato.

È importante non concentrarsi troppo su ciò che i nostri cari potrebbero vedere o non vedere. Un’enfasi di questo tipo potrebbe portarci a pensare di più ai nostri cari e meno a Gesù. Potremmo persino iniziare a conversare di più con loro di quanto facciamo con il Signore. In Matteo 11, Gesù ci invita ad andare da lui quando siamo affaticati, oppressi, confusi ed esausti. Gesù ci darà un riposo vero e duraturo. Cammina con Gesù, parla con Gesù. Solo in lui troveremo il riposo e la consolazione della grazia.

Speranza certa in Gesù

Che i miei genitori mi vedano o no, so che un giorno li rivedrò. Poiché il Signore nella sua grazia e misericordia mi ha aperto gli occhi affinché io capissi che egli è morto per i miei peccati, so che anch’io un giorno vedrò Gesù faccia a faccia.

In attesa che arrivi quel giorno, la morte non ha l’ultima parola. Anche se piangiamo la perdita di coloro che amiamo così tanto, sappiamo che questi addii non sono la fine della storia. Il Catechismo di Heidelberg pone questa domanda:

Qual è il tuo unico conforto in vita e in morte?

La risposta è questa:

Che io, con il corpo e con l’anima, sia in vita sia in morte, non sono mio ma appartengo al mio fedele Salvatore Gesù Cristo.

Amen e Amen. Che possiamo vivere la vita che Dio ci ha dato in modo così consacrato a lui che gli altri guardino oltre a noi e vedano il nostro Dio buono e misericordioso.


Katie Polski è una scrittrice, insegnante di inglese, oratrice e conduttrice di studi biblici. È sposata con Chris, pastore di Trinity Church (PCA) a Kirkwood, Missouri, ed è la madre di Ella, J-Rod e Lily. Katie è la direttrice musicale della Trinity Church e fa parte del comitato del ministero per le donne. Puoi visitare il suo sito internet: katiepolski.com.

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