Riflessioni sulla giustizia sei mesi dopo l’esplosione di Beirut
Sono passati sei mesi dall’esplosione di Beirut. Per i miei fratelli e le mie sorelle libanesi è impossibile dimenticare quell’orribile evento. I segni che lo ricordano sono visibili dappertutto nella città. Ci sono vetri rotti sulle strade e sui marciapiedi. Molti edifici sono rimasti esattamente com’erano subito dopo l’esplosione.
A causa di quello che sta succedendo nel mondo, sono più le cose che non sono riuscito a elaborare di quelle che sono riuscito a elaborare. Tuttavia, un tema su cui ho riflettuto profondamente negli ultimi giorni è la giustizia. Questa esplosione è stata una delle più grandi esplosioni nella storia mondiale, e uno dei momenti più bui nella storia del Libano. Più di 200 persone sono state uccise, più di 6.000 ferite e circa 300.000 sfollate. Eppure, ad oggi non c’è stata nessuna indagine attendibile. Nessuno è stato arrestato. Nessuno è stato punito, e nessuno ha ammesso la propria colpevolezza.
Per certi versi, questo è assolutamente sconcertante perché c’è qualcosa in noi che dice: questa ingiustizia non può essere ignorata. Eppure, purtroppo, per altri versi, non è affatto sorprendente. So di non essere solo nel mio sconcerto e insoddisfazione per l’ingiustizia. Si potrebbero dire molte cose a riguardo. Si potrebbero lanciare tante accuse e suscitare molteplici emozioni. Quello che vorrei fare invece è condividere alcune riflessioni sulla giustizia.
Quando la giustizia è assente
Ci sono molte cose che avrebbero dovuto essere fatte in modo diverso quel giorno a Beirut. Alcuni rapporti hanno dimostrato che questo disastro avrebbe potuto essere evitato se non fosse stato per la corruzione del governo, e per quanto questo sia difficile da capire, ci mostra una chiara immagine del decadimento del nostro mondo. Questo decadimento serve a rivolgere la nostra attenzione alla restaurazione che si trova solo in Dio. La fame ci indica la vera sazietà e soddisfazione. L’inquietudine ci indica il vero riposo che si trova in Gesù. Il vuoto crea il desiderio di completezza.
Il mio popolo non è l’unico a vivere in un mondo ingiusto. Anche tu conosci il dolore del decadimento e la difficoltà di servire persone che hanno subito un torto. A volte non c’è giustizia nelle nostre città, ma l’assenza di giustizia che tutti sperimentiamo nel corso del tempo può e dovrebbe portarci al Dio di giustizia (Isaia 30:18). Dio ha rivelato nella Sua Parola che Egli è retto (Deuteronomio 32:4). Egli è giusto (Salmo 145:17) e ama la giustizia (Salmo 37:28). In assenza di giustizia qui sulla terra, rivolgiamo lo sguardo al regno di Cristo in cui “giustizia ed equità sono le basi del suo trono” (Salmo 97:2).
Quando la giustizia non è sufficiente
La mancanza di giustizia non riguarda sempre la sua assenza. Anche quando la giustizia è presente, è comunque parziale. Essa non ci dà tutto ciò che speravamo. Per esempio, ritornando all’esplosione, supponiamo che si apra una regolare inchiesta e che alcune persone vengono arrestate, processate e condannate alla pena massima prevista dalla legge. Che cosa si ottiene effettivamente con questo? Quanto sarà realmente importante per le centinaia e centinaia di persone che sono state colpite e traumatizzate dallo scoppio?
Senza dubbio ci sarà un certo livello di risoluzione. In qualche modo, le famiglie delle vittime potranno voltare pagina una volta che i colpevoli sono arrestati, giudicati e puniti. Questo è importante. I credenti dovrebbero pregare per la giustizia, praticare la giustizia e impegnarsi in modo adeguati per portare la giustizia (Michea 6:8). Ma gli arresti potranno riportare in vita i morti? Questo genere di giustizia farà scomparire le ferite e il ricordo di ciò che è successo? No. La giustizia di cui disponiamo in questo mondo non è sufficiente. Ci serve una giustizia migliore, una giustizia più completa che non può venire da nessun organismo terreno. In sostanza, abbiamo bisogno della giustizia di Dio.
La vera giustizia restaura
Quando penso alla giustizia di Dio, rifletto su come essa è in contrasto con la giustizia terrena. La Sua è vera giustizia. Le Sue vie e le Sue decisioni sono sempre giuste. La giustizia di Dio è l’unica in grado di soddisfare perché essa non è solo un giudizio contro il peccato, ma una restaurazione di tutto quello che il peccato distrugge. La vera giustizia è restauratrice.
Ciò è meravigliosamente esposto nella croce di Cristo. E’ lì che la giustizia e la santità di Dio sono state soddisfatte perché il peccato è stato punito. E’ alla croce che il Suo amore e la Sua misericordia sono manifestati in tutta la loro potenza. Essa rappresenta il modo in cui Dio ci ha riportati a lui. Il nostro peccato non è stato solo punito e condannato, ma tutto ciò che è andato perduto come conseguenza del peccato sarà restaurato. Grazie a Gesù non siamo solo perdonati, ma abbiamo ricevuto anche una nuova vita e ci è stata data una famiglia, una dimora eterna e il riposo. Siamo stati completamente restaurati mediante Cristo.
In questi tempi difficili di frustrazione e ingiustizia, questo è il mio incoraggiamento per te: Non mettere la tua speranza nelle cose di questo mondo, ma in quelle del mondo futuro. Non aspettarti dalle persone cose che solo Dio può darti. Questo non è l’atteggiamento fatalistico di chi dice: “Niente ha importanza in questo mondo”. Non penso che dobbiamo arrenderci e dire: “Che senso ha?” Dopotutto, dobbiamo essere sale e luce in questo mondo (Matteo 5:13-16).
La mia è una sfida a non dimenticare la speranza del Vangelo. E’ un incoraggiamento a vivere l’oggi alla luce dell’eternità. E’ ciò che sto predicando quotidianamente a me stesso con il cuore spezzato per la mia città. Ricordiamo il Vangelo quando pensiamo alla giustizia, e che il decadimento che vediamo intorno a noi possa farci guardare a Gesù, che dichiara dal trono: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Apocalisse 21:5).
Marwan è il pastore che ha fondato City Bible Church a Beirut, Libano. Ha svolto un residenziale di due anni sulla fondazione di chiesa presso Redeemer Church di Dubai prima di trasferirsi a Beirut. Marwan e sua moglie, Marci, sono sposati dal 2010 e hanno due bambini. Puoi seguirlo su Twitter.
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