Perché abbiamo bisogno del “principio della pluralità”
Con la pubblicazione del libro di Dave Harvey Il principio della pluralità: come formare e mantenere un gruppo di leader di chiesa che prospera, potremmo chiederci: “Non ci sono questioni più urgenti che richiedono la nostra attenzione?” Dopotutto, tra le molte “-ologie”, non dovremmo mettere in risalto la Cristologia (lo studio di Gesù Cristo), la soteriologia (lo studio della salvezza), l’escatologia (lo studio degli ultimi tempi), e l’amartiologia (lo studio del peccato)? L’ecclesiologia (lo studio della chiesa) è davvero importante? È così importante da un punto di vista pratico?
La mia risposta, e la risposta che Dave Harvey offre in questo eccellente libro, è un enfatico sì.
Una cattiva ecclesiologia danneggia le persone
Una volta ho sentito J. I. Packer dire che “una cattiva teologia danneggia le persone”. Lo stesso è vero per la cattiva ecclesiologia. Tale affermazione potrebbe coglierti di sorpresa. Forse fai fatica a credere che il modo in cui una chiesa è organizzata, guidata e governata possa causare tanto danno.
Eppure, una struttura di leadership non biblica può causare gravi danni al popolo di Dio e portare disonore al nome di Gesù Cristo. L'incapacità di onorare il chiaro insegnamento della Scrittura su come una chiesa dovrebbe essere governata è la ricetta per il disastro. In altre parole, come Harvey asserisce ripetutamente, la qualità della pluralità di anziani determina la salute spirituale di una chiesa.
È sufficiente osservare il panorama dei recenti fallimenti ministeriali avvenuti in diverse chiese per rendersi conto di quanto questo sia vero. In quasi ogni caso in cui un leader o pastore dotato ha ceduto alla tentazione—che si tratti di sesso, orgoglio, isolamento, bullismo o cattiva gestione del denaro—il problema può essere ricondotto a un pastore unico e autoritario che in larga misura ha evitato una significativa rendicontazione e ha costruito il proprio ministero attorno ai suoi doni e alla sua personalità.
Penso al genere di leader che non perde mai un voto; intimidisce regolarmente il suo staff, il consiglio degli anziani o quello dei diaconi ed è raramente disposto ad ammettere che altre persone potrebbero avere maggiore discernimento e saggezza su una particolare questione rispetto a lui.
Le ragioni per cui raccomando altamente il libro di Harvey sono numerose. Egli è un veterano per quanto riguarda i fallimenti in campo ecclesiologico, avendo vissuto in prima persona che cosa succede quando le chiese non prestano attenzione al chiaro insegnamento della Scrittura. Egli unisce saggezza e umiltà nel tracciare per noi un percorso chiaro in cui descrive le innumerevoli ragioni per cui avere una pluralità di leader uomini nella chiesa è il modello più vantaggioso e spiritualmente sano da adottare.
Il mio non è un atto d’accusa contro ogni chiesa che approva la mentalità di leadership “l’uomo di Dio” o “il modello di Mosè”. Alcuni di voi potrebbero frequentare una chiesa nella quale il pastore senior è l’unico anziano. Ho conosciuto un paio di uomini così che hanno agito piuttosto bene in questa veste. Tuttavia, nella maggioranza dei casi, i diaconi (o gli anziani) esistono solo per approvare le sue decisioni, e questa prospettiva inevitabilmente limitata è l’unico fattore a formare la visione della chiesa. C’è sempre qualche eccezione in cui, per la misericordia di Dio, un modello di vita ecclesiale non biblico funziona. Questa però non è una scusa per ignorare ciò che la Scrittura ispirata dice.
Una delle sfide che si affrontano quando c’è una pluralità di leader è la relazione tra il pastore principale e i membri di un consiglio di anziani. Molti immaginano il pastore senior come il boss, mentre in altre chiese egli è tenuto in ostaggio e raramente gli è consentito di esercitare quel tipo di leadership e di influenza essenziali per avere una sana famiglia spirituale.
Spunti per la pluralità
Uno dei tanti punti di forza di questo libro è che Harvey sostiene la necessità di una pluralità di leader sostenendo al tempo stesso la causa del principio del “primo tra pari”. In quest’ultimo modello, i doni, la chiamata, la formazione teologica e la maturità spirituale di un pastore senior lo qualificano per esercitare un maggiore livello di influenza e dare la visione per il corpo nel suo insieme.
I consigli pratici di Harvey su come un pastore senior lavora in tandem con una pluralità di anziani sono a dir poco profondi. Harvey non si limita semplicemente a difendere le ragioni bibliche per la pluralità. Egli parla in modo diretto e con grande saggezza delle molte questioni concrete che sorgono quotidianamente in quasi ogni chiesa.
Egli fa notare che il pastore principale non ha il diritto di veto unilaterale contro il consenso degli altri anziani. Harvey è attento ai pericoli della mentalità del pastore celebrità sbilanciato e autoritario. Egli è saggio anche nel modo in cui mette in guardia dal possibile errore di non permettere ai leader di guidare. Harvey ci ricorda inoltre che la pluralità non è un’impresa egualitaria che nega i doni individuali, elimina i ruoli o richiede uguaglianza nelle funzioni o nei risultati. Anche tra uguali, è necessario avere un leader. E questo richiede la fin troppo rara combinazione di umiltà e coraggio.
Harvey affronta altre questioni e domande estremamente importanti bilanciando in modo equilibrato insegnamento biblico e buon senso. Egli sottolinea la necessità di avere anziani laici, offre spunti pratici su quante e quali cose un pastore o anziano dovrebbe condividere con la propria moglie, e interviene con saggezza sulla delicata questione di come il pastore principale dovrebbe negoziare il suo salario. Una tendenza che oggi si sta diffondendo tra numerose megachiese è la presenza di un comitato esterno di consulenti che per molti versi soppianta l’autorità degli anziani locali. La critica che fa Harvey a questo modello decisamente non biblico vale da sola il libro.
Un libro irrinunciabile
Leggo libri sulle strutture e sulle dinamiche della leadership della chiesa locale da molti anni. Mi chiedevo se Harvey avesse qualcosa da dire che non avevo già sentito prima. Forse ti stai facendo la stessa domanda nel decidere se vale la pena investire il tuo tempo a leggere questo volume. Ti assicuro che ne vale la pena, più di quanto tu possa immaginare.
Per quanto mi riguarda, questo è un libro irrinunciabile circa la natura, il ruolo e la responsabilità degli anziani della chiesa locale. Sarò ben felice di raccomandarlo vivamente ad altre persone nei prossimi giorni.
Nota editoriale:
Il presente articolo è un adattamento della prefazione di Sam Storms al libro The Plurality Principle: How to Build and Maintain a Thriving Church Leadership Team di Dave Harvey (Crossway, 2021).
Sam Storms (Seminary; PhD, The University of Texas) è il pastore per la predicazione e la visione della Bridgeway Church a Oklahoma City, Oklahoma, fondatore di Enjoying God Ministries, e membro del comitato di The Gospel Coalition. E’ autore di numerosi libri, tra cui Packer on the Christian Life e Practicing the Power. Lui e sua moglie, Ann, hanno due figli.
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