Quattro false accuse contro la teologia riformata

Rispondere alle false accuse

Alla fine dei Canoni di Dort—il documento redatto dal Sinodo di Dort in cui sono riassunti i principali dogmi della teologia riformata —vi è una sezione dedicata a confutare le più comuni false accuse contro la teologia riformata. In essa notiamo il desiderio del Sinodo di Dort di difendere la teologia riformata dalle calunnie e di invocare Cristo affinché protegga la verità e santifichi la sua chiesa.

Quelle che seguono sono quattro accuse di cui il Sinodo si è occupato, insieme a una breve citazione della risposta data nei Canoni di Dort:

Falsa accusa n°1: La dottrina della predestinazione è un ostacolo alla pietà.

Che la dottrina delle chiese riformate riguardante la predestinazione e i punti ad essa collegati distoglie di per sé e per la sua propria natura i cuori degli uomini da ogni forma di pietà e religione. Che è la fortezza di Satana a partire dalla quale egli tende a ognuno le sue imboscate, ne ferisce un grandissimo numero e ne trafigge a morte molti con i dardi vuoi della disperazione vuoi della sicurezza.

False accusa n°2: La dottrina della predestinazione fa di Dio l’autore del peccato.

Che la stessa dottrina fa di Dio l’autore del peccato, ingiusto, tiranno, ipocrita, che altro non è se stoicismo, manicheismo, libertinismo, turchismo rappezzato [ossia, Islam].

Falsa accusa n°3: La dottrina della predestinazione rende i cristiani compiaciuti.

Che questa dottrina rende gli uomini carnalmente trascurati, persuadendoli quasi che, qualunque vita si conduca, nulla può nuocere alla salvezza degli eletti, e che quindi, senza alcun timore, si possono commettere sfrontatamente le più tremende malvagità. Che se anche i reprobi compissero veramente tutte le opere dei santi, a nulla gioverebbe per la salvezza.

Falsa accusa n°4: La dottrina della predestinazione significa che Dio ha predestinato alcuni all’inferno.

Che, secondo la stessa dottrina, si insegna che Dio, per il solo e puro piacere della sua volontà, senza alcuna considerazione o riguardo per alcun peccato, ha predestinato e creato per la dannazione eterna la maggior parte degli uomini. Che esattamente come l’elezione è la sorgente e la causa della fede e delle buone opere, così la riprovazione è causa dell’infedeltà e dell’empietà. Che molti bambini innocenti dei fedeli sono strappati alle mammelle delle loro madri e tirannicamente gettati nella geenna, al punto che non sono loro di alcun profitto né il sangue di Gesù Cristo né il battesimo né le preghiere della chiesa fatte al loro battesimo. E molte altre simili assurdità che le chiese riformate non solo non riconoscono ma detestano di tutto cuore.

Una chiamata all’onestà e all’equilibrio

Il Sinodo continua poi chiedendo a tutti gli uomini di valutare la teologia riformata in modo equo e coerente:

Perciò, questo Sinodo di Dordrecht supplica e chiede, nel nome del Signore, che tutti coloro che invocano religiosamente il nome del nostro salvatore Gesù Cristo abbiano a giudicare della fede e della dottrina delle chiese riformate non attraverso calunnie raccolte qua e là e neppure in base alle affermazioni particolari di certi dottori, sia antichi che nuovi, avanzate molto spesso in mala fede, o corrotte e stravolte nel loro significato, bensì al contrario attraverso le confessioni pubbliche delle stesse chiese e attraverso questa dichiarazione della dottrina ortodossa confermata dall’unanime consenso di tutti i membri del Sinodo o di ognuno di loro in particolare.

Il Sinodo avverte i calunniatori della teologia riformata del giudizio di Dio:

Inoltre, il Sinodo ammonisce seriamente gli stessi calunniatori perché riflettano sui gravi giudizi di Dio che dovranno subire coloro che dicono false testimonianze contro tante chiese e contro tante confessioni delle chiese, che turbano le coscienze dei deboli e si danno tanto da fare per rendere sospetta a molti la comunione dei veri fedeli. 

Infine, il Sinodo esorta i cristiani riformati ad attenersi a queste dottrine con prudenza e riverenza:

Questo Sinodo esorta tutti i propri compagni di attività nel Vangelo di Gesù Cristo perché, trattando questa dottrina nelle scuole e nelle chiese, si comportino con pietà e religione, la conformino e la facciano servire tanto oralmente che per iscritto alla gloria del nome di Dio, alla santità della vita e alla consolazione dei cuori desolati, non solo sentano ma parlino anche con la Scrittura secondo l’analogia della fede, in breve, si astengano assolutamente da discorsi che oltrepassano i confini del senso ovvio delle sacre Scritture, che ci sono prescritte e potrebbero dare motivo ai sofisti arroganti e turbolenti di diffamare o anche di calunniare la dottrina delle chiese riformate. 

Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, il quale, seduto alla destra del Padre, fa dei doni agli uomini, voglia santificarci nella verità, ricondurvi coloro che si sono sviati, chiudere la bocca ai calunniatori della santa dottrina ed elargire lo Spirito di discernimento ai fedeli ministri della sua Parola, affinché tutti i loro propositi tendano alla gloria di Dio e all’edificazione degli ascoltatori. Amen. 


Questo articolo è adattato dal libro Grace Defined and Defended: What a 400-Year-Old Confession Teaches Us about Sin, Salvation, and the Sovereignty of God di Kevin DeYoung.

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