Potere per la missione
Quanto agli undici discepoli, essi andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro designato. E, vedutolo, l'adorarono; alcuni però dubitarono. E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: “Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente” (Matteo 28:16-20)
Queste parole che Gesù rivolse ai suoi discepoli parlano anche a noi oggi che continuiamo questa missione di fare discepoli nella nostra epoca e nelle nostre comunità. In un periodo storico così stancante e incerto, in cui siamo al limite delle forze, colpiti come siamo da pandemie, tensioni razziali e confusione politica, è fondamentale ricordare le parole di Gesù che abilitano la missione. Gesù dice che egli ha ogni potere. Egli chiama i credenti a fare discepoli, ma il processo di fare discepoli avviene soltanto mediante il suo potere.
Il potere di Dio su ogni cosa
Acts 29 crede che uno dei modi migliori per fare discepoli è fondando chiese sane che si moltiplicano. Ma fare discepoli di Gesù richiede una dipendenza totale su Gesù. Questa è una buona notizia per i fondatori di chiesa perché Colui dal quale dipendiamo ha ogni potere. Il potere è la capacità di compiere un’azione nella misura in cui non ci sono ostacoli di mezzo.
Sapere che Gesù ha ogni potere dovrebbe essere sufficiente a darci speranza, ma se siamo onesti, spesso non è così. Forse sei come me e vivi in un posto come Chicago, “Chiraq” come qualcuno la chiama, una delle città più pericolose del mondo. Amo la mia città, ma è tetra e corrotta. A volte mi domando: Come posso avere speranza come credente e fare discepoli quando mi guardo intorno e non vedo speranza?
Ho quattro figlie che adoro, e anche loro adorano il loro papà. Anni fa, io e mia moglie ci svegliammo alle due di mattina sentendo un forte grido e il rumore di piedini che correvano nel corridoio. Mia figlia si era svegliata urlando a causa di un incubo, corse in camera nostra e saltò nel nostro letto. La strinsi a me e le ripetei: “Ely, sono il tuo papà, sono qui”. “Sono qui, sono qui!” Appoggiò la sua testolina sul mio petto e si addormentò profondamente.
Gesù sta dicendo e facendo la stessa cosa con i suoi discepoli oggi. Egli si avvicina a noi, ci stringe al suo petto e dice: “So che hai paura, so che stai dubitando, so che la tua chiesa è in difficoltà, e so che andare avanti è difficile, ma io ho ogni potere. Niente potrà ostacolarmi. Non preoccuparti, sono qui”. Ho bisogno di ricordare questo ogni giorno. Ho bisogno di sapere che il mio Dio è un Dio meraviglioso, che egli mi ama e che posso sempre correre a lui. Quando siamo sicuri della sua presenza e del suo potere, faremo fiduciosamente quello che egli ci comanda.
La nostra intenzionalità nei confronti degli altri
Dopo aver assicurato i suoi discepoli del suo potere e della sua vicinanza, Gesù dice: “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate”. Questo è un comando letterale il cui verbo principale non è “andare”, “battezzare” o “insegnare”; è “fare”. I discepoli si fanno; essi non crescono sugli alberi e non spuntano fuori per caso.
Gesù sta dicendo: “Mentre vivete le vostre vite quotidiane, fate discepoli. Amate le persone, mangiate con loro, sporcatevi le mani nella comunità. Siate intenzionali nel conoscere gli altri”. Ma proprio qui sta il problema. Non siamo sempre intenzionali nel nostro modo di vivere. Molti di noi stanno cercando solo di sopravvivere. Viviamo in una società individualista in cui il concetto di fare discepoli è diventato estraneo. È stata appena pubblicata una ricerca secondo cui il 56% dei cristiani praticanti crede che la loro fede sia un viaggio in solitaria. Ma Gesù ci chiama ad essere in missione insieme, a fare discepoli, e a farlo bene. Cercare solo di sopravvivere impoverisce la sua chiamata per le nostre vite.
Il desiderio di Dio per noi credenti è che svolgiamo il nostro lavoro con eccellenza, che viviamo la vita con gli altri nella nostra comunità, che serviamo e diamo il nostro tempo, talenti e ricchezze volontariamente e con sacrificio. La missione richiede intenzionalità nei confronti dei nostri vicini, sia vicini che lontani. Non possiamo svolgere l’opera del Padre nostro quando siamo completamente assorbiti da noi stessi.
La nostra dipendenza da Dio
So che molti di noi sono stanchi e dubbiosi, e non sono sicuri se le loro chiese ce la faranno. Tendiamo ad avere difficoltà nel nostro cammino con Cristo perché ci facciamo prendere dai lacci del mondo. Dimentichiamo che Gesù ha ogni potere. Cerchiamo di fare discepoli con le nostre forze invece di dipendere da lui.
Possiamo lanciare programmi evangelistici creativi, avere grandi idee e investire nelle persone e nonostante questo sentirci scoraggiati perché, in fin dei conti, abbiamo preso lo straordinario veicolo del discepolato e lo abbiamo messo sul tapis roulant della dipendenza umana invece di lasciarlo correre sfruttando il potere sovrano del motore che Dio ha creato—il suo potere, non il nostro.
Dobbiamo fare affidamento sulla forza del nostro capitano, Gesù, che dice: “Andate e fate discepoli, ma fatelo nel mio nome e con la mia autorità”. Ogni volta che iniziamo a sentirci scoraggiati, dobbiamo ripetere queste due parole: ogni potere.
Fratelli e sorelle, siate incoraggiati. Il compito di cambiare il mondo non spetta a noi come chiese o individui; spetta a Dio. Solo lui ha ogni potere di farlo! Quando ricordiamo le sue parole e crediamo che egli le adempie, vedremo più chiese fondate, più discepoli fatti, e il mondo cambiato per la gloria di Dio. Andiamo dunque avanti insieme fidandoci di Dio, e rallegriamoci nel vedere il suo regno venire.
Derrick Puckett è il pastore che ha fondato Renewal Church di Chicago ed è anche il presidente di The Chicago Partnership. Lui e sua moglie, Kaley, si sono trasferiti a Chicago nel 2013 per fondare una chiesa vangelocentrica multietnica che fa discepoli. Il rinnovamento spirituale è iniziato nel 2014 e da allora la chiesa non ha mai smesso di crescere.
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