Più importante del ministero che sviluppi

I fondatori di chiese tendono a mangiare, dormire ed elaborare strategie per il ministero. Partecipiamo a conferenze, andiamo a pranzi e leggiamo libri su come avere ministeri dinamici, sani e attraenti. I pastori possono essere sopraffatti dal compito di creare un ministero che le persone vogliono seguire.

Al contrario, la strategia dell’apostolo Paolo per fondare chiese si concentrava di più su chi lui stava seguendo: “Siate miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo” (1 Corinzi 11:1). Ma tra il primo secolo e il ventunesimo secolo, l’esortazione “Siate miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo” spesso è diventata “Siate imitatori del mio ministero che vi aiuta a seguire Cristo”.

Questo sottile mutamento ha conseguenze negative per la chiesa locale e il vangelo. Se non stiamo attenti, rischiamo di avvicinare le persone a qualcosa anziché a qualcuno. Non siamo qui per promuovere il nostro nome, ma per predicare il suo regno. Le strategie per avere successo nella fondazione di chiese vanno quindi radicate nella nostra identità di seguaci di Cristo. Guidiamo gli altri affinché a loro volta diventino suoi seguaci.

Ispirare gli altri a seguire

Il compito di un pastore non è quello di avere un ministero che vale la pena di essere seguito; è quello di vivere come un discepolo di Gesù con una tale autenticità che le persone non possono far altro che seguirlo. I nostri cuori si entusiasmano quando guardiamo William Wallace in Braveheart fare la sua chiamata alle armi prima di andare alla carica del nemico sul campo di battaglia. Gli uomini alle sue spalle sanno quello che ha fatto—e sanno cosa sta facendo—e prontamente vanno con lui. Sanno che potrebbero non sopravvivere, ma vivranno o moriranno seguendo il loro leader coraggioso.  

Confrontiamo questa scena con quella di un generale seduto al tavolo del consiglio di guerra con l’aria condizionata mentre dà ordini al telefono ai soldati nelle trincee. Le mosse strategiche che comunica agli uomini e alle donne in una zona remota possono contribuire a far vincere la guerra, ma non conquisteranno i loro cuori.

Perché allora i fondatori di chiese spesso elaborano strategie che assomigliano di più alle telefonate del generale che alla carica appassionata di William Wallace per lanciare nella mischia i suoi uomini? Non possiamo aspettarci che le persone vadano dove noi, come fondatori di chiese, non siamo disposti ad avventurarci per primi.

Guidare gli altri con l’esempio

Io e mia moglie abbiamo otto figli: quattro biologici e quattro fratellini adottati dall’Etiopia. Nei dieci anni successivi all’inizio del nostro percorso di adozione, nella nostra chiesa sono stati adottati circa altri 300 bambini. L’adozione è diventata parte della cultura della nostra chiesa.

Non abbiamo adottato i nostri figli perché volevamo che altre persone nella nostra chiesa adottassero. Lo abbiamo fatto perché la Bibbia insegna che non siamo solo i beneficiari della grazia e della redenzione di Dio, ma siamo anche partecipi di questa grazia. E nel partecipare, collaboriamo con Dio portando redenzione ai luoghi non redenti.

E’ stato un privilegio per me accettare l’invito di Dio ad andare con lui in missione, e ho condiviso apertamente il nostro percorso con la nostra chiesa sin dall’inizio. Non perché volessi forzarli verso l’adozione, ma perché volevo che sapessero che ero alle prese con la bellezza e la brutalità della vita su questo pianeta proprio accanto a loro.

I primi cinque anni dall’arrivo dei nostri figli Etiopi in Florida sono stati molto difficili. Ho portato davanti alla chiesa sia i traumi che la nostra famiglia stava vivendo sia i trionfi che Dio ci concedeva in essi. Dissi ai membri della chiesa che se mi avessero seguito, sarebbe stato un percorso complicato, ma avremmo ricercato Cristo insieme in mezzo a tutte le difficoltà. Li avvisai che forse non sarebbe stato sempre bello o piacevole, ma che avremmo avuto alcune storie interessanti da raccontare attorno al falò in cielo.

Guidare seguendo Gesù 

Quando faccio consulenza pastorale ai genitori dico loro che nel breve termine i figli faranno quello che loro gli dicono, ma nel lungo termine faranno quello che fanno loro. Credo sia la stessa cosa nel ministero. Nel breve termine, le persone seguiranno il ministero che tu guidi; ma nel lungo termine, seguiranno la vita che vivi. Pastori, è fondamentale dedicare le nostre vite alla ricerca di Cristo.

Molte brutte cadute pastorali succedono perché gli uomini sono talmente presi dal portare avanti un ministero che smettono di correre dietro a Gesù—ricercando invece la propria affermazione e i riconoscimenti del mondo. Dobbiamo lottare ogni giorno contro la tentazione di distogliere i nostri occhi da Cristo e rivolgerli al nostro ministero.

Quando siamo attratti dal seguire Gesù, e non dal sviluppare un ministero per lui, è improbabile che quella tentazione diventi parte della nostra storia. E come premio, le persone si uniranno a noi nella missione con passione e convinzione perché ci vedono buttarci a capofitto in territori non redenti.

Non possiamo predicare il vangelo da un palco e dimenticarci di viverlo quando siamo nelle retrovie. Non possiamo innamorarci troppo di guidare le persone per Gesù da dimenticarci di vivere per lui. Fondatore di chiesa, non costruire un ministero che vale la pena di essere seguito; vivi una vita che vale la pena di essere imitata perchè spesa nella nobile ricerca di Cristo.


Renaut van der Riet ha fondato Mosaic Church a Winter Garden, nella periferia di Orlando, Florida, nel 2002. Lui e sua moglie, Brooke, hanno otto figli, quattro dei quali sono adottivi. Hanno fondato Axum Coffee Company, una catena di negozi di caffè e ristoranti che devolve il 100 per cento del profitto netto per sostenere iniziative di equità sociale nel mondo, e Love Made Visible, un’associazione no profit che sensibilizza famiglie, individui, chiese e agenzie negli USA e nel mondo sul tema degli orfani e dei minori a rischio.

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