Ogni ministero cristiano è soprannaturale

Jake ha un ministero di consulenza spirituale. Si incontra ogni settimana con un giovane credente alle prese con la pornografia. Leggono la Bibbia e pregano insieme. Il giovane prova rimorso e dice di voler cambiare, ma dopo sei mesi i progressi fatti sono pochi, se non nessuno. Jake è scoraggiato. 

Il pastore Jim lavora duramente per preparare i suoi sermoni. E’ un bravo predicatore. La sua chiesa sta crescendo, ma spesso è frustrato dai tanti membri che vengono regolarmente in chiesa, ascoltano e poi tornano a casa senza che le loro vite siano cambiate. I loro matrimoni non migliorano. Il loro modo di essere genitori non cambia. Non gestiscono il loro denaro in modo diverso. Si domanda se vale la pena fare tutto quel lavoro.  

Shelby e Martha hanno tre figli di 17, 15 e 12 anni. Sono degli ottimi genitori. Non saltano mai una domenica in chiesa. Shelby guida il culto di famiglia 3/4 volte alla settimana. Ciononostante, il figlio diciassettenne dice di non credere in Dio. I suoi genitori si chiedono: Dove abbiamo sbagliato? Sono tentati ad arrendersi. 

Responsabilità senza autorità

Ogni attività cristiana è responsabilità senza autorità. Per questo è facile scoraggiarsi. Dico “senza autorità” in questo senso: soltanto Dio può produrre i risultati che vogliamo ottenere. Vogliamo che gli altri assomiglino sempre di più a Cristo a partire da una vera trasformazione del cuore. Ma qui sta il problema. Non possiamo cambiare il cuore di un’altra persona. Soltanto Dio può farlo, e a volte non lo fa quando vogliamo noi o con chi vogliamo noi. 

Che si tratti di dare consulenza, predicare, testimoniare o fare i genitori, ogni ministero cristiano dovrebbe essere svolto con una profonda dipendenza da Dio. Abbiamo disperatamente bisogno di potenza soprannaturale. Capire questo cambia tutto. 

Il fine

Dio è glorificato mediante la conversione e la santificazione di miseri peccatori. Poiché ogni conversione è immeritata, ogni conversione glorifica la grazia, la misericordia e l’amore di Dio. Ma questo non è tutto: anche la nostra santificazione glorifica Dio. Mentre cambiamo, egli vede in noi un’immagine sempre più simile alla sua bellezza morale e prende piacere in questo (2 Cor. 3:18).

Questo è il fine ultimo di ogni ministero cristiano: dare gloria a Dio attraverso una comunità di credenti che crescono nella pietà. Ma dato che siamo incapaci di produrre questo cambiamento, è facile scoraggiarsi. Soltanto la potenza di Dio può produrre il cambiamento che tanto desideriamo, e questa potenza si trova su un reostato. Egli è sovrano su questo reostato, e lo accende e lo spegne a suo piacimento. 

Cuori di petra

L’opera cristiana è “soprannaturale” perché ognuno di noi esce dal grembo materno del tutto morto a Dio: “Eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste” (Efesini 2:1). Essere morti significa non avere interesse né amore per Dio. Siamo nati cittadini di un mondo decaduto, e ciò significa che per natura odiamo Dio (Giovanni 15:18). Per questo motivo, la conversione è un miracolo. E’ come la risurrezione di Cristo: passare dalla morte alla vita. Questo cambiamento non è dovuto dalla “volontà di carne, né dalla volontà d’uomo”, ma da Dio (Giovanni 1:13). Esso richiede una potenza soprannaturale. 

Pensiamo alle metafore che Paolo usa per descrivere la conversione. Tutte presumono una causa soprannaturale. Egli paragona la conversione alla circoncisione del cuore—la rimozione della durezza del cuore nei confronti di Dio. E’ fatta “nello Spirito, non nella lettera” (Romani 2:29). Lo Spirito Santo è il chirurgo. Cosa molto importante, Dio non circoncide i nostri cuori perché noi ci siamo volti verso di lui. Egli circoncide i nostri cuori per permetterci di volgerci verso di lui. 

Paolo usa anche la metafora della “nuova creazione”. “Perché il Dio che disse: «Splenda la luce fra le tenebre», è quello che risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo” (2 Cor. 4:6). Quando Dio parlò, la creazione ebbe luogo. Allo stesso modo, quando Dio parla a un cuore morto, indurito, non rigenerato, la nuova creazione ha luogo. Gli occhi del cuore vengono aperti affinché contemplino la bellezza morale di Cristo. E’ Dio, non l’uomo, a produrre questo miracolo.  

Santificazione soprannaturale  

Dio è l’unico agente nella rigenerazione. La santificazione, tuttavia, presuppone la nostra cooperazione con Dio. Ma in entrambi i casi nulla accade fino a quando Dio apre il cuore con potenza soprannaturale. Da dove viene la fame per Dio? Perché alcuni sono più affamati di Dio rispetto ad altri? Perché alcuni cristiani sembrano a malapena vivi mentre altri sono animati da uno zelo instancabile? La risposta è nella presenza o nell’assenza di attività soprannaturale. L’“attività” di Dio intensifica la fame per Dio, che a sua volta stimola le discipline spirituali.  

In altre parole, ogni progresso spirituale è in ultima analisi un effetto secondario di Dio che parla al cuore umano non con una voce udibile, ma con l’illuminazione spirituale che produce fede e convinzione. Certo, abbiamo la responsabilità di cercare Dio, ma più egli parla, più lo cerchiamo, ed egli è ha il controllo totale del parlare. Tutti conosciamo persone piene di conoscenza biblica che mostrano poco o nessun frutto spirituale. Perché? Dio non ha parlato loro, e tutta la potenza di Dio è nella sua parola. Perché alcuni ricevono più di altri? Dio è sovrano. Non c’è nessun’altra spiegazione. E’ pure vero che più lo cerchiamo, più egli sarà trovato. Ma perché alcuni cercano mentre altri no? Dipende tutto dalla presenza o dall’assenza di fame spirituale, e questa fame viene da Dio. 

La conclusione è semplice ed enormemente liberatoria: siamo responsabili di annaffiare fedelmente il campo di Dio, ma soltanto Dio “fa crescere” (1 Cor. 3:6). Egli è totalmente sovrano sul processo di crescita. 

La preghiera per la potenza

Per questa ragione Paolo prega costantemente per ricevere potenza spirituale. Egli conosce le sue debolezze, la sua dipendenza dall’attività divina e il suo bisogno di essa. Egli sa anche che la potenza di Dio non è garantita. Egli sa che si trova su un reostato. Così egli prega che gli Efesini siano potentemente fortificati mediante lo Spirito di Dio nel loro essere interiore affinché siano resi capaci di conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza (Efesini 3:16–19; si vedano preghiere simili in Efesini 1:15 ss, Colossesi 1:9 ss, e Filippesi 1:9 ss).

Paolo non si faceva illusioni. Avrebbe avuto un ministero soprannaturale o sarebbe tornato a casa. Egli era totalmente dipendente da Dio per il suo ministero. Non c’erano altre opzioni. 

E’ così che tu ed io consideriamo il ministero cristiano? 

E quindi?

Ci sono quattro implicazioni nel credere che ogni ministero è inevitabilmente soprannaturale.

La prima implicazione è che dovremmo dipendere totalmente da Dio. Dio usa la genitorialità, la predicazione, la testimonianza e la consulenza spirituale, ma c’è sempre bisogno di qualcosa di più, e il genitore, il predicatore, l’evangelista e il consulente cristiano è sempre consapevole di questo. Essi avvertono la loro immensa povertà, e perciò gridano disperatamente a Dio. 

La seconda implicazione è che, se ogni ministero è soprannaturale, allora in ultima analisi ho solo due strumenti per realizzare il cambiamento: la preghiera e la Parola di Dio. Tutto il resto è secondario. La tua vita di preghiera è la misura di quanto profondamente comprendi questa realtà. I cristiani bisognosi pregano. Pregano spesso. Pregano con disperazione. Pregano con fiducia. Pregano con gratitudine. I ministeri autosufficienti danno importanza alla preghiera solo a parole. 

La terza implicazione è che se ogni persona che mi ascolta è morta nel peccato, e ci vuole un miracolo per aprire il suo cuore, allora sono libero di discutere temi offensivi come l’inferno, il peccato, il giudizio finale e l’ira di Dio. Infatti, Dio è più incline a mandare potenza soprannaturale se io annuncio la buona notizia in questo contesto. Ciò richiede una grande fede, ma questo è esattamente il modo in cui Paolo arrivò a Corinto. E cosa successe? La potenza di Dio seguì.  

E io, fratelli, quando venni da voi … mi proposi di non sapere altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso. Io sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore; la mia parola e la mia predicazione non consistettero in discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza, affinché la vostra fede fosse fondata non sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio. (1 Cor. 2:1–5) 

La quarta implicazione è che se ogni ministero è soprannaturale, allora la nostra risposta a figli che non credono, a persone che non reagiscono positivamente alla nostra consulenza, e a sermoni che fanno fiasco dovrebbe essere la preghiera per la potenza unita al ringraziamento e al riposo. “Siate sempre gioiosi. Non cessate di pregare. In ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi” (1 Tess. 5:16–18). 

Fratelli e sorelle, ogni ministero cristiano è un ministero soprannaturale. Tale era la convinzione di Paolo, che risulta chiara nella conclusione della sua preghiera per gli Efesini: “Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen” (Efesini 3:20–21). 

Crediamo veramente a questo?


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TeologiaWilliam Farley