L’attesa di un Natale migliore

Il giorno del Ringraziamento di nove anni fa, ho avuto una crisi epilettica. Quella crisi era il sintomo di un tumore nel lobo frontale destro del mio cervello. Il 4 dicembre, i chirurghi rimossero il tumore. Avevo 34 anni.

Mi risvegliai dall’intervento con un po’ di debolezza sul mio fianco sinistro. Fui dimesso dalla riabilitazione il 16 dicembre, con una brutta cicatrice sulla testa e i capelli che iniziavano a cadere come conseguenza della chemioterapia e delle radiazioni ad alto dosaggio a cui avrei dovuto sottopormi per altri 18 mesi.

La mia prima vera uscita fu una settimana dopo, quando andai al culto della vigilia di Natale della mia chiesa. Seduto in fondo alla sala, a stento riuscii a trattenere le mie emozioni.

‘Qualche anno di vita’

E’ difficile rimanere composti a Natale quando i medici ti hanno appena detto: “Hai ancora qualche anno di vita”. Fu un Natale difficile per la nostra famiglia. Mi domandavo se sarebbe stato il mio l’ultimo Natale, e anche la mia famiglia se lo domandava.

Ma era tutto a posto.

Era tutto a posto perché il tumore, che aveva rovinato il Natale e minacciava di porre fine alla mia vita, non mi aveva tolto la speranza. La bellezza del primo Natale sta nel fatto che Dio ha messo un’àncora nelle nostre anime, indipendentemente dalle circostanze che attraversiamo.

La bellezza del Natale è che è solo l’inizio della storia—non la fine. La storia non finisce con un bambino in una mangiatoia o un uomo su una croce e nemmeno con una tomba vuota.

La storia non è finita. Finirà in un giorno che non è ancora arrivato, quando quel bambino, ora un uomo che è il Sovrano del cielo, ritornerà nel suo mondo e dirà: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Apocalisse 21:5).

Il giorno che tutti desideriamo —quando tutto sarà reso perfetto—sta arrivando. Ma questo giorno non è la mattina di Natale di quest’anno o di uno dei prossimi anni. Il giorno che aspettiamo è il ritorno del Re dell’universo. In quel giorno, per coloro che lo conoscono e che attendono la sua venuta, ci sarà la perfezione che tutti noi stiamo aspettando. In quel giorno, non ci sarà più né depressione, né ansia, né lutto, né tumori al cervello.

Non ci sarà più nemmeno il ricordo di ogni cosa triste e buia e di tutto quello che è andato storto nella vita. Tutte le cose che ci hanno resi confusi, tutti i momenti in cui abbiamo pensato: Dove sei, Dio? svaniranno. Ora viviamo appoggiati contro una vetrata colorata, e tutto ciò che riusciamo a vedere sono piccoli pezzi di vetro dentellato, ma allora saremo a una distanza ottimale per contemplare la bellezza di tutto l’insieme.

Il Natale è l’inizio di questa storia. Da quel Natale passato con le parole “Ti restano ancora pochi anni da vivere” che mi giravano per la mente, amo il Natale ancora di più. Il Natale è diventato ancora più bello per me, perché ho capito che il Natale è il momento in cui Dio è intervenuto, mi ha dato speranza, e si è dimostrato degno della mia fiducia. Amo il Natale, tutto l’anno. E amo anche preparare le decorazioni molto prima che inizi dicembre.

Il dono supremo del Natale 

Non c’era garanzia che la chemioterapia o le radiazioni avessero successo. Gli effetti collaterali erano spesso terribili. Pregavo che Dio mi aiutasse a continuare a riconoscere che egli era degno della mia fiducia. Pregavo che Dio aiutasse la mia famiglia. Pregavo che Dio mi guarisse. E, dopo nove mesi, la scintigrafia cerebrale tornò normale. Dopo qualche altro ciclo di chemioterapia, fui dichiarato guarito. Il tumore era scomparso.

A novembre dell’anno dopo, la nonna di mia moglie venne a casa nostra per il Ringraziamento, e ci portò un regalo di Natale. Così c’era questo regalo che rimase su una mensola del nostro soggiorno per un mese, nell’attesa di essere aperto. Mia figlia Audrey aveva 8 anni a quel tempo, e non smetteva di fissarlo. Anche con la TV accesa, il suo sguardo era letteralmente incollato al regalo. Dentro di lei c’era un’attesa trepidante che diceva: “Non vedo l’ora di aprirlo”.

Ebbene, duemila anni fa, Dio è venuto nel suo mondo. Ed egli ha fatto al suo mondo un regalo: se stesso. Egli è venuto come uomo, un uomo che è vissuto, è morto ed è risuscitato e che ora regna in cielo, e che un giorno ritornerà e renderà ogni cosa perfetta per tutti coloro che lo seguono. Se tu accetti questo dono, hai ogni buon motivo per attendere con ansia il futuro. Sai che i tuoi giorni migliori sono davanti a te. Qualunque cosa succeda nella vita, puoi guardare a Gesù provando quel tipo di sensazione elettrizzante che dice: “Non vedo l’ora che ritorni”.

Egli è sufficiente

Ogni dicembre, la pubblicità ci promette che la perfezione può essere nostra. Ma ogni Natale, quella perfezione non arriva mai veramente, e di certo non dura. E tuttavia la perfezione può essere nostra, per sempre—quando Gesù ritorna. In questa stagione puoi quindi davvero trovare tutto ciò che desideri—non aspettando il Natale ma guardando oltre, al ritorno di colui che è venuto in quel primo Natale.

L’anno in cui ebbi il tumore, nevicò tantissimo a Natale, come non succede mai dalle mie parti in Texas. Il giorno di Natale, i miei figli stavano giocando fuori di casa. Non potevo fare niente perché ero appena stato operato per un tumore al cervello. E’ meglio non rischiare di scivolare sul ghiaccio dopo un intervento del genere. Tutto quello che potevo fare era guardarli giocare da dentro, leggermente frastornato.

Ma posso dirti questo: Gesù era sufficiente. Egli era con me. Egli mi consolò. Egli mi diede gioia. Egli mi diede pace e speranza.

E posso dirti anche questo: avere un tumore al cervello ti fa capire che cosa è importante e che cosa vale la pena festeggiare. Mi sono rilassato. Ora appendiamo le decorazioni a novembre. Guardiamo Elf prima.

Non so com’è stato il tuo anno o che tipo di Natale ti aspetti. Forse è stato un anno splendido. Forse il tuo sarà un Natale fantastico. Ricorda che, per chi ha accettato Gesù nella sua vita come Re e gli ha chiesto di essere invitato nella sua eternità, questa è soltanto un’ombra di cosa ci aspetta quando egli ritornerà. Loda Dio, goditi il Natale . . . e volgi il tuo sguardo oltre.

Guarda avanti

O forse ti senti malandato e malmesso. Forse questo è il tuo primo Natale senza il tuo coniuge. O sei solo. O non riesci ad avere la vita che vorresti. O hai problemi. O sei malato o una persona che ami è malata. O quest’anno è successa una cosa che ti ha reso consapevole di quanto la vita è fragile. Ricorda: non è finita qui. Dio è coinvolto nel caos di questo mondo così da poter condividere la sua gioia con te ora e portarti nella sua perfezione un giorno. Invitalo ad entrare nel tuo cuore, continua a camminare con lui negli alti e bassi di questa vita . . . e guarda avanti.

Il Natale finisce in fretta ogni anno. Ciò che tanto attendiamo ce lo lasciamo presto alle spalle. Ma puoi aspettare un giorno che non avrà mai fine e un futuro che non deluderà mai. Le decorazioni verranno rimesse in soffitta. Ma quest’anno, non c’è bisogno di rimettere in soffitta la speranza e la gioia. Puoi guardare al Dio che è venuto e che è stato adagiato in quella mangiatoia. E puoi attendere con ansia il giorno in cui egli ritornerà.

E potrai avere un Natale ancora migliore.


Matt Chandler è il pastore per l’insegnamento di The Village Church a Dallas/Fort Worth, Texas, ed è il presidente di Acts 29. E’ l’autore di diversi libri, tra cui Take Heart, Mingling of Souls, Recovering Redemption, Joy in the Sorrow, Creature of the Word, The Explicit Gospel, e in italiano Vivere è Cristo. Morire è guadagno. Matt e sua moglie, Lauren, vivono con i loro tre figli —Audrey, Reid e Norah—a Highland Village, Texas.

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