La maternità è una chiamata a soffrire (con speranza)
Quattro mesi dopo l’11 settembre 2001, abbracciai mia madre e la salutai prima di imbarcarmi su un aereo diretto in Asia, dove avrei vissuto e lavorato per il prossimo anno e mezzo.
L’opportunità di insegnare presso una scuola cristiana internazionale era per me un sogno che si realizzava. Per mia mamma, mandare all’estero la propria figlia maggiore affidandola alla cura di Dio in tempi incerti come quelli era invece un atto di fede.
Prima di partire le regalai il CD di un sermone predicato in primavera da John Piper in occasione della festa della mamma dal titolo “Essere madre è una chiamata a soffrire”. Quello che avevo capito attraverso l’osservazione 19 anni fa, ora lo conosco in prima persona: “Essere madre è una chiamata a soffrire. Certo, è anche di più di questo, ma non meno”.
Il dolore delle doglie e del parto (o del percorso di adozione) è solo un assaggio delle particolari sofferenze che una mamma sopporta. Ma ho imparato qualcos’altro: la Parola di Dio è sufficiente nelle particolari sofferenze delle mamme.
La Parola di Dio spiega perché le madri soffrono
La Parola di Dio non ignora e non nega la realtà della sofferenza. Essa invece fornisce un contesto per la sofferenza che conferma i travagli di una mamma: a causa della caduta, le madri soffrono (Genesi 3:1-19).
Prima della caduta, non c’erano lacrime, notti insonni, trattamenti contro l’infertilità, sedie a rotelle, visite allergologiche o aborti spontanei. Non c’erano figli disobbedienti o stolti né madri pigre o arrabbiate.
Dopo che Eva credette alla bugia di Satana e, insieme ad Adamo, mangiò il frutto che contagiò la nostra razza umana, Dio non usò mezzi termini: “Io moltiplicherò grandemente le tue pene e i dolori della tua gravidanza; con dolore partorirai figli” (Genesi 3:16). In quanto figlie di Eva, le mamme sono colpite dalla maledizione.
Questo non significa che la sofferenza è sempre la conseguenza diretta di un peccato particolare. L’uomo cieco che incontrò Gesù non soffriva perché i suoi genitori avevano peccato, “ma affinché le opere di Dio siano manifestate in lui” (Giovanni 9:3). Ciò nonostante, ogni genere di sofferenza è causalmente correlata all’arrivo del peccato e al suo impatto nel mondo (Romani 8:20-23).
È buono dare una spiegazione teologica come questa, ma applicarla nel mezzo della sofferenza personale è vivificante. Quando le nostre prove ci fanno sentire isolate, la Parola di Dio ci invita a collocare il nostro dolore all’interno di una storia più grande.
La Parola di Dio sostiene le madri dando speranza
Quando le madri soffrono, a chi si rivolgono? Una mamma che soffre glorifica Dio quando ha fiducia in lui, quando la sua Parola diventa un sostegno nella sua prova. Quando nel 2013 a tre dei miei figli fu diagnosticata la stessa malattia genetica incurabile, Dio ha usato il deserto di afflizione che stavo attraversando per insegnarmi questa verità.
Il mio diario di quell’epoca inizia con una lista di versetti sul fidarsi di Dio: “Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me!” (Giovanni 14:1). “Benedetto l’uomo che confida nel SIGNORE, la cui fiducia è il SIGNORE” (Geremia 17:7). “Confidate per sempre nel SIGNORE, perché il SIGNORE, sì il SIGNORE, è la roccia dei secoli” (Isaia 26:4).
Così come Dio ha provveduto la manna quotidiana per gli Israeliti quando vagavano nel deserto per 40 anni, una madre sofferente che confida in Dio può essere certa che le sue misericordie “si rinnovano ogni mattina” (Lamentazioni 3:23).
Le sue circostanze le dicono di cedere alla disperazione, arrendersi e perdersi d’animo, ma la Parola di Dio le dice che anche se il passato di abusi di sua figlia adottiva sta riaffiorando o il rene di suo figlio si sta consumando, lei non deve scoraggiarsi. Il suo essere interiore può essere “rinnovato di giorno in giorno” dalla Parola di Dio che le dice che questa momentanea, leggera afflizione produce “un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria” (2 Corinzi 4:17).
Anche se gli specialisti che seguono i miei figli sono estremamente competenti e alcuni farmaci sono utili, non posso riporre la mia speranza nei dottori o nei farmaci per la guarigione dei miei figli. La mia speranza, e l’unica vera speranza per la madri che soffrono, si trova nella Parola di Dio, che è stata scritta “affinché mediante la pazienza e la consolazione che ci provengono dalle Scritture, conserviamo la speranza” (Romani 15:4)
La Parola di Dio dice alle madri credenti: ‘Non soffrirai per sempre’
La Bibbia non promette che una mamma che ha fiducia in Dio non soffrirà in questa vita. Essa ci dice invece che “dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni” (Atti 14:21). Ma la Parola di Dio libera le mamme dal timore della morte e dice loro: “Non soffrirai per sempre”.
Ricorda, Eva non fu l’unica a essere colpita dalla maledizione; lo fu anche il serpente. Prima di rivolgersi ad Eva, Dio disse al serpente: “Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno” (Genesi 3:15). Quando Gesù morì sulla croce e risuscitò, egli schiacciò il capo del serpente e spezzò la maledizione del peccato (Colossesi 2:13-15).
Le madri credenti, pur tra le lacrime, possono rallegrarsi nel Dio di ogni grazia, che le ha chiamate alla sua gloria eterna in Cristo, e che le perfezionerà, le renderà ferme e le fortificherà stabilmente (1 Pietro 5:10).
A causa dell’opera che Cristo ha compiuto sulla croce, esse sanno che un giorno Dio sarà con loro e sarà il loro Dio: “Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate” (Apocalisse 21:4).
Le sofferenze di una mamma cristiana sono una parte estremamente dolorosa della sua storia, ma non è tutta la sua storia, e di sicuro non definisce chi è.
Anche se afflitta a causa delle prove, nell’attesa di quel giorno glorioso in cui Dio sistemerà tutte le cose lei può “esultare di gioia ineffabile e gloriosa” perché la sua vita è nascosta con Cristo (1 Pietro 1:8; Colossesi 3:3).
Katie Faris è sposata con Scott, e il suo principale impegno sono i loro cinque figli dai 2 ai 13 anni di età. E’ l’autrice di Loving My Children: Embracing Biblical Motherhood. E’ un membro della Sovereign Grace Church a Marlton, New Jersey. Puoi leggere altri scritti di Katie sul suo sito internet, blog, Instagram, o Facebook.
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