Fai sesso come una persona che conosce Dio

Vorrei aver saputo allora quello che conosco ora sul sesso. Vorrei poter tornare indietro e cambiare il modo in cui ho vissuto le mie storie d’amore, e guarire ogni ferita che ho inflitto. Avrei voluto far apparire Gesù reale, degno di fiducia, e capace di soddisfare il mio cuore tutte le volte che sono uscito con una ragazza. Invece, molte volte è stato come se non credessi veramente in quello che lui diceva, e che lui non fosse sufficiente per me. A volte sono uscito con ragazze come se non conoscessi per niente Dio.

Quando ripenso alle relazioni e ai fallimenti di quegli anni, tre parole si levano subito contro di me: Lo sapevi bene.

Non nel senso “sapevi che non avresti dovuto fare questo o quello, e lo hai fatto lo stesso” (che pure era vero), ma nel senso di “tu lo conoscevi bene”. Avevi visto lo splendore della gloria di Dio e l’impronta stessa della sua natura in Gesù Cristo. Avevi gustato la bontà di Dio che si riversa da ogni fessura della croce e riempie ogni centimetro quadrato della creazione. Avevi innegabilmente respirato il profumo di Cristo, un profumo così soave da risuscitare il tuo corpo senza vita dalla tomba. Avevi toccato, mediante la fede, le ferite che ti hanno guarito. Avevi ascoltato la sua voce, più dolce del miele e più fine dell’oro più puro.

Lo conoscevi, Marshall. Perché così tante nostre decisioni tradiscono quello che abbiamo visto, gustato e udito — quello che sapevamo?

Il sesso senza Dio

Detto nel modo più semplice, dovremmo fare sesso (o non dovremmo farlo) come persone che conoscono Dio. Paolo dice: “Questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che vi asteniate dalla fornicazione, che ciascuno di voi sappia possedere il proprio corpo in santità e onore, senza abbandonarsi a passioni disordinate come fanno gli stranieri che non conoscono Dio” (1 Tessalonicesi 4:3-5).

Gli stranieri — i non credenti del mondo che non sono in Cristo — prendono parte a ogni sorta di eccesso sessuale. Perdono il controllo delle loro passioni, disonorano i loro corpi e quelli degli altri, e si buttano a capofitto nella concupiscenza. Niente di questo dovrebbe sorprenderci troppo, perché non conoscono Dio. Dovremmo aspettarci da parte loro che si spingano oltre, e troppo in fretta — che facciano gli scemi con una persona a caso al party, o che vadano a letto con la terza o la quarta persona diversa in un mese, o a convivere con il proprio ragazzo/a.

Se Dio è fuori dalla scena, il sesso può apparire un dio come un altro. Li deluderà comunque per sempre, ma ciò non li preoccupa, perché non credono in Gesù o nel peccato, nel paradiso o nell’inferno. Credono nell’ora, nel godersi questa vita il più possibile e il più a lungo possibile — fino a quando il ravvedimento non è più possibile.

Come persone che conoscono Dio

In Cristo, sappiamo come stanno le cose. Sappiamo che il peccato, la morte e l’inferno sono reali quanto lo è il tetto sopra le nostre teste, l’ultima bolletta telefonica, o il Grand Canyon. Non sono concetti che volteggiano per aria durante le nostre lezioni di filosofia. Sono realtà che incombono su ogni angolo delle nostre vite.

Viviamo ogni attimo all’ombra di un Creatore reale e di un vero giudice, che conosce ogni nostro pensiero e azione. Sappiamo di meritare meno che nulla a causa del nostro peccato, e sappiamo di esserci meritati una distruzione cosciente, incessante, ineludibile, e che “nessun fornicatore o impuro . . .  ha eredità nel regno di Cristo e di Dio” (Efesini 5:3-5). E sappiamo che Cristo è venuto nel mondo per morire  — la corona di spine, la flagellazione, i chiodi nelle mani e nei piedi, la tremenda ira di Dio — per il nostro peccato e per salvarci da esso.

Dio ha creato ognuno di noi e ha inventato il sesso: perché mai dovremmo agire come se ne sapessimo più di lui? Dio ci avverte che la fornicazione porta sofferenza, vergogna, schiavitù, e alla fine, giudizio: perché dovremmo rischiare così tanto per un po’ di piacere ora? Dio ha acquistato il nostro perdono, la nostra libertà e la nostra purezza con il sangue di suo Figlio, pagando un costo infinito. Perché dovremmo caricare ancora più peccato sulle sue spalle e conficcare i chiodi ancora più a fondo? Dio ci aspetta a braccia aperte per accoglierci in un’avventura senza fine di pace e felicità con lui: perché dovremmo scambiare tutto questo per pochi secondi di soddisfazione?

Quello che già sappiamo

Ahimè, alcuni di noi lo fanno ancora. La tentazione ci travolge nei momenti di debolezza. Ho conosciuto la fornicazione, so che cosa faceva e cosa diceva, e ne ho ancora la sensazione. Non cadevo nel peccato solo perché non avevo abbastanza conoscenza, ma perché non prendevo abbastanza sul serio quello che sapevo e non gioivo abbastanza in quello che conoscevo — almeno non ancora.

Paolo dice che quello che già conosciamo su Dio è sufficiente per farci evitare il peccato sessuale. Se continuiamo a perdere la battaglia contro la tentazione (ogni tentazione), potrebbero esserci decine di fattori importanti da prendere in considerazione, ma il più importante è questo: Quello che conosciamo su Dio non è ancora penetrato nelle parti di noi tenute in schiavitù da questo peccato. Mediante la preghiera, la meditazione e la comunione, dobbiamo spingere ciò che abbiamo visto, udito e gustato sempre più a fondo — fino a quando fa male (Ebrei 12:4). Dobbiamo permettere alla disperazione del fallimento di spalancare gli occhi dei nostri cuori in modo che guardino a lui.

Conoscere Dio — la sua potenza sovrana, la sua stupenda misericordia, il suo amore che si sacrifica, la sua amicizia appagante — significa possedere le chiavi della purezza sessuale, anche in una società ossessionata dal sesso. Soprattutto in una società ossessionata dal sesso. Rivolgendo i nostri occhi e i nostri cuori in alto, “l’amore di Cristo ci possiede” (2 Corinzi 5:14, Diodati) e impariamo sempre più a “possedere il [nostro] corpo in santità e onore, senza [abbandonarci] a passioni disordinate” (1 Tessalonicesi 4:4). Respingiamo la tentazione come persone che conoscono Dio.

Il sesso buono parla di Dio

Conoscere Dio non ci aiuterà solo a evitare il peccato sessuale. Abbiamo permesso a Satana di impadronirsi fin troppo della camera da letto. Conoscere Dio non solo ci difende dal nemico; accende il letto coniugale di un fuoco santo. Dopo che Dio creò il primo uomo e la prima donna, le sue parole alla coppia furono: “Siate fecondi e moltiplicatevi” (Genesi 1:28). Godete l’uno dell’altro. Fate sesso come se conosceste Dio. Riempite la terra con il frutto del vostro amore l’uno per l’altro.

Se ubbidiamo con gioia a tutto quello che Dio ha detto sul sesso, all’interno delle promesse di un patto davanti a Dio, egli dà al sesso un significato profondo che il mondo non ha mai conosciuto. In ogni matrimonio potrebbero ancora esserci grosse difficoltà da superare, perché il sesso, come ogni altra cosa, fa parte del tessuto di un mondo rovinato dal peccato. Ma se facciamo sesso come se conoscessimo Dio, il sesso è molto di più della meccanica del rapporto sessuale. Riguarda Dio — vedere Dio, ascoltare Dio, godere Dio.

Stimando il nostro coniuge superiore a noi nel matrimonio, facendo a gara nel renderci onore reciproco, scopriamo un’intimità e una storia molto più appagante di tutti gli altri modi in cui siamo tentati di usare il sesso. Sperimentiamo qualcosa di superiore a quello che la pornografia e l’impurità ci hanno mai promesso. Il sesso tra un marito e una moglie che conoscono Dio e che godono di lui è una pregustazione del cielo come pochissime altre cose.

Mi posso riconoscere nella vergogna e nel dolore del fallimento sessuale, ma dopo quattro anni di matrimonio, ora posso testimoniare il raro piacere della fedeltà sessuale — di fare sesso come persone che conoscono Dio


Marshall Segal (@marshallsegal) scrive per desiringGod.org, di cui è anche direttore esecutivo. E’ l’autore di Non ancora sposati. Trovare la vera gioia nelle relazioni sentimentali (Adi-Media, 2017). Si è laureato al Bethlehem College & Seminary. Lui e sua moglie, Faye, hanno un figlio e vivono a Minneapolis.

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