E’ accettabile fallire nel ministero?
Fallire nel ministero è inevitabile. Ogni pastore si sente inadeguato prima o poi. Tim Keller afferma che, non importa quello che tu faccia, i primi 200 sermoni che predicherai saranno orrendi. Ed Stetzer ha confessato di aver combattuto con sentimenti di inferiorità per tutto il suo ministero. Scotty Smith ha ammesso di avere fatto pace con le sue debolezze solo dopo aver raggiunto un punto di rottura a 50 anni.
Non è una battaglia che si combatte su un unico fronte. Il tuo impatto missionale è stagnante; un membro con molte potenzialità lascia la chiesa; la scorsa settimana hai reso meno delle attese. Più ti senti un fallimento, più cresce la tentazione di mollare.
Che te la stia cavando bene o che ti regga in piedi a malapena, non c’è modo di aggirare la sensazione di non essere abbastanza buono per compiere il mandato che Gesù ti ha affidato. Pertanto, se vuoi finire bene la tua gara, è necessario imparare a superare il senso di inadeguatezza, magari anche a sfruttarlo a tuo vantaggio. Questi sono alcuni suggerimenti che ti aiuteranno in questo.
1. Accetta il fallimento strategico
Il mio amico Shane Shaddix sostiene che il fallimento è così inevitabile nel ministero che le chiese dovrebbero praticare il “fallimento strategico”, che consiste nell’accettare il fatto che una chiesa o un pastore non possono fare ogni cosa bene e nello scegliere strategicamente le cose che verranno fatte male per qualche tempo.
Nei primi anni di vita della nostra nuova chiesa, abbiamo scelto di fallire strategicamente nel ministero per i bambini; c’era solo uno spazio in un angolo delimitato da una staccionata che avevamo dipinto con i colori dell’arcobaleno nel tentativo di darne un’immagine migliore. Il gruppo che si occupava dei social media era composto solo da me, così abbiamo pubblicato post online una volta al mese. Il gruppo dell’adorazione era formato da un solo chitarrista. Questi erano tutti fallimenti strategici perché avevamo a disposizione un numero limitato di leader e risorse. Eravamo disposti a fallire in alcune delle cose buone, così da non fallire nelle cose essenziali, come la predicazione del Vangelo, l'appartenenza alla chiesa, l’evangelizzazione, ecc.
Gli apostoli fallirono strategicamente nell’assistere le vedove (Atti 6). Paolo fallì strategicamente nel tenere tutti nella sua squadra missionaria (Atti 15:36–41). Gesù fallì strategicamente nel tenere con sé le moltitudini (Giovanni 6:66). Persino Marie Kondo, la celebre donna delle pulizie che ha portato una ventata di gioia con i suoi libri e programmi sul come mettere in ordine la casa, sta strategicamente fallendo nel tenere pulita la sua casa perché ha due bambini piccoli. I bimbi sono più importanti di una casa in ordine.
Fallire in una particolare area non significa essere un fallimento. Significa avere delle priorità. In quali aree sei disposto a fallire strategicamente ora, così da avere successo dove conta di più?
2. Torna al Vangelo
Mi sono sentito inadeguato ad ogni stagione della fondazione della nostra chiesa, da quando c’erano 10 persone che si riunivano in un soggiorno a quando avevamo un gruppo di oltre 400 persone che si riunivano nell’edificio che abbiamo acquistato. Ai fondatori di chiesa vengono richieste tantissime cose, come guidare lo staff, saper comunicare, creare una visione, raccogliere fondi, offrire counseling, impegnarsi nella società, trovare immobili, ecc. Potresti sentirti come se stessi fallendo nella maggior parte delle cose che fai, se non in tutte. Per gestire la sensazione di fallimento senza mollare è necessario tornare da dove hai iniziato, cioè al Vangelo.
Ogni pastore conosce il Vangelo, ma non ogni pastore vive alla luce delle verità contenute in esso. Pietro conosceva il Vangelo e lo predicava a migliaia di persone, ma l’apostolo Paolo dovette ricordargli di tornare ad esso (Galati 2). È possibile conoscere e predicare il Vangelo ma non vivere alla sua luce, soprattutto quando si tratta dei nostri sentimenti di inferiorità.
Il punto di partenza della nostra fede è accettare i nostri fallimenti e affidarci completamente alla misericordia di Cristo. L’intera narrativa redentiva della Bibbia è un susseguirsi di persone piene di difetti. Da Gedeone, che disse: “Sono il più piccolo della casa di mio padre”, a Paolo, che disse: “Sono il primo dei peccatori”. Veniamo da questa storia redentiva. La nostra debolezza è un fondale scuro che fa risaltare la perfezione di Cristo.
Oggi molti fondatori di chiesa sono noti per il loro pavoneggiarsi. Sono stato in alcune “stanze dei bottoni” e ho parlato con alcuni “grandi pastori”. Spesso sono i pastori più altisonanti, quelli più gonfiati, quelli che fingono di avere tutte le risposte e nessuna debolezza, ad essere i più insicuri. Parlano ad alta voce e sono gonfi di conoscenza, nel tentativo di vincere la loro sensazione di incompetenza mostrandosi migliori di tutti i presenti. Ma così facendo minano lo stesso Vangelo che annunciano! Dobbiamo tornare all’inizio.
Proclama il Vangelo e vivilo
Il Vangelo che ci salva è anche il Vangelo che ci sostiene. Ogni giorno nel ministero dovrebbe iniziare con questa preghiera: “Dio, non sono abbastanza bravo. Quello che ho fatto non è abbastanza. Non ho dato i risultati sperati qui. Ma ti ringrazio Gesù perché mi ami e mi usi con le mie debolezze”. Le persone possono beneficiare del tuo ministero e vedere la tua forza o la forza di Gesù. Mostra loro la sua forza. Che le nostre vite possano essere un esempio vivente del Vangelo che proclamiamo. Donne e uomini deboli, che non hanno paura del fallimento, salvati e usati da un potente Salvatore.
Il Vangelo ci consente di fallire perché è solo quando ammettiamo di non essere abbastanza bravi che veniamo poi salvati. La grande ironia di accettare la debolezza nel ministero è che lo rende più efficace. La gente preferisce seguire una persona che si mostra per quello che è piuttosto che una persona che ha sempre ragione. C’è più forza nel tuo ministero quando la gente vede che non hai tutto sotto controllo, ma che hai un Salvatore che ha ogni cosa sotto il suo controllo. La nostra debolezza è il megafono perfetto che amplifica la forza di Gesù.
Possiamo quindi accettare il fallimento alla gloria di Dio.
Adam Muhtaseb (MDiv, Southeastern Baptist Theological Seminary) è il pastore che ha fondato Redemption City Church a Baltimore, Maryland. Lui e sua moglie, Sherrie, hanno tre figli. Puoi seguirlo su Twitter.
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