Dopo 80 anni, ‘Le lettere di Berlicche’ valgono ancora la pena di essere lette

C. S. Lewis temeva che il suo libro Le lettere di Berlicche sarebbe stato silenziosamente confinato “nelle stanze degli ospiti, a passare lì una vita tranquilla e indisturbata”. Ma il libro vendette bene, e negli ottanta anni passati dalla sua pubblicazione, la serie di lettere scritta dal diavolo anziano Berlicche al suo sottoposto Malacoda è stata una presenza costante tra i bestseller cristiani.

L’idea per Le lettere di Berlicche venne a Lewis mentre era seduto in chiesa. In una lettera del 1940 indirizzata a suo fratello Warnie, Lewis scrisse: “Prima che la funzione terminasse . . . fui colpito da un’idea per un libro [che] che penso potrebbe essere molto utile e coinvolgente. Il titolo potrebbe essere Da un diavolo all’altro e potrebbe consistere in una serie di lettere scritte da un diavolo anziano in congedo ad un giovane diavolo che ha appena iniziato l’apprendistato con il suo primo ‘paziente’”.

Lewis usò la potente miscela dell’utile e del coinvolgente per creare un libro che, oltre ad essere istruttivo per la vita quotidiana di un discepolo di Cristo, è divertente da leggere per via della personalità pomposa e pavoneggiante di Berlicche.

Una storia avvincente per lettori secolari 

Prima di essere pubblicato in forma di libro, Le lettere di Berlicche fu pubblicato in una serie di 31 episodi dalla rivista religiosa settimanale The Guardian (nessuna relazione con l’attuale quotidiano britannico con lo stesso nome). La prima lettera fu pubblicata il 2 Maggio 1941. Il volume contenente tutte le 31 lettere uscì nel Febbraio 1942.

Anche se inizialmente ottenne una certa popolarità tra la maggior parte dei lettori,                                                alcuni non afferrarono l’idea che stava alla base del libro. Un prelato di campagna                                                          scrisse al giornale per cancellare il suo abbonamento perché trovò il consiglio di Berlicche                                              a Malacoda “non solo errato ma decisamente diabolico”. Nonostante il prelato confuso,                                                  Lewis credeva che “il successo del libro [dipendesse] dalla sua capacità di indurre                                             il lettore comune a conoscere realmente se stesso con la scusa di essere una specie                                                  di scherzo”.

Quando, per esempio, un Berlicche esasperato si trasforma suo malgrado in un millepiedi gigante, il lettore può lasciarsi scappare una risatina. Ma l’umorismo di Lewis e il suo uso del diavolo per capovolgere sarcasticamente la verità ha uno scopo. ll suo obiettivo è che i lettori vedano se stessi riflessi nei successi di Berlicche, anche se questa visione fa male. “Intendo catturare soprattutto l’attenzione del lettore secolare”, disse Lewis.

Istruttivo per i cristiani che combattono il peccato

Non è chiaro se i lettori delle Lettere di Berlicche siano ancora i "lettori secolari” a cui Lewis aveva originariamente pensato. In una cultura sempre più secolare, è più probabile che i lettori del libro provengano dalla tradizione cristiana (o che almeno siano inclini ad essa). Ma per il pubblico cristiano, Le lettere di Berlicche sono ora più che mai preziose.

Gesù ci ricorda in Matteo 24:12 che l’iniquità aumenterà man mano che il tempo avanza verso la sua fine. Viviamo in un mondo irto di tentazioni, perciò il libro rende un grande servizio ai cristiani d’oggi. Esso ci mostra le strategie del diavolo così da poter evitare le sue macchinazioni.

Una macchinazione che compare in tutto il libro è la distorsione della verità oggettiva da parte di Berlicche. Ma non si tratta solo del fatto che il diavolo inganna. Egli sa che una bugia diventa molto più potente mettendoci dentro un po’ di verità. Berlicche dice al suo protetto che incoraggiare il suo paziente a sposarsi va bene se il matrimonio è con qualcuno che non segue Dio. Incoraggiarlo ad andare in chiesa va bene se la chiesa è dottrinalmente corrotta: “Per noi una religione moderata vale quanto una religione nulla— ed è più divertente”. Persino incoraggiare il cristianesimo può andare bene se esso rimane una parte insignificante della vita del paziente e non un impegno che coinvolge tutta la vita.

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Chi di noi non viene esposto dalle tentazioni reali descritte con tanta preveggenza?

Se non hai mai letto Le lettere di Berlicche, o se è passato un po’ di tempo dall’ultima volta che lo hai fatto, la ricorrenza dei suoi 80 anni è un’ottima ragione per prenderlo in mano. Facendo così, eviterai un’altra delle macchinazioni di Berlicche, quando dice a Malacoda: “È buffo che i mortali ci rappresentino sempre come esseri che mettono loro in testa questa o quella cosa: in realtà il nostro lavoro migliore consiste nel tenere le cose fuori dalla loro testa”.


Joseph A. Kohm Jr. (JD e MDiv, Regent University) è vice presidente del C. S. Lewis Institute e l’autore di The Unknown Garden of Another’s Heart: The Surprising Friendship between C.S. Lewis and Arthur Greeves (Wipf and Stock, January 2022).

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