Dio mi ha salvato da una setta poligama

Quando la gente chiede come io e mia moglie ci siamo conosciuti, la storia di come abbiamo incontrato Cristo prende immancabilmente il sopravvento. È inevitabile dal momento in cui dico: “Be’, veramente ci siamo conosciuti in una setta mormone poligama”.

Gli occhi si sgranano, e le persone alla fine dicono qualcosa del genere: “Aspettate . . . cosa volete dire?” Le loro domande ci danno l’opportunità di rendere testimonianza di una grazia sconfinata. La nostra è una storia che ha per ingredienti il dubbio, l’amore fedele di Dio, alcuni cari amici e un libro di Tim Keller.

Setta

Sono nato nel mormonismo tradizionale. Tutti i miei antenati sono collegati in qualche modo con la fondazione di questa religione. Tuttavia, all’età di quattordici anni, i miei genitori lasciarono la Chiesa di Gesù Cristo e dei Santi degli Ultimi Giorni per aderire a una setta mormone fondamentalista. Erano diventati critici del mormonismo contemporaneo e condannavano tutti i cambiamenti fatti dai giorni di Joseph Smith. Da bravo figlio obbediente, li seguii, e mi ritrovai immerso in un mondo saturo di ipotesi sulla fine dei tempi.

Ho vissuto tutta la mia esistenza con l’ossessione della seconda venuta di Cristo. Facevamo scorte di cibo e di munizioni. L'istruzione esterna era condannata, ed eravamo incoraggiati a sposarci in giovane età. Io e mia moglie ci sposammo quattro giorni dopo il suo sedicesimo compleanno.

Quello che si faceva e come si viveva era interamente determinato dal profeta che guidava la nostra setta, che veniva considerato il braccio destro di Dio. Quando egli parlava, era come se Dio stesso avesse parlato. L’obbedienza assoluta nei suoi confronti determinava il nostro essere degni di Cristo.

La nostra setta credeva che noi eravamo l’unico popolo eletto di Dio sulla terra e che il ritorno di Cristo dipendesse dalla nostra giustizia. Credevamo che al suo ritorno egli sarebbe venuto prima da noi per concedendoci il potere divino di giudicare il mondo. Avremmo eliminato la chiesa mormone per avere cambiato le dottrine che Joseph Smith aveva istituito, e fatto questo, avremmo fatto fuori il resto del mondo per aver rifiutato la nostra versione del “vangelo”.

Dubbio

Avevo venti anni anni quando cominciai a dubitare della dottrina mormone. Nella nostra comunità circolava una profezia secondo la quale Cristo sarebbe tornato in un determinato giorno. Il profeta aveva detto: “Così dice il Signore”, confermando la sua veridicità. Ma Cristo non ritornò, e dentro di me iniziai a dubitare. Al dubbio si aggiunse una paura opprimente. Se ciò in cui credevo era sbagliato, ciò significava che avrei subito la condanna eterna. Non potevo correre questo rischio, così misi da parte i miei dubbi e andai avanti.

Ma il dubbio mi assaliva e la paura mi divorava. Quando cercavo di scacciarli, diventavano ancora più opprimenti, facendo affiorare un senso di disperazione. Mi sentivo intrappolato. Dopo circa sei anni vissuti nel dubbio, ho cominciato a considerare l’idea che forse Dio non era reale. Se potevo spiegare razionalmente che egli non esisteva, allora questo significava che la mia paura era irrazionale. L’ateismo si fece segretamente strada nel mio cuore, ma per quanto mi sforzassi di sbarazzarmi di Dio, non potevo togliermi di dosso la profonda consapevolezza di essere amato da un Creatore che voleva che tornassi a casa con lui.

Si potrebbe pensare che un innato senso dell’amore di Dio mi avrebbe consolato, ma in realtà mi faceva infuriare. Perché un Dio che mi ama dovrebbe lasciarmi soffrire? Avevo bisogno di una risposta chiara che mi avrebbe dato la convinzione necessaria per rimanere nella setta o lasciarla. Ma altri quattro anni passarono senza ricevere nessuna risposta, e la paura continuò a devastare il mio cuore.

Fede

Una sera, su suggerimento della mia saggia moglie, caddi in ginocchio. Gridai: “Dio, non ce la faccio più. Non riesco più ad andare avanti così. Niente di quello che faccio è abbastanza buono per te. Portami tu dove vuoi che io vada. Ne ho abbastanza. Sono tuo”.

Quando queste parole uscirono dalle mie labbra, fui pervaso da una consapevolezza. Tutta la mia conoscenza di Dio si poggiava su un fondamento di religione e opere. Ma queste cose avevano dimostrato di essere delle sabbie mobili, instabili e inaffidabili. L’unica cosa che sapevo essere affidabile era Gesù. Questo era quello che vedevo nella Bibbia. Se volevo conoscere Dio, dovevo costruire le mie fondamenta sulla persona di Cristo. Soltanto lui era degno.

Quella sera arresi la mia vita a Cristo, e da quando l’ho fatto, tutto è cambiato. Poi, come i fantasmi del Natale del racconto di Charles Dickens, Dio mi mandò tre spiriti per ricondurmi a lui: C. S. Lewis, Dietrich Bonhoeffer e Martin Lutero.

Naturalmente non parlo della loro presenza fisica, ma dei loro scritti. Scoprii Lewis grazie alla mia passione per i libri di Tolkien. Scoprii Bonhoeffer quando mia moglie vide un servizio su di lui alla televisione. Scoprii Lutero mentre cercavo libri gratis sul mio Kindle che mi aiutassero a capire la Bibbia. Le vite di questi tre uomini e i loro scritti mi hanno insegnato a vivere una nuova relazione con Dio e la sua Parola e mi hanno dato una nuova e meravigliosa comprensione della grazia.

Qualche settimana dopo aver lasciato la setta, Dio mi ha mandato un altro uomo, uno scrittore vivente. Non avevo mai sentito parlare di Tim Keller, tuttavia egli è stato uno dei primi cristiani viventi di cui ho letto gli scritti. Lessi Il Dio prodigo mentre cercavo di elaborare la mia vita precedente all’interno della setta. Fui colpito dall’approccio inconsueto del libro a una parabola familiare. Dio mi aveva portato nel suo regno come il fratello più giovane, ma anche come il fratello maggiore. Per tutti quegli anni, avevo fatto tutte le cose “giuste” per la mia sicurezza e salvezza. Ero stato una persona religiosa ed egocentrica. Leggendo Keller, ho scoperto che la vera libertà e la vera accettazione si trovano solo nella giustizia del nostro Salvatore pienamente amorevole e pienamente sufficiente.

Attraverso tutte queste cose, Dio, nel suo amore infinito, ha strappato la mia piccola famiglia da un luogo oscuro e ci ha portato nella sua luce. Egli ci ha dato una nuova identità in Gesù Cristo. Lode a Dio per tale grazia.


Jared Larson (MDiv, Gordon-Conwell Theological Seminary) è pastore della Penney Memorial Baptist Church ad Augusta, Maine. Lui e sua moglie, Lisa, hanno quattro figli. Puoi seguirlo su Instagram e Twitter.

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