Appartengo alla Generazione Z e credo nell’inerranza della Scrittura
Un anno fa, ho avuto una singolare conversazione con un’amica politicamente progressista. Mi ha spiegato i motivi per i quali sostiene l’aborto e i diritti LGBT+, e in risposta al mio dissenso ha affermato: “Dato che la società è in continuo cambiamento, le cose che erano applicabili nella Bibbia quand’essa fu scritta non si adattano necessariamente ad una società progressista e moderna”. Pur essendo in disaccordo, ci siamo lasciate con una migliore conoscenza reciproca.
La nostra conversazione ha rivelato inoltre una cosa riguardo la mia visione del mondo: essa si basa fortemente sulla Bibbia. Sono pro-life soprattutto perché la Scrittura afferma il diritto alla vita e il valore del feto. Non sostengo l’omosessualità perché la Scrittura la condanna come peccato. Ma la mia amica, sintetizzando forse i sentimenti della mia generazione, si è limitata a rispondere: “Ho sempre pensato che l’idea di prendere un testo religioso alla lettera sia un po’ datata”.
Tuttavia, la Bibbia afferma la sua rilevanza in un mondo che cambia: “L'erba si secca, il fiore appassisce, ma la parola del nostro Dio dura per sempre” (Isaia 40:8). Se la Scrittura era applicabile ad un singolo punto della storia, è applicabile in ogni tempo. La Bibbia o è la Parola di Dio o non lo è. Ma se è la Parola di Dio, deve essere inerrante, ossia totalmente vera e priva di errori.
Dispiacersi per l’inerranza
A causa della nostra peccaminosità, l’ultima cosa che vogliamo è che la Bibbia sia inerrante. Quando ho sofferto di un disturbo alimentare, la difficoltà maggiore non era riconoscere gli idoli del mio cuore ma allontanarmi da essi. Proverbi 31:30 dice: “La grazia è ingannevole e la bellezza è cosa vana; ma la donna che teme il SIGNORE è quella che sarà lodata”. Altrove, la Scrittura ci dice: “Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualche altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio” (1 Corinzi 10:31) e “Presentate i vostri corpi in sacrificio vivente” (Romani 12:1).
Anche se la Bibbia non parla in modo specifico dei disturbi alimentari, parla chiaramente dei peccati che ne stanno alla base. Mentre cercavo di giustificare i miei comportamenti con me stessa, Paolo mi ricordava che “tutto quello che non viene da fede è peccato” (Romani 14:23). In ultima analisi, il problema non era che dubitavo che la Scrittura affrontasse il mio peccato. Il problema era che speravo ardentemente che la Scrittura si sbagliasse.
Non mettevo in dubbio l'inerranza della Scrittura, ma mi dispiaceva che fosse inerrante. Mentre la Scrittura metteva a nudo il mio peccato e offriva un cammino che sembrava fatto solo di dolore, avrei voluto che Gesù non avesse detto: “Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o avrà riguardo per l’uno e disprezzo per l’altro” (Matteo 6:24). Se solo avesse insegnato che potevo servire due padroni a patto che Dio venisse per primo. Se solo mi lasciasse un po’ di spazio per fare concessioni al mio peccato. Se solo la Bibbia si sbagliasse.
Esaltare l’inerranza
Ma l’inerranza della Scrittura è anche una notizia profondamente buona per i peccatori. È stato soprattutto attraverso la Scrittura che lo Spirito Santo mi ha mostrato la grazia di Dio. Ho imparato a fidarmi di lui mentre egli mi prometteva: “La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza” (2 Corinzi 12:9) e “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò” (Ebrei 13:5). La stessa Bibbia che mi teneva prigioniera con verità incontrovertibili iniziò a sostenermi con le promesse salde del mio Salvatore.
Mentre una volta speravo di poter distorcere la Scrittura per adattarla alle mie esigenze, ora faccio affidamento sulla certezza che la Parola oggettiva di Dio non dipende dalla mia forza, anzi. “Ogni parola di Dio è affinata con il fuoco. Egli è uno scudo per chi confida in lui” (Proverbi 30:5).
A causa della nostra ostinazione nel voler essere autosufficienti, l’inerranza della Scrittura può sembrarci un padrone severo che ci costringe a percorrere un sentiero fatto di dolore e difficoltà. Ma questo è il grande amore che Dio ha per noi: come quel genitore che grida al figlio che sta per addentrarsi in strada, così il Padre nostro ci corregge per preservarci dal grave pericolo del peccato. Come il Salmo 119:9 dice: “Come potrà il giovane render pura la sua via? Badando a essa mediante la tua parola”.
Benedizione nell’oscurità
Nel libro di C. S. Lewis La sedia d’argento, Aslan indica a Jill una serie di quattro segni che la guideranno nella sua ricerca. Tra questi, lei e i suoi amici devono trovare una città in rovina e seguire alcune istruzioni incise su pietra. I segni non dicono a Jill quello che l'aspetta: lunghi giorni nel deserto, una violenta tempesta di neve, giganti mangia-uomini. Lei e i suoi amici quasi mancano le istruzioni del terzo segno scolpite nella pietra, ma obbedire ad esse li porta sottoterra nel regno di una strega malvagia. Ben al di sotto della superficie terrestre, camminando attraverso caverne oscure, essi iniziano a chiedersi “se il sole, il cielo blu, il vento e gli uccelli non fossero stati soltanto un sogno”.
Certamente questo non può essere quello che Aslan intendeva. Ma come ricorda Pozzanghera, uno degli amici di Jill: “Le istruzioni di Aslan funzionano sempre: non ci sono eccezioni”. E funzionano, anche se in modi forse inaspettati.
Anche se ci troviamo in luoghi oscuri nei quali quasi dimentichiamo cos’è la speranza―anche quando mettiamo in dubbio l’amore e la sovranità di Dio―la sua Parola è come “una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero” (Salmo 119:105). La sua Parola è di vitale importanza quando essa rivela il nostro peccato, chiamandoci al ravvedimento e al ristabilimento. La sua Parola è la nostra vera guida quando ci porta a conclusioni impopolari, come ad esempio che la vita inizia al concepimento o che il matrimonio è tra un uomo e una donna.
In tutte queste cose, siamo chiamati a fidarci di lui e della sua saggezza rivelata nella Scrittura. Come peccatori, questo non è un compito facile, ma come santi salvati dal suo amore e dalla sua misericordia, è un compito ricco di gioia e pace.
Ashley Kim è una giovane scrittrice che fa parte della Lighthouse Community Church.
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