Dall’ansia alla pace. Un percorso che mette Dio al centro
Di recente, mentre stavo andando in macchina ad un evento che avrei dovuto condurre, l’ansia iniziò ad accelerare il mio respiro e irrigidire il mio addome. Lo so, lo so! Non siate con ansietà solleciti di cosa alcuna.., vero?
E se ti viene l’ansia? Cosa fai? Fai conoscere le tue richieste a Dio. Sapevo anche questo, così mi sono messa a pregare, e quello che è successo dopo mi ha stupito.
Una ricetta familiare
Da ragazza avevo imparato a memoria Filippesi 4:6–7:
Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.
Queste parole spesso partono in automatico quando mi assale l’ansia, spingendomi a pregare. Ma laddove in passato la ricetta della preghiera era “a rilascio prolungato” (o, per essere onesti, a volte senza alcun rilascio evidente), questa volta la ricetta mi diede pace “ad azione rapida”.
Meravigliata, ringraziai il Signore per avermi insegnato un’abitudine qualche anno fa che credo abbia fatto la differenza nella mia vita.
Una nuova abitudine
Torniamo indietro di due o tre anni. Mi convinsi che troppo spesso leggevo la Bibbia tanto per spuntare una casella, per aumentare la mia conoscenza o preparare uno studio biblico. Era diventata una cosa che riguardava più me che Dio, più la semplice lettura che il godere della presenza dell’Autore. Come la frenetica Marta, avevo bisogno di sedere ai piedi del mio Signore. Avevo bisogno di scegliere la parte migliore che non mi sarebbe stata tolta (Luca 10:42).
Con questo desiderio, feci due semplici cambiamenti. Primo, invitai Dio nella mia lettura quotidiana della Bibbia, cominciando dalla preghiera per mettermi ai suoi piedi. Secondo, lessi ogni brano cercando in modo specifico ciò che esso rivela su Dio: i nomi con i quali egli viene chiamato, ciò che egli ha fatto, ciò che egli ha promesso e chi egli è.
Nelle giornate più tranquille, scrivevo ogni nome e attributo divino rivelato—a volte direttamente nella mia Bibbia, altre volte in un diario. Alcuni brani mi hanno portato a scrivere tre elenchi separati degli attributi del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Altri brani si sono trasformati in un lista in cui scrivevo chi è Dio e altri in una lista in cui scrivevo ciò che egli ha fatto.
Ho finito per concentrarmi maggiormente su Dio. Anche il fatto di avere una lista, derivata dalla Scrittura, su cui meditare e poter trasformare in lode mi ha dato dei benefici. Questa abitudine mi ha aiutato a conoscere Dio in modo più intimo e a lodarlo in modo più specifico. Essa ha reso la lettura della Bibbia un tempo con Dio più ricco e dolce.
Che cosa ha a che fare tutto questo con la preoccupazione? Torniamo alla mia auto, mentre mi recavo all’evento con l’ansia che cresceva.
Dio è fedele nel provvedere
Questa volta, quando mi misi a pregare, la prima cosa che uscì dalle mie labbra fu chi è Dio. Tu sei il Dio che è sempre con me, che non mi lascerà e non mi abbandonerà. Tu sei il Dio che è stato fedele nel provvedere questa opportunità di servirti e la cui forza si dimostra perfetta nella mia debolezza. Tu mi hai donato il tuo Spirito Santo, che è il mio Consigliere Ammirabile.
Mi credete se vi dico che non ho nemmeno pregato per l’evento o per la mia ansia? La pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, aveva già riempito il mio cuore. (Per intenderci, non sto suggerendo che tutte le forme di ansia possono essere alleviate in questo modo. Noi esseri umani siamo creature complesse, e l’ansia di carattere clinico potrebbe anche richiedere un intervento medico). In questo caso, la ricetta “fate conoscere le vostre richieste a Dio” (Filippesi 4:6) riguardava meno la ricetta e più Colui al quale essa mi invitava a rivolgermi. Egli è colui che fornisce la ricetta, colui che dà la vita e il respiro, colui che provvede alla mia pace.
In passato, quando mi mettevo a pregare nei momenti di ansia, mi concentravo principalmente sulle cause della mia ansia e sul mio desiderio di avere la pace di Dio. Tutto verteva su me, le mie circostanze, i miei desideri. In realtà, pregare in questo modo il più delle volte non faceva altro che aumentare la mia ansia.
Avevo bisogno di spostare la mia attenzione. Dio è molto più grande di me e di tutto quello che può rendermi ansiosa. Ma non era un cambiamento che potevo forzare in quel momento, nemmeno attraverso la preghiera.
Una nuova prospettiva
Come Edward Welch scrive, avevo bisogno di “passeggiare in un bosco di sequoie”:
Se avete passeggiato in un bosco di sequoie, non rimarrete mai sopraffatti dalla grandezza di un corniolo. Se vi siete mai trovati nel mezzo di un tornado, non avrete paura di una pioggerellina primaverile. Se siete mai stati alla presenza del Dio Onnipotente, ogni cosa che prima esercitava controllo su di voi improvvisamente ha avuto meno peso nella vostra vita.
Leggere la Parola di Dio con gli occhi rivolti verso i suoi attributi mi ha portato a contemplare l'immensità della sua gloria, facendo sembrare piccoli a confronto quelli che prima erano dei “giganti”. Da questa parte del cielo, vediamo solo un assaggio della sua grandezza—e tuttavia questo assaggio rimpicciolisce ogni timore, preoccupazione o ansia che potremmo affrontare, non importa quanto grande.
Anche se la mia nuova abitudine mi ha aiutato a bloccare la causa della mia ansia, non era l’abitudine in sé ad avere importanza, ma la grandezza del Dio onnipotente. Non era ciò che facevo ad avere importanza, ma Colui al quale essa mi conduceva.
Amico, non essere ansioso. Fai conoscere le tue richieste a Dio, e permetti a Lui di farsi conoscere. Mettiti alla sua presenza, passeggia nella grandezza della sua gloria, medita sulle sue promesse, riposa in chi egli è e in ciò che egli ha fatto. “E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù” (Filippesi 4:7).
Dorothy Griffin vive a Wilmington, North Carolina, con suo marito e sua figlia. È co-proprietaria di una casa di cura con suo marito. Lei e la sua famiglia sono membri attivi della Christ Community Church.
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