Cos’è questa cosa chiamata chiesa?

Nel 2004 la Chiesa d’Inghilterra inaugurò la sua prima chiesa via internet: i-church.org. Esiste ancora oggi, con un pastore e dei membri che interagiscono tra di loro online. Ma è veramente una chiesa? Molte chiese in America sono formate da diverse sedi, ma da un punto di vista biblico, è possibile che una chiesa sia collocata in molti luoghi?

Queste domande sono più che dei rompicapi teologici; esse hanno un'importanza reale per il popolo di Dio. Darren Carlson, presidente di Training Leaders International, ha recentemente osservato: “Il più grande problema nel campo della missione al momento è il disaccordo su ciò che costituisce una chiesa locale”. Non è un’affermazione da poco. È chiaro che è necessario pensare con attenzione a ciò che una chiesa è.

Definizioni del dizionario 

Il termine “chiesa” in italiano ha un significato prettamente religioso. Ma non è la stessa cosa per il termine greco ekklesia, che la Bibbia traduce con “chiesa”. Nel primo secolo, i non cristiani non lo avrebbero considerato un termine religioso. Per essi significava semplicemente “un’adunanza” o “un’assemblea”.

Nel Nuovo Testamento, ekklesia a volte è utilizzato in questo senso ordinario (Atti 19:32 è un esempio), ma più spesso è utilizzato per qualcosa di nuovo e specificamente cristiano. Gli autori del Nuovo Testamento scelsero ekklesia come termine per indicare questa cosa nuova perché il suo significato comune—assemblea, adunanza—si adattava perfettamente ai loro scopi. Ogni volta che il termine ekklesia viene utilizzato nel Nuovo Testamento, anche se può significare più che un’adunanza, non significa mai qualcosa che non sia collegato ad un’assemblea.

Un’assemblea universale in cielo

La più importante assemblea nel Nuovo Testamento è l’assemblea di tutti i cristiani attorno a Gesù in cielo—un’assemblea che è già in atto:

Voi vi siete avvicinati al monte Sion, alla città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste . . . all’assemblea dei primogeniti . . . a Gesù, il mediatore di un nuovo patto. (Ebrei 12:22–24)

[Dio] ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù. (Efesini 2:6, vedi anche Colossesi 3:1–4)

Accostandovi a lui, pietra vivente . . . anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale. (1 Pietro 2:4–5)

D. Broughton Knox, preside del Moore Theological College a Sydney dal 1959 al 1985, spiega questa verità nel suo saggio “The Church and Denominations”:

Poiché Cristo è ora in cielo, è da lì che il Nuovo Testamento afferma che egli edifica la sua chiesa, perché la chiesa di Cristo è l’assemblea che egli chiama all’esistenza attorno a sé. Questa chiesa o assemblea superna attorno a Cristo è una realtà presente, non semplicemente futura, e noi dobbiamo pensare a noi stessi come già membri di essa, riuniti con lui in cielo.

Per ora, questa è un’assemblea spirituale piuttosto che fisica, ma le cose spirituali non sono meno reali delle cose fisiche. La nostra unione con Cristo mediante la fede significa che siamo con lui in cielo pur essendo anche sulla terra. Paolo lo riassume quando dice che i Colossesi sono “in Cristo [cielo] e in Colosse [terra]” (Colossesi 1:2).

A rischio di confondere lo spirituale e il fisico, trovo utile immaginare la mia appartenenza alla chiesa celeste in questo modo: mediante la fede sono stato “allungato” in modo che mentre i miei piedi sono sulla terra, il mio capo è in cielo con Gesù e il suo popolo. In alternativa, pensa a quei programmi televisivi nei quali un personaggio si rivolge alla telecamera per parlare direttamente agli spettatori. È come se il personaggio fosse contemporaneamente in due mondi: il mondo del programma e il mondo degli spettatori. In maniera simile i cristiani “si rivolgono alla telecamera” ogni volta che ricordiamo a noi stessi che apparteniamo all’assemblea celeste di Gesù e siamo qui sulla terra come suoi ambasciatori.

Molte adunanze locali sulla terra

È importante studiare la chiesa del cielo prima di descrivere la chiesa locale, perché le chiese locali fedeli sono manifestazioni terrene della chiesa del cielo. Pensiamo a cosa Gesù dice in Matteo 18:20 (un versetto che conclude un breve brano sulla chiesa locale): “Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”. Sulla terra, come in cielo, la chiesa è riunita attorno a Gesù.

Come avviene questo nella pratica, dato che Gesù è fisicamente assente qui sulla terra? La risposta è attraverso la sua Parola, perché questo è il modo in cui coloro che non vedono Gesù credono in lui (Giovanni 20:29–31). Tuttavia, questo non significa che ogni assemblea di credenti con una Bibbia sia automaticamente una chiesa. Il contesto chiarisce che l’assemblea di cui si parla in Matteo 18:20 è quella che esercita la disciplina formale, implicando quindi che i suoi membri si riuniscono in modo ricorrente e sono chiamati a rendere conto (Matteo 18:17–18).

Le chiese sono creazioni divine 

Anche se identifichiamo giustamente le vere chiese in base agli attributi esterni come la predicazione del Vangelo e l’amministrazione fedele dei sacramenti, non dovremmo definire una chiesa come la somma di questi attributi esterni. Definire una chiesa in questo modo esclude il ruolo fondamentale di Dio nello stabilire e sostenere le chiese (vedi Atti 20:28 e Apocalisse 2:5). Robert Banks esprime bene questo concetto nel suo influente libro Paul’s Idea of Community: “L’ekklesia non è semplicemente un’associazione umana, un’assemblea di individui affini per un fine religioso, ma è una relazione divinamente creata”. Ecco dunque una semplice definizione: La chiesa locale è una comunità riunita attorno a Gesù mediante la sua Parola. Si noti che dice “una comunità”, non “qualsiasi gruppo”. Come già detto, la comunità contemplata in Matteo 18:15–20 è quella che si riunisce continuamente e che esercita la disciplina formale.

Questa definizione non deve essere una scusa per attendere passivamente che sia Gesù a creare questa assemblea. Dal momento che egli usa strumenti umani per avviare e sostenere le chiese, coloro che egli manda a compiere quest’opera devono portarla avanti con la sua forza (Colossesi 1:29). Come Giovanni Calvino scrisse: “Egli ha istituito dei pastori e dei dottori [Efesini 4:11] per bocca dei quali rivolgerci i suoi insegnamenti" (Istituzione della religione cristiana, IV.i.1).

La domenica e il riposo settimanale

A questo punto dovrebbe essere evidente che la chiesa locale non è un pezzo della chiesa celeste—come un pezzettino staccato da un grande biscotto. Essa è invece una rappresentazione in miniatura dell’intera realtà celeste. Essa contiene gli elementi essenziali della chiesa celeste che è attualmente riunita attorno a Gesù e che apparirà con lui quando egli ritornerà in gloria (Colossesi 3:4). Questa realtà dovrebbe trasformare il nostro atteggiamento nei confronti della nostra chiesa. Le persone con le quali ci riuniamo la domenica sono persone con le quali siamo simultaneamente in cielo, nella presenza di Gesù. Un giorno saremo tutti nella sua presenza non solo spiritualmente ma anche fisicamente. Meditare su questo pensiero dovrebbe suscitare il desiderio di coltivare buone relazioni con i membri della nostra chiesa, specialmente quando teniamo a mente che la chiesa di Dio è stata “acquistata con il suo sangue” (Atti 20:28).

Un’altra applicazione, che ci riporta alle domande iniziali, è la cautela nella sperimentazione ecclesiologica. La chiesa locale è un’assemblea fisica, perciò i-church.org non è una vera chiesa. Per la stessa ragione, biblicamente parlando, è preferibile considerare una chiesa multisede come un insieme di chiese con una leadership condivisa, piuttosto che un’unica chiesa. Questo tipo di soluzione può essere utile come misura temporanea volta a creare chiese pienamente fondate.

Ma quando le chiese multisede non hanno tale obiettivo, è corretto dire che si sono allontanate dal modello biblico. Questo allontanamento può avere conseguenze dolorose. Per esempio, se il danno creato dalla caduta di un pastore è considerevole, quanto più devastante sarà quando il pastore che cade è la colonna portante di numerose congregazioni in luoghi diversi? Pastori che guidate chiese multisede, perché vi tenete tanto strette le vostre sedi? Come Jared Wilson afferma coraggiosamente in un articolo sui pastori diventati delle celebrità: “Quando ci dedichiamo al franchising piuttosto che alla fondazione di chiese, cooperiamo con l’idolatria del consumatore”.

Gesù ci assicura in Matteo 18:20 che una chiesa può esistere anche quando solo due o tre persone sono riunite nel suo nome. Naturalmente, il resto del Nuovo Testamento specifica questo in diversi modi, come le qualifiche sul carattere e sulle capacità degli anziani. Ma non lasciamo che Matteo 18:20 venga depotenziato da mille qualifiche. Esso contiene una verità assolutamente elettrizzante, con il potere di ispirare la fondazione di chiese e la rivitalizzazione di chiese già esistenti, fino al giorno in cui Gesù farà di molte chiese una sola chiesa.


Bernard N. Howard è un ebreo che crede in Gesù. È il pastore di Grace Church Birmingham in Alabama, e in precedenza è stato pastore a Manhattan. È l’autore della risorsa per la Pasqua molto utilizzata “A Short Messianic Haggadah”. Lui e sua moglie, Betsy, hanno due bambini piccoli. Puoi seguirlo su Twitter.

Il presente articolo è un’opera di elaborazione di traduzione di IMPATTO ITALIA. Il suo utilizzo totale o parziale è proibito in ogni forma previa richiesta e autorizzazione di Impatto Italia (impattoitalia@gmail.com). Il contenuto del presente articolo non è alterabile o vendibile in alcun forma.

L’uso del presente articolo è autorizzato dall’editore originale ©TGC. La risorsa originale può essere consultata al seguente link: https://www.thegospelcoalition.org/article/what-is-this-thing-called-church/
© IMPATTO ITALIA

Bernard N. Howard