Cinque motivi per amare il ravvedimento

L’imperativo “ravvedetevi!” urta la sensibilità moderna come il rumore di unghie sulla lavagna. Il ravvedimento viene spesso liquidato come il mantra sadico di chi si auto-disprezza; o peggio, viene visto come una pistola che si estrae nei pulpiti per spaventare i peccatori e indurli alla sottomissione.

Ma il ravvedimento—l’atto di voltare le spalle al peccato e volgersi a Dio—pervade la storia biblica, che lo presenta come un giubbotto di salvataggio per il popolo di Dio, non come un crudele annegamento simulato. Sorprendentemente, il messaggio principale di Gesù è riassunto nei Vangeli in questi termini: “Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino” (Matteo 4:17; Marco 1:15; Luca 5:32). Se il ravvedimento è così centrale nell’insegnamento di Gesù, perché è così periferico (se non inesistente) nel nostro?

Che fine ha fatto il ravvedimento?

Fazioni diverse danno risposte diverse.

I progressisti tendono a rifiutare del tutto il ravvedimento, ritenendolo materia per fondamentalisti. Recentemente ho incontrato il leader progressista di una chiesa locale che la pensa in questo modo. Durante la nostra conversazione garbata ma vivace, lei osservò: “Non parlo mai del peccato dal pulpito. Non credo sia utile ripetere continuamente alle persone quanto esse siano cattive”.

Se da un lato i progressisti negano il ravvedimento, alcuni conservatori lo sminuiscono. Ho ascoltato sermoni che giustamente indicano il peccato come il problema e il perdono di Dio come la soluzione, ma in essi il ravvedimento era assente. Si sostiene la dottrina nella teoria, ma nella pratica, la si accantona.

Altrettanto sconcertanti sono i conservatori che enfatizzano troppo il ravvedimento, raffigurando Dio come un Thor arrabbiato che è tutto martello e niente cuore. Hanno zelo per la santità di Dio, ma le loro parole mancano di quella grazia che si addice ai credenti (Colossesi 4:6; 2 Timoteo 4:2).

Il ravvedimento è una buona notizia

Non è facile chiamare “buona notizia” qualcosa che tutto il mondo definisce “cattiva notizia”, ma i cristiani devono essere sufficientemente audaci nell’insistere che ciò che Dio considera buono è effettivamente buono. Quindi, in che senso il ravvedimento è buono?

1. Il ravvedimento ristabilisce la realtà.

David Wells definisce la mondanità come qualunque cosa “faccia apparire il peccato una cosa normale e la giustizia una cosa strana”. Per natura vediamo il mondo in modo sfocato, e questo è il motivo per cui la Scrittura dice che il timore del Signore è il principio della sapienza (Proverbi 1:7). Finché non comprendiamo l’autorità di Dio (Egli è Dio, non noi) non vediamo in modo chiaro. Il ravvedimento ci mostra il nostro problema più grave (il peccato), la nostra risposta corretta a questo problema (l’umiltà), e l’Unico che ha il potere di risolverlo (Dio). Senza il ravvedimento, tendiamo ad avere una visione limitata sia della gravità del nostro peccato sia della santità di Dio.

2. Il ravvedimento porta vera accettazione.

Molti sono tormentati dalla paura che se Dio (o le persone) li conoscesse veramente, sarebbero rifiutati. Temiamo che il nostro vero io sia troppo brutto per essere amato. Il ravvedimento ci mette completamente a nudo davanti a Dio, ma poi inonda le nostre vite di sollievo perché lo stesso Dio che vede ogni nostra imperfezione è al nostro fianco. Il ravvedimento elimina la paura paralizzante di essere “scoperti”. Come Tim Keller scrive: “Essere amati ma non conosciuti è consolante ma superficiale. Essere conosciuti e non amati è ciò di cui abbiamo più paura. Essere pienamente conosciuti e veramente amati è molto simile all’essere amati da Dio”.

3. Il ravvedimento ci libera dalla colpa.

A prima vista, la teologia progressista che dice: “sei a posto così come sei” appare più gradevole che predicare sul peccato. Dopotutto, la gente dovrebbe uscire dalla chiesa con un sorriso, non con dei lividi. Ma in realtà, essa pone un peso più pesante sulle persone: in un mondo dove tutti sono “a posto”, non c’è posto per la colpa. Dire che le persone sono “senza peccato” significa lasciarle abbandonate a se stesse, e quando appare una crepa nel carattere di una persona, la sua fede crolla. Don Carson sintetizza bene il pericolo:

È pericoloso dare solo un po’ di Vangelo alla gente. Questo porta le persone a pensare bene di se stesse, a fare un sospiro di sollievo perché i mali peggiori sono stati estirpati, a godere di un bel senso di appartenenza. Ma se una persona non è stata veramente giustificata, un cucchiaino di religione è poco più di un vaccino contro la realtà.

Quando ci ravvediamo sinceramente, la colpa è rimossa. Dio non vuole sbatterci in faccia i nostri fallimenti; al contrario, li getta fino alle estremità della terra dove non possono più tormentarci (Salmo 103:12). La tentazione di proporre uno pseudo-Gesù che tende la mano ma non punta mai il dito può essere forte, ma questa versione di Gesù non è in grado di alleviare il nostro senso di colpa. Cristo non intende imbiancare il nostro esterno (Matteo 23:27), ma egli si diletta nel purificare il nostro interno (Isaia 1:18).

4. Il ravvedimento produce gioia.

Che tragedia quando dei malinconici musoni sono i principali portavoce del ravvedimento! Il ravvedimento non è un ultimatum a modificare il proprio comportamento (“Datti una regolata o Dio ti abbandonerà”) ma è un invito a gustare la sua misericordia. Quando i peccatori si ravvedono, gli angeli fanno festa (Luca 15:7, 10). Il suo principale effetto secondario, in cielo e sulla terra, è la gioia, come Bryan Chapell osserva:

Che cosa ti viene in mente quando pensi al ravvedimento? Magari pensi a cose come sospirare, prostrarsi, digrignare i denti e fare vuoti proponimenti. Ma a che cosa assomiglia veramente il ravvedimento? Una volta compiuta la sua opera, esso assomiglia alla gioia.

Il ravvedimento attiverà i tuoi dotti lacrimali, ti porterà sulle tue ginocchia, e farà luce sui tuoi fallimenti, il che può essere spiacevole. Ma qualunque sia il disagio derivante dal ravvedimento, esso è di gran lunga superato dal festante benvenuto celeste che il ravvedimento porta con sé.

5. Il ravvedimento ristabilisce le relazioni.

Il ravvedimento non solo porta alla riconciliazione tra noi e Dio, ma ci riconcilia anche gli uni con gli altri. Il tratto caratteristico di una relazione rovinata è quando una o entrambe le parti si rifiutano di dire: “Mi dispiace. Intendo cambiare il mio comportamento”. Recentemente ho saputo di una donna che è stata tradita dal marito. Quando la verità è venuta a galla, invece di chiederle scusa il marito ha continuato a tradirla. Ad anni di distanza i due continuano a vivere sotto lo stesso tetto, ma la disfunzionalità della loro relazione è visibile nei modelli di comunicazione passiva-aggressiva e in un’intimità inesistente. Rifiutando il ravvedimento, questo marito ha privato sua moglie di dignità e guarigione. Il ravvedimento offre una via migliore. Chi è abbastanza umile da percorrerla ne raccoglierà i benefici.

Venite, peccatori stanchi

Tu che sei stanco delle opprimenti richieste di perfezione del moralismo, ravvediti! Cristo ti imputa la sua giustizia. Tu che sei assillato dalla colpa, troppo spaventato per venire alla luce, ravvediti! Sii libero e riscopri la potenza purificatrice del sangue di Cristo. Tu che hai brandito il ravvedimento come un’arma priva di grazia, ravvediti! Chiedi a Dio di mostrarti la gioia della tua salvezza.

Noi tutti cristiani in ogni angolo della terra, ravvediamoci! In conclusione, il ravvedimento non è sforzarsi, nascondersi, meritare qualcosa o preoccuparsi. È riposo.


Will Anderson (MA, Talbot School of Theology) vive a Orange, California, con sua moglie, Emily, e sua figlia, Callie. È uno specializzando in fondazione di chiesa della Southlands Church.

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