Che cos’è l’ipocrisia?
Molti cristiani fraintendono la natura dell’ipocrisia. E’ comune pensare all’ipocrisia come al divario tra le tue azioni e i tuoi sentimenti. Così, se faccio qualcosa senza mettere il mio “cuore” in quella cosa sono un ipocrita. Gli evangelici in particolare sono sensibili a questa accusa perché noi crediamo (giustamente) che il cristianesimo è più che “fare qualcosa senza convinzione”. Sappiamo che avere una relazione personale con Cristo è fondamentale. Noi crediamo che la fede deve essere sincera.
Tuttavia, possiamo facilmente abusare dei nostri buoni istinti. Alcuni cristiani si chiedono se devono continuare ad andare in chiesa anche se non se la sentono di andarci. Si chiedono se è giusto cantare canti di lode se non si sentono di lodare quella mattina. Esitano a donare generosamente perché “Dio ama un donatore gioioso”, e donare non li rende molto felici. Non sono sicuri di doversi ravvedere dei loro peccati o sforzarsi di perdonare chi li ha offesi se non si sentono davvero dispiaciuti e se non se la sentono di perdonare. Molti cristiani temono che fare la cosa giusta senza avere i sentimenti giusti li renda degli ipocriti.
Ma questa è davvero ipocrisia? Un‘altra parola per descrivere questo comportamento potrebbe essere “maturità”. I bambini fanno soltanto quello che si sentono di fare. Gli adulti imparano a fare il loro dovere anche se non sempre si sentono eccitati al riguardo. Naturalmente, come cristiani desideriamo crescere in modo da sentirci felici di fare il bene. Ma la vita cristiana è piena di situazioni in cui l’azione e i sentimenti non corrispondono esattamente. A volte i sentimenti vengono prima dell’obbedienza e a volte l’obbedienza viene prima dei sentimenti.
L’ipocrisia non è il divario tra azione e sentimenti; è il divario tra ciò che si è in pubblico e ciò che si è nella vita privata. L’ipocrisia è il fallimento di mettere in pratica quello che si predica (Matteo 23:3). Apparire esternamente giusti agli altri, mentre in realtà si è pieni di impurità e intemperanza. Questa è la definizione di ipocrisia (Matteo 23:25-28).
L’ipocrita non è il cristiano che lotta contro il peccato e la tentazione e che continua a fare ciò che è giusto anche nei giorni in cui non se la sente affatto. Questo è un eroe. L’ipocrita è il cristiano che usa la parvenza della virtù pubblica per coprire il marciume del vizio privato. E’ l’uomo che vive una doppia vita, la donna che inganna le sue amiche perché ha l’abito da chiesa, lo studente che risponde compiaciuto alle domande della scuola domenicale e con altrettanto compiacimento si dà all’immoralità durante il resto della settimana.
Il peccato dell’ipocrisia non consiste nell’essere messi peggio di quello che sembriamo. Questo è vero per tutti noi. Il peccato consiste nel servirsi di un’apparenza di virtù per nascondere le opere malvagie. Il peccato consiste nel pensare che chi gli altri pensano che tu sia è molto più importante di chi Dio sa che tu sei.
Kevin DeYoung è il pastore della chiesa Christ Covenant Church in Matthews, North Carolina, presidente del consiglio di The Gospel Coalition, e professore assistente di teologia sistematica presso la Reformed Theological Seminary (Charlotte). Ha scritto numerosi liberi fra cui, “Just Do Something”. Kevin e sua moglie Trisha hanno nove figli: Ian, Jacob, Elizabeth, Paul, Mary, Benjamin, Tabitha, Andrew, e Susannah.
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