Aiuto! Non so da dove iniziare con la riconciliazione razziale

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Il punto d’incontro tra lamento e riconciliazione razziale

Da dove dobbiamo iniziare quando ci troviamo davanti alle questioni relative all’ingiustizia razziale che affliggono il nostro mondo oggi?

Considerata la natura carica di significato della riconciliazione e della giustizia razziale, un utile punto di partenza può essere il lamento—il linguaggio biblico che esprime empatia e dolore__. Pur non essendo sufficiente in se stesso, il lamento può aprire una porta per la riconciliazione e la giustizia razziale.

I lamenti sono preghiere fatte nella sofferenza che conducono alla fiducia—contemporaneamente. E’ il linguaggio di cristiani che sanno che il mondo è profondamente segnato dagli effetti di peccati di ogni genere, incluso il razzismo. Il lamento fa cordoglio e protesta contro l’ingiustizia.

La Bibbia è piena di lamento. Oltre un terzo dei Salmi e l’intero libro delle Lamentazioni geme a causa degli effetti della maledizione del peccato sotto cui si trova il mondo.

Il lamento invita il popolo di Dio a incanalare il suo dolore, la sua confusione e il suo sdegno. Esso si rifiuta di rimanere in silenzio. Questa liturgia divina del dolore parla al Dio di misericordia e giustizia.

Dio delle vendette, o Signore, Dio delle vendette, mostrati nel tuo fulgore! Il trono dell’ingiustizia ti avrà forse come complice? Esso, che trama oppressioni in nome della legge?—Salmo 94:1, 20

Il lamento esprime solidarietà mentre il dolore diventa una piattaforma per l’unità sotto la bandiera di un unico Signore.

Poiché non ha disprezzato né sdegnato l'afflizione del sofferente, non gli ha nascosto il suo volto; ma quando quello ha gridato a lui, egli l'ha esaudito. Tu sei l'argomento della mia lode nella grande assemblea; io adempirò i miei voti in presenza di quelli che ti temono.—Salmo 22:24-25

Inoltre, il lamento suscita in noi empatia mentre ci uniamo a fratelli e sorelle che stanno piangendo.

O Signore, tu esaudisci il desiderio degli umili; tu fortifichi il cuor loro, porgi il tuo orecchio per render giustizia all'orfano e all'oppresso, affinché l'uomo, che è fatto di terra, cessi d'incutere spavento. —Salmo 10:17-18

Il lamento è il linguaggio di preghiera di persone che sanno che Dio ama il diritto e la giustizia (Amos 5:24). E’ il grido di persone redente mentre fanno cordoglio per gli effetti del peccato nel mondo (Romani 8:22-24). Il lamento rivolge la sua speranza ultima al Re dei re (Apocalisse 6:10). E’ il modo in cui i cristiani elaborano il dolore per vivere in modo fedele in un mondo sotto la maledizione del peccato (1 Pietro 2:21-23).

La vita è piena di dolore. Il dolore ci ricorda che c’è qualcosa di tragicamente sbagliato nel mondo. I cristiani conoscono il problema e la trama della redenzione. Poiché viviamo in una cultura rovinata dal peccato—inclusa la parzialità, il razzismo e l’oppressione—il lamento può diventare il nostro linguaggio comune.

Non sai da dove iniziare con la riconciliazione razziale? Il lamento non risolve tutti i problemi, ma può essere un utile punto di partenza. Permettimi di spiegare come.

Come il lamento può aiutare

Il cordoglio non è banale. Il dolore può essere spaventoso, ed è sempre complicato. Pensa all’ultima volta in cui un amico con il cuore spezzato ha pianto davanti a te. Hai avvertito la tensione? Che cosa gli dico? Quali domande sono appropriate?

Ci sono dei paralleli quando l'ingiustizia razziale crea dolore o fa riemergere vecchie ferite. In che modo il lamento potrebbe aiutarci ad orientarci in questo particolare dolore epocale?

1. Stabilisce le priorità

Avere il giusto ordine è importante. Il lamento è ciò che possiamo fare quando non sappiamo che cosa fare. E’ un modo per iniziare. Mentre cercavo di occuparmi della riconciliazione razziale, ho trovato utile pensare di fare questi passi: amare-ascoltare-fare lamento-imparare-fare leva. Se ci impegniamo ad amarci e ascoltarci gli uni gli altri, il lamento può essere un elemento di trasformazione e può fungere da catalizzatore. Il lamento cambia la conversazione permettendo un primo “passo d’azione” saturo di un’intensa compassione. Amiamo e ascoltiamo facendo lamento. Esso funge da catalizzatore mescolando gli ingredienti che ci aiutano a imparare veramente e a considerare quali azioni potrebbero essere adottate.

Mettere il lamento nel giusto ordine è utile.

2. Prova empatia

Quando come individui o chiese ci uniamo nel lamento per la riconciliazione e la giustizia razziale, comunichiamo ciò che ci interessa. L’attrazione della divisione è forte. Il terreno è minato e le soluzioni non sono semplici, tuttavia piangere con coloro che piangono e vivere in armonia gli uni con gli altri è un chiaro comandamento biblico (vedi Romani 12:15-16). Chiese e comunità spaccate potrebbero iniziare dall’empatia attraverso il lamento. Unendoci al dolore, anche quando è complicato o confuso, affermiamo che la nostra unità biblica è più profonda delle nostre divisioni culturali.

Il lamento comunica che a me importa.

3. Vocalizza

Quando si parla di ingiustizia razziale, il silenzio è mortale. E’ una trappola messa dal nemico. Da un lato, se conosci il trauma della “diversità”, l’incapacità di esprimere il tuo dolore raddoppia il trauma. E’ facile “fare finta” o lasciare ribollire la frustrazione. Dall’altro lato, se desideri aiutare una persona a te cara o un amico che sta soffrendo per l’ingiustizia razziale, il tumulto interiore di che cosa dire—o non dire—può creare un’inutile passività o dare luogo a soluzioni semplicistiche. Il lamento vocalizza emozioni complicate. E’ divinamente ideato per unire grazia e verità. Esso brama la giustizia mentre supplica per la misericordia.

Il lamento può essere catartico e costruttivo.

4. Commemora

  • I lamenti ci aiutano a ricordare. Sono più che una risposta emotiva al dolore. Questo canto di dolore aggiunge peso al dolore, aiutandoci a capire—questo è importante. Commemoriamo eventi per non dimenticare il passato ma anche per imparare mentre avanziamo verso il futuro.     I lamenti formano un archivio spirituale che rivolge lo sguardo indietro e poi avanti. Esso ci invita a non ripetere gli errori della nostra storia, e ci invita a considerare attentamente le nostre vie.

Quando le emozioni sono acute, il lamento getta un’ancora di riflessione.

Il dolore dell'ingiustizia razziale e della divisione che richiede la riconciliazione tra credenti di etnie differenti è complicato e controverso. Il lamento entra in questa spaccatura con un linguaggio di preghiera che parla in modo compassionevole e profetico. Il lamento non risolve tutti i problemi. Non è esente da rischi, ma aiuta.

Il lamento può essere un punto di partenza per la riconciliazione razziale. Tuttavia, la chiesa non dovrebbe mai accontentarsi solo di pregare. Altri passi devono verificarsi, ma il lamento può fornire una rotta per superare le acque turbolente della controversia e del cambiamento ritardato.

Pandemie e proteste si diffondono. Abbiamo certamente testimoniato questo negli ultimi mesi. Entrambe costringono la cultura a venire alle prese con quello che è sbagliato e con quello che è necessario fare. Quando si parla di riconciliazione razziale, la conversazione è necessaria da molto tempo—specialmente nella chiesa.

Senti il grido di dolore dei nostri fratelli e sorelle neri e ti chiedi: Che cosa posso fare? Che cosa può fare la chiesa? Da dove iniziamo? Spero che tu possa continuare a farti questa domanda anche a distanza di mesi e anni da ora.

Il lamento non è l’unico passo da fare.

Ad ogni modo, questo linguaggio di preghiera storico ha il potenziale per aprire una porta alla riconciliazione. Spero che tu inizierai a usare questo linguaggio.


Mark Vroegop è il pastore principale della chiesa College Park di Indianapolis e l’autore di Dark Clouds, Deep Mercy: Discovering the Grace of Lament, premiato come libro cristiano dell’anno 2020 dall’ECPA (associazione degli editori cristiani evangelici), e Weep with Me: How Lament Opens a Door for Racial Reconciliation. E’ sposato con Sarah, ed ha quattro figli e una nuora.

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