Ubbidisci a Dio con la tua creatività: Il dovere cristiano dell’immaginazione
Uno dei più grandi doveri della mente cristiana è l’immaginazione. Ma non tutti gli usi dell’immaginazione sono un dovere cristiano. Alcuni usi sono esattamente l’opposto. L’immaginazione non è nemmeno l’unico dovere della mente cristiana. Alla mente si richiedono anche i doveri dell’osservazione, dell’analisi e dell’organizzazione.
L’immaginazione ha luogo quando la mente va oltre l’osservazione, l’analisi e l’organizzazione di quello che c’è, e immagina ciò che non si vede, ma che potrebbe esserci, e medita su che cosa potrebbe spiegare ciò che vediamo (come nel caso di gran parte della ricerca scientifica). L’immaginazione ha luogo inoltre quando la mente pensa a un nuovo modo di rappresentare quello che c’è già (come nel caso di attività creative come la scrittura, la musica e l’arte).
Immaginazione deviata
Vi è un’immaginazione che è incredibilmente creativa, eppure ingannevole, addirittura patologica. Il libro dei Proverbi descrive in modo originale questo genere di creatività ingannevole. Per esempio, Proverbi 26:13–16:
Il pigro dice: “C’è un leone nella strada,
c’è un leone per le vie!”
Come la porta si volge sui cardini,
così il pigro sul suo letto.
Il pigro tuffa la sua mano nel piatto
e gli sembra fatica riportarla alla bocca.
Il pigro si crede più saggio di sette uomini che danno risposte sensate.
Questi versetti espressivi (e ingegnosi) possono essere considerati quattro proverbi diversi legati tra loro solo da fatto che parlano tutti del pigro. Ho il sospetto però che ci sia dell’altro in questa suddivisione.
Nel versetto 13, l’immaginazione del pigro è in piena attività. Egli inventa, con la sua mente incredibilmente fantasiosa, una situazione inesistente per giustificare la sua pigrizia nel non volersi alzare e andare a lavorare: “C’è un leone per le vie!” Egli non vuole uscire, così la sua immaginazione parte in quarta e crea una situazione per cui non può uscire. Questo è ingannevole. Sta usando la sua immaginazione per mentire.
Ma potrebbe essere ancora peggio. Potrebbe anche credere alla sua immaginazione. I due proverbi centrali evidenziano la portata dell’accidia di quest’uomo. Egli rimane a letto. Il suo più grande passo avanti verso un impegno produttivo è simile a una porta che si volge sui cardini. C’è movimento, ma nessun progresso.
Come la porta si volge sui cardini,
così il pigro sul suo letto.
Quando si mette a tavola per fare colazione, è talmente pigro che affonda sì la sua mano nel piatto, ma non riesce a tirarla fuori. Quest’uomo è destinato a morire d’inedia. Non vuole lavorare, non riesce a mangiare.
Il pigro tuffa la mano nel piatto
e gli sembra fatica riportarla alla bocca.
Il punto è: l’inedia conduce all’autodistruzione.
Ma poi viene la cosa sbalorditiva. Quest’uomo pensa di essere un genio. E’ più colpito dall’acume della sua capacità d’immaginazione (“C’è un leone nella strada!”) di quanto lo sia della vera saggezza di sette uomini saggi.
Il pigro si crede più saggio
di sette uomini che danno risposte sensate.
In altre parole, la sua capacità di immaginazione ha raggiunto un tale livello di creatività e di ingegno al servizio della sua pigrizia da fargli perdere ogni contatto con la realtà facendolo vivere nella gabbia della creatività che si è abilmente costruito. Per questo ho detto che l’immaginazione può essere patologica. Questo non è un dovere cristiano, ma una defezione. Il peccato ha deviato l’immaginazione, facendone la serva dell’autoinganno.
Menti al massimo della loro somiglianza a Dio
Passiamo dunque dall’uso distruttivo dell’immaginazione al dovere cristiano dell’immaginazione. Affermo che l’immaginazione è un dovere cristiano per due motivi. Uno è che non si può applicare la regola d’oro di Gesù senza di essa. Egli disse: “Tutte le cose che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro” (Matteo 7:12). Dobbiamo metterci al loro posto e immaginare che cosa vorremmo che ci fosse fatto. L’amore compassionevole, comprensivo e servizievole dipende molto dall’immaginazione di chi ama.
L’altro motivo per cui affermo che l’immaginazione è un dovere cristiano è che quando una persona parla, scrive, canta o dipinge di verità straordinarie in un modo noioso, ciò è probabilmente un peccato. La supremazia di Dio nella vita della mente non è onorata quando Dio e il suo mondo stupendo sono osservati con precisione, analizzati in modo puntuale, organizzati con chiarezza, ma comunicati noiosamente.
L’immaginazione è una chiave per eliminare tale noia. Dobbiamo immaginare dei modi per comunicare la verità per ciò che essa è veramente. E non è di certo noiosa. Il mondo che Dio ha creato (ogni sua parte) riecheggia di meraviglie. L’immaginazione richiama nuove parole, nuove immagini, nuove analogie, nuove metafore, nuove illustrazioni, nuovi collegamenti per comunicare verità antiche e gloriose, siano esse dal mondo o dalla parola di Dio. L’immaginazione è la facoltà della mente che Dio ci ha dato per rendere meravigliosa la comunicazione della sua bellezza.
L’immaginazione può essere l’attività più impegnativa per la mente umana, e forse quella più simile a Dio. E’ la funzione con cui ci avviciniamo di più alla creazione dal nulla. Quando cerchiamo di esprimere una meravigliosa verità, dobbiamo pensare a una struttura fatta di parole, forse a una poesia. Dobbiamo concepire qualcosa che non è mai esistito prima e che al momento non è presente in nessuna mente umana. Dobbiamo pensare a un’analogia, a una metafora o a un’illustrazione che al presente non esiste. L’immaginazione deve esercitarsi per trovarla nella mente quando non c’è. Dobbiamo creare combinazioni di parole, di musica e di forme visive che non sono mai esistite prima. Facciamo tutto questo perché siamo come Dio e perché egli è infinitamente degno di espressioni verbali, musicali e visive sempre nuove.
Cantate un canto nuovo
Una scuola (o una chiesa, o una famiglia) che prende sul serio la supremazia di Dio nella vita della mente coltiverà molte menti fertili, alcune delle quali eccellenti. Il mondo ha un enorme bisogno di menti infatuate di Dio in grado di annunciare, cantare e suonare le grandi cose di Dio in modi mai annunciati, o cantati o suonati prima.
L’immaginazione è contagiosa. Quando sei attorniato da qualcuno (in vita o morto) che ne ha molta, tenderai a contrarla. Suggerisco quindi di frequentare alcune persone contagiose (morte o ancora in vita) che abbondano di modi fantasiosi per esprimere le cose. (La Bibbia è libro di prosa più immaginativo al mondo, non perché crei una realtà che non c’è, ma perché comunica quella realtà in così tante espressioni sorprendenti).
L’immaginazione è anche come un muscolo. Diventa più forte quando lo fletti. E lo devi flettere, perché non si mette in azione da sé normalmente. Aspetta la volontà. Ti incoraggio a esercitare questo muscolo nella tua mente. Fai uno sforzo consapevole per esprimere verità preziose in modi rilevanti e utili. Pensa a un nuovo modo per dichiarare una verità antica. Dio ne è degno. “Cantate al Signore un cantico nuovo” (Salmo 96:1; 33:3; 98:1; 144:9; 149:1; Isaia 42:10), o un’immagine, una poesia, una figura retorica. Fuggiamo insieme dal peccato delle persone noiose a Dio e alle sue vie e opere meravigliose.
John Piper (@JohnPiper) è il fondatore e insegnante di desiringGod.org e rettore del Bethlehem College & Seminary. Per 33 anni è stato pastore della Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, Minnesota. Ha scritto più di 50 libri, incluso “Desiderare Dio. Meditazioni di un edonista cristiano”, e il recente Expository Exultation: Christian Preaching as Worship.
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