Da ciò che si è fatto a ciò che Dio ha fatto
Sono una moglie/mamma/ consulente per le strategie di vendita/scrittrice che lavora da casa e ho il privilegio di avere il dono spirituale della cattiva gestione del tempo. Sono sempre alla ricerca di una lista magica delle cose da fare che mi possa aiutare a tessere i fili delle mie vocazioni per farne un magnifico arazzo, invece del gigantesco e intricato disordine in cui spesso si trovano.
Un recente articolo di un blog ha catturato la mia attenzione con la sua riproposizione di una vecchia tecnica. Il suggerimento era di dedicare un po’ di tempo ogni venerdì a scrivere una lista delle cose che sono state fatte. L’idea è semplice: se ti concentri su quello che sei riuscito a fare migliorerai la tua condizione emotiva e avrai l’entusiasmo necessario per continuare ad andare avanti nella lista delle cose che devi ancora fare.
Cose già fatte
L’idea è utile, anche se non esattamente nuova. Chi di noi non ha mai aggiunto alla fine della lista di cose da fare qualcosa che avevamo già fatto, solo per spuntarla subito dopo? Eppure, a volte la nostra difficoltà nel cercare cose sufficientemente importanti da scrivere nella colonna delle cose fatte può farci sentire demoralizzati, anziché sollevati.
Nei miei primi anni di mamma alle prese con tre figlie dai 4 anni in giù, l’unica frase sulla mia lista di cose “fatte” che avrei scritto sarebbe stata “sopravvissuta”.
Adesso, anche se il mio elenco di cose “fatte” è più lungo, la lista dei miei “risultati” può sembrare ancora tristemente vuota. Email non risposte; ritardi paurosi nell’invio di articoli. Altri vivono questo tipo di scoraggiamento in modi diversi. Il padre disoccupato con quattro figli a carico ha nel suo elenco di cose fatte tante domande di assunzione inviate, ma nessun colloquio di lavoro svolto. Lo studente delle superiori all’ultimo anno ha una sfilza di domande d’iscrizione all’università, ma non ha superato nessun test di ammissione. Ci diamo da fare, ma i nostri sforzi non producono sempre frutto.
Quello che Dio ha fatto
Quando viviamo un periodo della nostra vita caratterizzato dalla mancanza di frutto, la risposta che abbiamo imparato alla scuola domenicale è di mettere il vangelo al centro dei nostri pensieri. Non dovremmo preoccuparci di cosa abbiamo o non abbiamo fatto, ma dovremmo ricordarci di quello che Dio ha fatto per noi in Cristo. Non è mai una strategia sbagliata quella di passare del tempo a meditare sul vangelo! C’è però un’ulteriore strategia che possiamo utilizzare, seguita dal Re Davide, che può impedirci di cadere nello scoraggiamento. Essa prevede che noi non solo guardiamo al quadro più grande di quello che Dio ha fatto per noi in Cristo, ma anche ai modi in cui Dio sta operando nelle nostre vite quotidiane.
Se qualcuno avesse chiesto a Davide che cosa avesse fatto il giorno in cui gli eventi di 1 Samuele 21 si stavano svolgendo, “sopravvissuto” sarebbe stata la sua comprensibile risposta. In fuga da Saul, Davide andò verso quello che considerava un rifugio sicuro presso il Re Abimelec, ma fu scoperto. Davide allora si finse pazzo per scappare nuovamente verso la relativa sicurezza di una caverna. Egli scrisse il Salmo 34 per ricordare quegli eventi.
Il salmo non parla molto delle gesta di Davide; si concentra invece su quelle di Dio. Parla di Dio e di ciò che egli ha fatto, e che fa, a causa di chi egli è.
A pochi di noi capiterà di vivere un giorno così movimentato come quello di Davide. Che la nostra giornata sia piena di avvenimenti drammatici o sia fatta di normale amministrazione, o se i nostri sforzi non hanno una ricompensa visibile, chiederci che cosa Dio ha fatto allontana i nostri cuori dallo scoraggiamento per la nostra mancanza di risultati e li avvicina alla bontà di Dio.
Pensa alla tua giornata e poniti domande incentrate su Dio. Qui ce ne sono alcune con cui potresti iniziare:
Che cosa ha fatto Dio in te?
Ti ha mostrato qualcosa di meraviglioso nella sua Parola stamattina?
Ti ha aiutato a mantenere la calma mentre tuo figlio di 3 anni strillava?
Ha risposto alle tue preghiere del mattino per aiutarti a vincere la guerra contro la procrastinazione e fare prima i lavori domestici, o per cliccare finalmente “invia” a quella email difficile?
Ti ha insegnato qualcosa su se stesso mentre osservavi fuori dalla finestra della tua camera da letto, o portavi i ragazzi a scuola, o tagliavi l’erba?
Ti ha dato nuova pace per quella situazione difficile (la ricerca di un lavoro, la tua salute, un membro della famiglia, o un amico)?
Che cosa ha fatto Dio negli altri?
Il tuo bambino ha imparato cosa vuole dire “la mamma ha detto di no”?
Tuo figlio di 4 anni finalmente resta asciutto tutta la notte?
Un ex collega di lavoro ti ha mandato un messaggio inaspettato con un lavoro da proporti?
Un amico ti ha telefonato per scusarsi?
La tua tata/vicina/collega di lavoro ha condiviso qualcosa per cui stai pregando?
Dio ha risposto a quella preghiera?
Che cosa ha fatto Dio nelle tue circostanze?
Ti ha aiutato a mantenere la calma con i tuoi figli quando hanno invaso il tuo ufficio mentre cercavi disperatamente di mandare via email quella presentazione per la quale eri in ritardo?
Ti ha aiutato a vedere il tuo collega di lavoro passivo-aggressivo con la compassione di Gesù, anziché con risentimento?
Ti ha mandato una persona da servire mentre facevi la fila alla cassa del negozio o nella sala d’attesa dello studio del medico?
Ha mandato uno sconosciuto per servirti?
Nel farci e nel rispondere a queste domande sulla nostra giornata, prendiamo a modello le parole di Davide nel Salmo 105—celebriamo il Signore e facciamo conoscere le sue opere. Forse non realizzeremo tutto quello speravamo di fare, ma Dio è sempre all’opera. Nel gloriarci per le sue opere, per la sua provvidenza e nel suo nome, i nostri cuori si rallegreranno.
Rachael Starke è una consulente per le strategie di vendita e scrittrice che vive e lavora nella Silicon Valley da quasi 20 anni. Scrive sui punti d’incontro del vangelo con il genere, il lavoro, la tecnologia, il cibo e la cultura pop. Puoi comunicare con lei nel suo blog, su Twitter o LinkedIn.
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