Una prenotazione per due: Ricordare insieme la morte del Signore alla mensa del Signore

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Pensa alla prima volta che sei andato in campeggio, o alla prima partita di calcio che hai visto. Pensa al giorno del tuo matrimonio, o della tua conversione. Che cosa provi? E’ incredibile quanto i ricordi del passato possono essere vividi. Se i ricordi sono potenti, condividere i ricordi lo è ancora di più. Quando ripenso ai tempi dell’università da solo, sorrido. Ma quando il mio vecchio compagno di stanza racconta la storia dell’opossum e della cerbottana, non riesco a smettere di ridere. I ricordi diventano ancora più potenti in comunità. 

RICORDARE IN COMUNITÀ

Alla mensa del Signore, ricordiamo la morte del Signore per noi (1 Cor. 11:23–25). Ma anche se la Cena è personale, non è privata. Come Guy Waters ha scritto: “Il significato della Cena non è la somma totale della nostra capacità di riflessione da soli . . . Impegniamo la nostra mente in modo che nella Cena possiamo avere comunione con il Salvatore”.

La Cena non è come sfogliare un vecchio album di foto da soli, meditando sui cari ricordi della nostra gioventù. Ricordare avviene in comunità—prima con Cristo e poi con i tuoi fratelli e le tue sorelle in Cristo (1 Cor. 10:16, 25). Il pasto del nuovo patto è comune nella sua essenza. Questo non dovrebbe sorprenderci. Anche il pasto del vecchio patto era comune.

Per ratificare il suo patto con Israele, Dio prepara un banchetto per gli anziani d’Israele sulla cima del monte Sinai (Esodo 24:5–11). Puoi immaginare di vedere il tuo nome su quella lista degli invitati? Sicuramente cancelleresti tutti i tuoi impegni. Diresti alla famiglia Rossi che andrai a fare un giro con i cammelli con loro la prossima settimana. Faresti il possibile per essere presente a questo pasto. Dopotutto, Dio sarà lì.

Mi chiedo quanto spesso ci dimentichiamo che Dio è presente alla Cena del Signore. Il nostro nome è sulla lista degli invitati, e il padrone di casa ha preparato per noi un banchetto sontuoso. Alla Cena del Signore, lo spirito di Cristo invita la sposa di Cristo a sedere con lui alla mensa, ed egli offre il pane da mangiare e il calice da bere.

Io e mia moglie stiamo per festeggiare il nostro anniversario. Quando prenoto un tavolo, faccio una prenotazione per due. Perché? Prima di tutto, non credo che a mia moglie farebbe piacere se io festeggiassi il nostro anniversario da solo. Non sono l’uomo più intelligente del mondo, ma non sono nemmeno il più stupido. Ma, cosa più importante, nel considerare i voti che ci siamo fatti il giorno del nostro matrimonio, la nostra determinazione di mantenere queste promesse si rafforza. Quando ricordiamo il patto che abbiamo fatto nel passato, il nostro amore aumenta nel presente, e la nostra aspettativa per il futuro cresce. Ricordare il giorno del nostro matrimonio insieme è semplicemente più potente che riflettere su di esso da soli. Guardare indietro allo stesso evento anno dopo anno non ridimensiona il nostro anniversario. La prevedibilità è ciò che rende il pasto così emozionante.

RICORDARE CONTINUAMENTE 

Non abbiamo bisogno di spunti di conversazione alla Cena del Signore. La nostra comunione è un’esperienza al tempo presente anche se parliamo delle stesse realtà del passato e del futuro: la croce, la risurrezione, la promessa di Gesù di ritornare. Infatti, è la mancanza di originalità a rendere la comunione così dolce. Se distogliamo i nostri occhi dalla croce, allora la Cena del Signore diventa una ricerca frustrante di sensazioni spirituali. Dovremmo perciò smettere di chiudere i nostri occhi e fare una mossa di judo spirituale per riconoscere la presenza di Cristo. Non abbiamo bisogno di generare esperienze spirituali affinché Cristo si incontri con noi. Egli è già felice di incontrarsi con noi a causa del Calvario. La vecchia buona notizia è quello di cui abbiamo bisogno quando ciò che vediamo sono gli stessi vecchi peccati. 

Mentre la chiesa viene alla mensa infedele, Gesù viene fedele. Egli non rinnova mai i suoi voti perché egli mantiene sempre le sue promesse. Cristo arriva alla mensa per primo perché egli ci ha amati per primo, ed egli applica a noi i benefici della redenzione (1 Giovanni 4:19). Herman Bavinck dice: “Nella Cena del Signore è di primaria importanza quello che Dio fa, non quello che noi facciamo”. Non siamo noi a iniziare la conversazione alla Cena del Signore. Gesù lo fa. Come peccatori, meritiamo la verga dell’ira di Dio, ma alla sua mensa, Gesù ci ricorda il suo corpo spezzato. Egli dice: “Prendete e mangiate”. Come peccatori, meritiamo la coppa dell’ira di Dio, ma alla sua mensa, Gesù ci ricorda il suo sangue versato per noi. Egli dice: “Prendete e bevete”.

Spesso veniamo alla mensa con una sensazione di disagio. Sappiamo di essere stati infedeli. Ma mentre i nostri occhi vaganti guardano in alto, il nostro Salvatore si mette a sedere come capotavola, guardandoci con occhi pieni di affetto. Se egli è andato sulla croce per noi, non verrà anche alla mensa (Romani 8:32)? Mentre ci riuniamo con Cristo, il suo amore perfetto riaccende il nostro amore imperfetto. Perciò non perdiamo troppo tempo a guardarci dentro da dimenticare di guardare in alto.

Riflettendo sul passato, la chiesa gode della comunione con Cristo nel presente, e attende la comunione con Cristo nel futuro. La Cena del Signore preannuncia il ritorno di Cristo e la cena nuziale dell’Agnello (1 Cor. 11:26; Apocalisse 19:6–9). Se la mensa del Signore è meravigliosa, allora non posso fare a meno di domandarmi: come sarà la cena nuziale dell’Agnello? La sposa di Cristo prenderà posto a tavola, ma non sarà seduta da sola. Perché? Perché suo marito ha prenotato per due.


Caleb Batchelor è il responsabile dei ministero per Giovani e Famiglie alla chiesa Desert Springs Church in Albuquerque, New Mexico.

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