Temere Dio è una questione che riguarda il cuore

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Le inclinazioni del cuore

Il timore di Dio non è uno stato d’animo che ti puoi garantire con cinque facili passi. Non è qualcosa che si può acquisire con i propri sforzi. Il timore di Dio riguarda il cuore. 

Quanto è facile scambiare la realtà del timore di Dio per uno vuoto spettacolo esteriore! Come disse Martin Lutero: “Temere Dio non vuol dire solo cadere sulle tue ginocchia. Persino un ateo e un ladro possono farlo”1. La Scrittura presenta il timore di Dio come una questione che riguarda le inclinazioni del cuore. Il Salmo 112:1 dice: 

Beato l’uomo che teme il Signore, e trova grande gioia nei suoi comandamenti!

L’uomo che teme il Signore non è quindi colui che tenta con riluttanza di compiere l’azione esteriore di osservare i comandamenti del Signore. Colui che teme veramente il Signore trova grande gioia nei comandamenti di Dio! 

In altre parole, il timore è più profondo del comportamento: esso guida il comportamento. La paura peccaminosa odia Dio e perciò agisce in modo peccaminoso. Il giusto timore ama Dio e perciò ha un desiderio sincero di essere come Lui. 

Il tema biblico del timore di Dio ci impedisce di pensare che siamo creati per fare le cose senza passione o con una conoscenza distaccata di verità astratte. Ci mostra invece che siamo creati per conoscere Dio, in maniera tale che i nostri cuori tremino davanti alla sua bellezza e al suo splendore. Esso ci mostra che essere in Cristo comporti una trasformazione dei nostri affetti, in modo che iniziamo veramente a disprezzare, e non solo a rinunciare, i peccati che un tempo amavamo, e amare il Dio che una volta detestavamo. 

Ecco perché cantare è l’espressione appropriata di un timore giusto, filiale. “Battete le mani, o popoli tutti!” gridano i figli di Core nel Salmo 47:

Acclamate Dio con grida di gioia! Poiché il Signore, l'Altissimo, è tremendo. (Salmo 47:1-2; vedi anche Salmo 96:1-4)

Del resto, il timore del Signore è il motivo per cui il cristianesimo è la religione più colma di canti di tutte. È la ragione per cui, da come adorano insieme a come trasmettono musica in streaming, i cristiani cercano sempre di mettere la loro fede in melodia. I cristiani in modo istintivo vogliono cantare per esprimere e per accrescere l’affetto che sta dietro le loro parole di lode, consapevoli che pronunciare parole in modo piatto non è accettabile nell’adorazione di questo Dio.

Come cambiano i cuori

Poiché il timore di Dio è una questione che riguarda il cuore, il modo in cui pensi di poterlo coltivare dipenderà dal modo in cui pensi che il tuo cuore funzioni.                                                                                    

Prendiamo, per esempio, Martin Lutero. Egli crebbe con la convinzione che se ti impegni a compiere atti giusti esteriori, alla fine diventerai giusto. Tuttavia, la sua esperienza dimostrò presto che questo era sbagliato. In realtà, egli scoprì che cercare di darsi una sistemata e diventare giusto mediante i suoi sforzi lo stava portando ad avere nel profondo del suo cuore un timore peccaminoso di Dio e a odiare Dio. Poteva raggiungere un’apparenza esteriore di giustizia, ma non sarebbe stata nulla di più che una vuota imitazione. 

Secondo Lutero, le nostre azioni peccaminose manifestano semplicemente il nostro amore o il nostro odio per Dio. Limitarsi a cambiare abitudini non cambierà ciò che amiamo o odiamo. Ciò di cui abbiamo bisogno è un profondo cambiamento del cuore, affinché desideriamo e amiamo in modo diverso. Abbiamo bisogno che lo Spirito Santo produca un cambiamento radicale in noi, ed Egli lo fa mediante il Vangelo, che predica Cristo. Soltanto la predicazione di Cristo può trasformare un cuore in un cuore che teme Dio e lo adora con un amore e un tremore filiale. Soltanto allora, quando il tuo cuore è rivolto verso Dio, vorrai combattere per rivolgere il tuo comportamento verso di lui.

La croce

La croce è il suolo più fertile dove far crescere il timore di Dio. Perché? Innanzitutto, perché la croce, mediante il perdono che essa procura, ci libera dal timore peccaminoso. Ma c’è di più: la croce alimenta anche l’adorazione più squisitamente timorosa del Redentore. Pensa alla donna peccatrice che era con Gesù nella casa di Simone il Fariseo: stando ai piedi di Gesù, “piangendo, cominciò a rigargli di lacrime i piedi; e li asciugava con i suoi capelli; e gli baciava e ribaciava i piedi e li ungeva con l'olio” (Luca 7:38). Su questo, Gesù disse a Simone:                                                 

Vedi questa donna? Io sono entrato in casa tua, e tu non mi hai dato dell'acqua per i piedi; ma lei mi ha rigato i piedi di lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli.  Tu non mi hai dato un bacio; ma lei, da quando sono entrato, non ha smesso di baciarmi i piedi. Tu non mi hai versato l'olio sul capo; ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Perciò, io ti dico: i suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha molto amato; ma colui a cui poco è perdonato, poco ama. (Luca 7:44-47)

Gesù parlò del suo amore, ma l’intensa fisicità della sua dimostrazione di affetto corrisponde all’immagine biblica di timore. Il Suo era un amore dettato da un timore intenso. Il Suo amore era così intenso perché era timoroso. Quando la meravigliosa grandezza del perdono di Cristo, il punto a cui Egli si è spinto per compiere l’espiazione per noi, e di conseguenza la terribile gravità del nostro peccato ci diventano chiari, come avviene in modo eccellente alla croce, la reazione giusta e amorevole è così intensa da essere timorosa. 

C’è un’altra ragione per cui la croce è un suolo così fertile per il timore di Dio. La grazia di Dio funge da sentiero fatto di briciole di pane, che ci conduce dal perdono a Colui che perdona. Alla luce della croce, i cristiani non solo ringraziano Dio per la Sua grazia ma iniziano anche a lodarlo per quanto stupendamente benevolo e misericordioso Egli si è rivelato alla croce. “Oh! quanto dovrebbe farci tremare il fatto che un Dio così grande sia un Dio così buono”, scrisse John Bunyan, “un Dio buono con persone indegne e immeritevoli, che fanno continuamente di tutto per provocare i suoi occhi gloriosi”.2

Bunyan insisteva nel sostenere che il cambiamento più potente del cuore verso un vero timore di Dio nasce ai piedi della croce. Con straordinaria saggezza, Bunyan descrisse il modo in cui la croce cancella simultaneamente la colpa del credente e accresce la nostra comprensione di quanto detestabile è la nostra peccaminosità:

Poiché se Dio venisse a visitarti con il perdono dei peccati, questa visita cancellerebbe la colpa, ma accrescerebbe il senso della tua sporcizia, e la consapevolezza che Dio ha perdonato uno sporco peccatore come te, ti farà gioire e tremare allo stesso tempo. Oh, la benedetta confusione che allora coprirà il tuo volto.3

È una “benedetta confusione”, fatta di dolci lacrime, nella quale la bontà di Dio che ti è stata dimostrata alla croce ti fa piangere per la tua empietà. Ti ravvedi e gioisci allo stesso tempo. La sua misericordia accentua la tua empietà, e la tua empietà accentua la sua grazia, portandoti a un'adorazione più profonda, timorosa e beata del Salvatore. 

Non si tratta solo di meravigliarci per il perdono in se stesso. Se ci fermiamo lì potremmo essere ancora pieni di amore per noi stessi, senza godere del Salvatore ma usandolo ipocritamente come Colui che ci tirerà fuori dall’inferno gratuitamente. Veniamo portati dal dono a meravigliarci per la gloria del donatore, dal meravigliarci per ciò che Egli ha fatto per noi al meravigliarci per chi Egli è in se stesso. La sua magnanimità e assoluta bontà sciolgono il nostro cuore e ci riempiono di un’adorazione piena di timore e stupore.

Note:

  1. Martin Lutero, Luther’s Works, vol. 51, Sermons I, ed. Jaroslav Jan Pelikan, Hilton C. Oswald, e Helmut T. Lehmann (St. Louis, MO: Concordia, 1999), 139.

  2. John Bunyan, “The Saints’ Knowledge of Christ’s Love,” in The Works of John Bunyan, ed. George Offer, 3 vols. (Glasgow: W. G. Blackie & Son, 1854; repr., Edinburgh: Banner of Truth, 1991), 2:14.

  3. John Bunyan, “A Treatise on the Fear of God,” in The Works of John Bunyan, 1:440.


Michael Reeves (PhD, King’s College, Londra) è presidente e professore di teologia presso Union School of Theology a Bridgend e Oxford, Regno Unito. È l’autore di Delighting in the Trinity; Rejoicing in Christ e La fiamma inestinguibile. Alla scoperta del cuore della Riforma (Coram Deo, 2019).

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