Sei modi in cui fondare chiese benedice la chiesa mandante

Come potrebbe essere un bene per noi rinunciare ai nostri membri migliori?

Questo è esattamente ciò che molte congregazioni si chiedono quando si imbattono nell’idea di fondare chiese. Capisco la domanda e comprendo i timori, ma vorrei sfidare la logica di fondo.

Mandare il meglio

La mentalità che dice “non possiamo mandare i nostri membri migliori” assomiglia più a quella del direttore sportivo di una squadra di calcio che non vuole scambiare i suoi giocatori migliori che al modello di ministero che troviamo nel Nuovo Testamento. Paolo e Barnaba furono mandati dalla chiesa di Antiochia (Atti 13:1-3); e quando si è trattato della nostra salvezza, il Padre ha mandato il meglio del cielo per noi (Giovanni 17:18).

Le chiese che non sono impegnate nella missione avranno un discepolato anemico e non cresceranno in modo sano. Non solo siamo santificati in vista della missione; siamo santificati attraverso essa.

In che modo allora fondare chiese benedice la chiesa mandante? Qui ne elenco sei.

1. Mantiene le persone concentrate sul Grande Mandato.

Il consumismo è un grande problema in America (e in molte altre parti del mondo). Ma quando questa realtà penetra nella chiesa, il problema diventa enorme. Concentrarsi sulla fondazione di chiese aiuta a combattere il consumismo nel corpo di Cristo. 

Con il coinvolgimento nella fondazione di chiese, ricordi alla gente che essere veri membri di chiesa non è come andare al cinema. Assomiglia di più ad arruolarsi nell’esercito. La chiesa non è un luogo in cui “mangiare popcorn” mentre il pastore predica. Semmai è un luogo dove ci riuniamo per adorare Dio ed essere mandati in missione insieme. Quando le chiese smettono di concentrarsi sul Grande Mandato, la loro morte è vicina. La chiesa che non sta mandando, sta chiudendo.

2. Porta le persone a vivere come cittadini del cielo.

Fondare chiese porta le persone a dover dire molti “addii del vangelo”. Sono addii dolorosi che si fanno per il vangelo.

E’ una cosa difficile. Non vogliamo perdere i nostri membri migliori. Fa male. Ma lo facciamo a causa di ciò che è in gioco, e perché Cristo ne è degno. Come cristiani, sappiamo di avere milioni di milioni di anni da passare insieme nella gloria, perciò dare un addio ora per pochi decenni ne vale la pena. Fa parte di ciò che significa vivere alla luce della nostra cittadinanza celeste (Filippesi 3:20). Non c’è nessun dolore che soffriamo ora nel servire Cristo che non sarà valso la pena soffrire quando lo vedremo faccia a faccia.

3. Alza l’asticella per il discepolato.

Il discepolato non va ridotto a un semplice trasferimento di informazioni (per quanto ciò sia importante). Piuttosto, insegniamo alle persone le verità della Parola di Dio affinché siano cambiate e vivano in missione come popolo di Dio. Dobbiamo discepolare le persone in vista della missione. Fondare chiese mette l’accento sulla missione in quanto parte del processo di discepolato.

4. Promuove una cultura di generosità e unità.

Quando una chiesa mantiene il vangelo e la missione centrali, allora (in genere) molti dei piccoli diverbi non saranno un problema così grande, perché essa è concentrata su ciò che è centrale. L’unità viene coltivata quando le persone sono concentrate sulle cose più importanti.

Fondare chiese stimola anche la generosità. Nella nostra chiesa, un imprenditore di 74 anni dona regolarmente alla missione, incluse donazioni dirette a uno dei nostri giovani fondatori di chiesa in Francia. Mi piace vedere i due interagire tra di loro quando il nostro fondatore viene a farci visita. E’ una meravigliosa immagine di generosità e di collaborazione nel vangelo tra generazioni.

5. Fa sì che la gente rifletta sulla contestualizzazione.

Quando le chiese mandano persone a fondare chiese in diverse parti del mondo, questi fondatori ritornano riferendo ogni tipo di storie assurde —e tristi— sull’idolatria delle nazioni. Potrebbe essere facile metterci a giudicare quei popoli, finché non ci rendiamo conto che anche noi siamo una nazione, e abbiamo tutta una serie di idoli (solo che spesso non li vediamo).

Tuttavia il lato positivo di essere esposti all’idolatria altrui è che può indurre le persone nella chiesa mandante a chiedersi: Quali sono i miei idoli? Quali sono quelli dei miei vicini di casa? In che cosa stanno riponendo la loro speranza? Il fatto di essere parte di una cultura ecclesiale che riflette continuamente su come applicare il vangelo “tra le nazioni” ci porterà inevitabilmente a considerare come applicare quello stesso vangelo “tra i nostri vicini”.

6. Mette l’enfasi sulla preghiera.

Mandare una squadra di fondazione di chiesa può fare in modo che una chiesa si concentri con maggiore intensità sulla preghiera, dal momento che ciò accresce il senso di disperazione dei suoi membri. E’ frequente sentire squadre di fondazione affermare che quando hanno deciso di fondare una chiesa, la loro vita di preghiera si è sviluppata come mai prima (una cosa che anche Tim Keller riferisce essergli successa quando decise di fondare Redeemer).

Ma non è soltanto la squadra di fondazione a sperimentare una vita di preghiera rivitalizzata; di solito è vero anche della chiesa mandante. Quando si ricevono aggiornamenti dalla nuova chiesa che è stata fondata, la chiesa prega. Quando i pastori guidano le riunioni di preghiera, la chiesa prega per queste nuove opere.

E’ meraviglioso testimoniare di come pregare per l’avanzamento del vangelo nel mondo alimenti ulteriore preghiera tra il popolo di Dio. Vuoi che la tua chiesa preghi? Pensa seriamente alla fondazione di chiese.

Una benedizione immensa

Fondare chiese sarà una benedizione immensa per la tua chiesa. Ci sarà un prezzo da pagare? Certo. Sarà difficile salutare chi parte? Sicuramente. Ci saranno delle sfide da affrontare? Indubbiamente. E’ una ricetta sicura per la crescita della chiesa? No. Ma siamo chiamati a disseminare comunità di luce tra le tenebre del mondo. Perciò dedichiamoci a quest’opera.

E nel dedicarci alla fondazione di chiese, non dimentichiamoci che Dio la userà per santificare e benedire anche la chiesa mandante.


Tony Merida è il pastore fondatore di Imago Dei Church a Raleigh, North Carolina, direttore dei contenuti per Acts 29, rettore del Grimke Seminary e membro del Comitato di The Gospel Coalition. E’ autore di diversi libri, tra cui, The Christ-Centered Expositor, Ordinary, e La cura degli orfani. Tornare a un’idea di adozione e cura degli orfani fondata sul vangelo. Lui e la moglie Kimberly hanno cinque figli adottivi.

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