Se Dio è per noi: essere accusati alla luce di Romani 8

Il problema dell’accusa affligge tutti i leader. I politici sono accusati di preoccuparsi soltanto della loro rielezione. Gli imprenditori sono considerati degli sporchi egoisti se licenziano i lavoratori (anche se è per salvare un’azienda dal fallimento a causa di fattori al di là del loro controllo). I terapisti vengono incolpati quando i loro clienti non riescono a salvare il loro matrimonio o superare le loro ansie. I genitori sono accusati da figli arrabbiati di stare loro troppo addosso o di essere indifferenti.

C’è un motivo se Paolo dice: “Non ricevere accuse contro un anziano, se non vi sono due o tre testimoni” (1 Timoteo 5:19)—perché le persone che si trovano in una posizione di leadership devono prendere decisioni impopolari che inevitabilmente li rendono il bersaglio di critiche o di rabbia. Naturalmente, i leader non sono perfetti, e quando “due o tre testimoni” confermano l’accusa, allora quelli che peccano devono essere ripresi “in presenza di tutti, perché anche gli altri abbiano timore” (1 Timoteo 5:20). Se siamo accusati, ricordiamoci che dobbiamo esaminare noi stessi. Il libro di Malachia è un rimprovero prolungato di Israele per il suo auto-inganno. Israele pensava che Dio lo avesse dimenticato, ma era lui ad avere dimenticato Dio. Ecco perché dovremmo unirci al Salmo 139:23-24 e chiedere al Signore: “Esaminami… Mettimi alla prova… Vedi se c’è in me qualche via iniqua”.

Ma per tutti, leader o meno, arriva il momento in cui sappiamo che le accuse rivolteci sono false, anche se siamo gli unici a saperlo. La Bibbia è piena di esempi di santi che sono stati malvagiamente calunniati (Matteo 5:11-12; Salmo 35:11-16; 41: 5–7; Genesi 39:13-18; 1 Pietro 3:16). Perciò noi stessi dobbiamo essere pronti a subire le accuse, così come aiutare chi le stanno subendo. Quando prego per queste persone, penso a due delle domande che Paolo fa in Romani 8, mentre egli medita sull’opera di Gesù nel giustificare, redimere e adottare i credenti nella sua famiglia.

Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?

La traduzione tradizionale di Romani 8:31 (“chi può essere contro di noi?”) trasmette giustamente l’idea che qualunque siano i nostri avversari, essi sono deboli in confronto a Dio. Detto questo, il Greco dice più letteralmente “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?” Questa traduzione ricorda ai lettori che i credenti hanno dei nemici. Infatti, Paolo cita la persecuzione e la spada poco dopo (Romani 8:35).

La spada ricordava i primi lettori di Paolo l'Impero Romano e ricorda a tutti i discepoli i tiranni che usano la forza o le minacce per costringere al silenzio i dissidenti. Oltre ai despoti, molti altri sono contro di noi. Abbiamo rivali al lavoro, vicini scontrosi e nemici ecclesiastici. Abbiamo pure nemici spirituali— il peccato, la morte, la carne e il Diavolo. A questo possiamo aggiungere incidenti e malattie. Peggio ancora, abbiamo lati oscuri e peccati, sia cronici che occasionali, con cui facciamo del male a noi stessi.

Se tutto questo non fosse già abbastanza allarmante, il Signore occasionalmente si oppone ai popoli. Egli disse all’Assiria e a Babilonia: “Eccomi a te” (Neemia 2:13; 3:5; Geremia 50:31; 51:25). Egli disse anche al ribelle Israele e ai suoi falsi pastori: “Eccomi contro di te” (Geremia 21:13; Ezechiele 13:8-20). Ma ora, mediante Cristo, Dio dice: “Io sono per te”. E chi sono i nemici che elenchiamo, se il Dio Onnipotente e misericordioso è per noi?

Chi accuserà?

La domanda successiva di Paolo è più lunga:

Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi (Romani 8:33-34).

Così come le persone sono contro di noi, così accusano e condannano gli eletti di Dio. “Accuserà” (egkaleo) traduce un verbo raro usato più frequentemente per descrivere le accuse contro Paolo (Atti 19:38-40; 23:28-29; 26:2-7).

Viviamo in un’epoca in cui c’è un atteggiamento molto critico, quindi tutti subiscono accuse. I nemici della chiesa chiamano i cristiani anti-ambientalisti orgogliosi, legalisti e armati. Veniamo bollati come degli insopportabili bigotti perché non approviamo ogni decisione morale delle persone, specialmente in tema di etica sessuale, ma veniamo anche etichettati come ipocriti perché tolleriamo misfatti tra le nostre fila. Purtroppo, queste accuse sono parzialmente fondate.

Isaia 50:6-9 descrive il Servo di Dio che viene maltrattato e che riceve false accuse. In una sezione che prefigura le sofferenze di Gesù, scopriamo che oltre il dolore fisico, il Servo del Signore soffre a causa dell’umiliazione e delle false accuse. Ma il Servo risponde: “Vicino è colui che mi giustifica; chi mi potrà accusare? . . . Chi è il mio avversario? . . . Il Signore, DIO, mi verrà in aiuto; chi è colui che mi condannerà?” (Isaia 50:8-9). I capi di Israele spesso hanno accusato Gesù di cattiva condotta e alla fine lo condannarono per blasfemia. Ma il Padre dimostrò la sua innocenza mediante la sua risurrezione (Romani 1:4).

Le false accuse restano uno degli stratagemmi principali di Satana e dei suoi scagnozzi. Zaccaria 3 mostra una visione di Giosuè, il sommo sacerdote, che stava nel tempio. Invece di indossare i paramenti sacri consoni al sacerdote che offre sacrifici, egli è coperto di sporcizia. Satana lo accusa, dato che egli non ha il diritto di offrire sacrifici in queste condizioni. Ma il Signore zittisce Satana, dicendo a un angelo: “Levategli di dosso le vesti sudicie!  . . . Guarda, io ti ho tolto di dosso la tua iniquità e ti ho rivestito di abiti magnifici” (Zaccaria 3:3-5).

Questa è l’accusa più pesante contro i credenti. Satana dice che il nostro peccato ci nega il diritto di stare davanti a Dio. Dio riconosce che siamo indegni, ma egli rimuove il nostro peccato, rappresentato dalle vesti sudicie, e ci riveste in Cristo. Apocalisse 12:10-11 dice che il Signore getta giù l’accusatore, perché i fedeli “lo hanno vinto per mezzo del sangue dell'Agnello, e con la parola della loro testimonianza”.

I nostri restanti (impotenti) accusatori 

Ora che Gesù ha zittito l’accusatore, chi oserà portare in giudizio gli eletti di Dio? La risposta è quadruplice. Satana continua a cianciare, noi accusiamo noi stessi, il mondo ci biasima, e riceviamo attacchi dall’interno della chiesa. Chiunque abbia visibilità pubblica è soggetto a critiche, che si tratti di politici, dottori, pastori o urbanisti, accusati da automobilisti impazienti di installare apposta dei semafori dove non serve. Ai tempi di Paolo, i censori avevano un grande potere di accusare e rovinare una persona. Allo stesso modo, oggi ci sono persone che vogliono squalificare i credenti.

Benché molti ci accusino, Dio non ci accusa. Gesù è morto per i nostri peccati ed è risorto per la nostra giustificazione (Romani 4:25). Il suo lavoro è finito, e ora egli siede “alla destra di Dio” (Romani 8:34). La destra di Dio è una posizione di autorità (Salmo 110:1) e qui il senso è giudiziale. Nella sua intercessione, Gesù perora la nostra causa presso il Padre per garantire che i benefici per i quali egli è morto ci siano applicati. Con Gesù quale nostro avvocato, nessuno ci può condannare nel Giorno del Giudizio.

Spetta a noi prendere questo a cuore. Tutti veniamo accusati prima o poi. Se l’accusa è vera, ravvediamoci e riceviamo il dono della giustificazione. Se è falsa, confidiamo nel nostro Avvocato che tutto vede. Che il suo Spirito ci conceda un’ulteriore grazia - che la sua voce risuoni talmente nei nostri cuori da trovare conforto nella sua giustificazione.


Dan Doriani è il fondatore e il direttore esecutivo di Center for Faith and Work St. Louis. Ha ottenuto un Master of Divinity e un dottorato presso il Westminster Theological Seminary e un Master of Sacred Theology dalla Yale Divinity School. Consigliere di TGC, conduce anche il podcast Working. Ha scritto diversi libri, tra cui Work: Its Purpose, Dignity, and Transformation. Lui e sua moglie, Debbie, hanno tre figli.

Il presente articolo è un’opera di elaborazione di traduzione di IMPATTO ITALIA. Il suo utilizzo totale o parziale è proibito in ogni forma previa richiesta e autorizzazione di Impatto Italia (impattoitalia@gmail.com). Il contenuto del presente articolo non è alterabile o vendibile in alcun forma.

L’uso del presente articolo è autorizzato dall’editore originale ©TGC. La risorsa originale può essere consultata al seguente link: https://www.thegospelcoalition.org/article/standing-accused-romans-8/

© IMPATTO ITALIA